SAVA. Attentato alle auto di Dario IAIA. A quelle indagini non abbiamo mai creduto

SAVA. Attentato alle auto di Dario IAIA. A quelle indagini non abbiamo mai creduto

Con l’ennesima assoluzione degli imputati, ora diventa più chiaro il quadro ma per Viv@voce lo era già 9 anni fa. Se ci avessero ascoltato …

Nonostante è passato quasi un decennio dal quell’ efferato crimine, siamo stati sempre convinti che le indagini della Procura tarantina hanno preso un binario morto. E su questo, in quanto non sono stati consegnati alla giustizia l’autore, o gli autori della criminale azione, siamo alquanto dispiaciuti. Ma il lettore deve sapere, ha diritto di sapere e chi ha il dovere di raccontare i fatti che si sono succeduti immediatamente dopo il fattaccio lo deve fare.

Ma al tempo stesso deve raccontare i vari depistaggi, grazie anche a una stampa locale ruffiana e non priva di responsabilità la quale ha collaborato a rendere ancora meno nitido il contesto in cui si è verificato l’incendio alle auto dello IAIA. Ma l’informazione, almeno nel nostro paese è ancora libera (e forse il nostro giornale può essere fiero di questo) ed ha la forza di non piegarsi alle verità ufficiali e al tempo quella modesta azione di vedere le cose un tantino diverse da quelle di chi vuol far passare messaggi che, alla fine della corsa, si sono rivelati completamente sbagliati.

E qui, credo che è anche legittimo, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Infangare un indagato, togliergli la dignità con titoloni sui giornali che già lo condannano alla faccia dei giudici che devono ancora decidere un processo ce ne vuole di coraggio. E quest’ultimo c’è stato. Ma il lettore deve sapere anche questo, ovvero il ruolo di Viv@voce, seppur marginale, che non si è allineata alle classiche verità ufficiali e che ha cercato di capire meglio le cose da ogni punto di vista, anche se nelle aule giudiziare lo IAIA mi denunciato e sono state quasi una decina di querele per diffamazione, oltre all’istigazione a delinquere e allo stalking. Ma non mi sono piegato. Assolutamente.

E questo clima persecutorio contro Viv@voce è nato proprio dopo l’attentato allo IAIA in quanto abbiamo scritto la nostra verità e che, alla luce della ennesima assoluzione dei tre imputati, ci dà ragione. Immediatamente dopo l’incendio alle auto dello IAIA, fui convocato nella Caserma dei Carabinieri della nostra Stazione locale. Motivo? Gli ispettori della Procura tarantina, in veste informale, mi chiesero quali fossero stati i motivi che ha spinto il crimine a comportarsi così contro lo IAIA. E questo, francamente, mi fece molto piacere in quanto il nostro giornale è seguito anche da Via Marche. I titoloni dei giornali locali erano all’ultimo grido. Dario IAIA asseriva che l’attentato era “politico e contro la sua amministrazione” ma diceva anche che era contro “la legalità”. Un giornale, credo, che affronta le parole e in queste cerca sempre di capire il loro significato.

Ma a queste affermazioni che IAIA faceva non c’era particolare riscontro sulla realtà. Erano alquanto fumose e prive di collegamento con la situazione che Sava stava attraversando. Ma al tempo stesso lo IAIA organizzava nelle Vie del centro una manifestazione con tanti sindaci della nostra provincia, coinvolgendo anche le scuole dell’obbligo, in nome della legalità. Certo uno che ha sul proprio profilo facebook la foto di Falcone e Borsellino deve essere per forza un assertore della legalità. Ma lo IAIA su questo è bravo e bisogna dargliene atto: sa come portare all’ennesima potenza, con un ritorno di immagine, un fatto o una situazione che poi deve portarlo ad idolatrarlo.

Ripeto: su questo ha pochi rivali, almeno nel nostro paese. Andando agli ispettori della Procura dissi chiaro e tondo che le indagini stavano prendendo la piega sbagliata. E che bisognava cercare in un’altra direzione. Citai anche la direzione e gli ispettori non furono affatto meravigliati delle mie affermazioni. Anzi, mi chiesero da quale presupposto io partivo per arrivare ad indirizzare un nuovo filone investigativo.

Espletai il tutto in un modo nitido. Dopo tutto questo, e averlo anche scritto, iniziò la guerra con le carte bollate firmate dallo IAIA contro di me …

Giovanni Caforio

viv@voce

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