SAVA (Ta). Fogna pubblica? Alle calende greche la sua attivazione

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Depuratore consortile: finita la costruzione, ora ci vogliono circa altri 30milioni di euro per le canalizzazioni le quali, potenzialmente, dovrebbero portare all’allacciamento alla mega struttura

Con i suoi 12 milioni di euro pagati per la sua completa costruzione, il depuratore consortile si trova lì, bello e pronto nel sito Urmo nel feudo di Avetrana.

E ora, che cosa si dovrebbe fare? Creare le canalizzazioni che partono dai Comuni interessati, marine messapiche comprese, per arrivare alla destinazione finale. Quindi la costruzione del depuratore è il primo punto di partenza. Ma non è sufficiente.

Ora bisogna trovare le risorse, o meglio i soldi per i lavori da fare per collegare i paesi interessati allo scarico. Alcuni tecnici dicono che ci vogliono circa altri 30 milioni di euro per completare le canalizzazioni. E’ amaro dover constatare tutto questo. Questo progetto del depuratore consortile, con tutti i problemi che ha causato alle comunità manduriana e a quella avetranese, comincia per davvero a somigliare una cattedrale nel deserto. E se così dovesse essere, ci auguriamo di no, perché sono stati spesi 12milioni di euro per un opera che con il binocolo vede la sua messa in moto.

Ma trovare questi circa 30milioni di euro non sarà una cosa facile. Per nulla.

L’aria fritta dei politici, quella di amministratori voltagabbana che prima firmano un accordo e poi lo ribaltano per la così detta “visibilità politica”, o meglio anche quella di amministratori che hanno fatto di tutto per mettere il bastone tra le ruote a Manduria e a Avetrana pur di avere lontano dalla casa propria il depuratore con la sua classica puzza. Oggi ci troviamo a constatare che tutti questi soldi spesi, finora, non sono serviti a dotare alle comunità interessate lo scarico al legittimo servizio pubblico ai giorni nostri.

Ma basta guardare ai Comuni delle province vicino alla nostra, quelli del brindisino o quelli del leccese, che in tre anni hanno realizzato il depuratore nel proprio feudo. Già, questi sono amministratori validi e capaci a differenza di chi avrebbe dovuto attivarsi per il bene del proprio paese e non lo ha fatto.

Giovanni Caforio

 

 

viv@voce

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