Differenze tra nord e sud dall’unità d’Italia ad oggi. Le due macroregioni a confronto

Differenze tra nord e sud dall’unità d’Italia ad oggi. Le due macroregioni a confronto

Le scelte politiche sbagliate portano sempre a sbagliate conseguenze

Ai tempi dell’unità d’Italia, nel 1861, esisteva all’interno della nazione un divario in diversi campi tra nord e sud, tra settentrione e meridione. Le condizioni sociali, economiche, culturali, linguistiche erano ben diverse: il nord vantava un più alto grado di industrializzazione a alfabetizzazione, grazie soprattutto alle influenze da parte delle altre nazioni europee; nel sud invece continuava a persistere una mentalità radicata alle tecniche agricole, inoltre le famiglie dei modesti lavoratori non potevano permettersi di privarsi di un paio di braccia robuste per far andare il proprio figlio a scuola, nonostante il governo della sinistra storica, proprio in quegli anni, stesse rendendo obbligatorio l’iscrizione allescuole elementari, e delle sanzioni per i genitori che non permettevano ciò ai propri figli.  Inoltre nel meridione ormai ad avere il controllo su ogni cosa vi era la mafia.

I motivi per cui il nord è sempre stavo più avanti rispetto il sud, almeno sotto alcuni punti di vista, sono diversi: fin dal Medioevo hanno potuto godere delle influenze dell’Europa continentale; un maggiore potere d’acquisto garantiva un sistema economico migliore e più sviluppato; i maggiori poli universitari hanno contribuito a diffondere la cultura. E se di tutto ciò il Sud-Italia non ha potuto godere è perché ai tempi dell’unità d’Italia, al potere vi erano i Borbone, che per molti secoli hanno favorito il sistema latifondiario, trascurando tutti gli altri settori e lasciandoli nell’arretratezza.

Subito dopo l’unità d’Italia, avvenuta dopo la spedizione dei mille di Garibaldi, che permise di annettere anche il sud-Italia, cacciando i Borbone, nella popolazione del meridione si diffuse presto un senso di impotenza e inadeguatezza poiché si tentò di proporre lo stesso modello economico, culturale, politico delle regioni sabaude “violentemente” in una popolazione che aveva sempre vissuto nella quasi totale ignoranza e che quindi non era pronta a cambiamenti di tale portata.

Così nacquero i briganti, gruppi di ribelli che insorgevano contro le nuove istituzioni e che erano aiutati dai contadini nelle campagne, dal clero e soprattutto dai proprietari terrieri che desideravano tornassero i Borboni al potere. Essi non conoscevano altri mezzi che la battaglia per farsi sentire. Il brigantaggio però nel 1865 venne violentemente represso, e questo contribuì a identificarli come degli eroi buoni.

Con la fine del fenomeno del brigantaggio, un altro prese il suo posto, quello dell’emigrazione, soprattutto per motivi occupazionali. Infatti era ormai molto difficile riuscire a garantirsi un posto di lavoro e dell’entrate sufficienti a mantenere la propria famiglia. Tutto questo portò i lavoratori a spostarsi al nord in cerca di fortuna. E’ strano pensare che per cercare di migliorare la propria situazione economica si debba spostarsi solo di poche regioni nello stesso Paese. Tutto questo sottolineava ancora di più i divari fra le macroregioni. Divari che ancora oggi esistono, e come insegna la storia di ogni Paese, è sempre la popolazione a subire le azioni sbagliate o le decisioni sbagliate che vengono prese dal governo che li rappresenta. Il sud è da secoli considerato più arretrato in diversi ambiti, e questo grazie alle decisioni sbagliate che presero ai tempi i Borbone per garantire a loro stessi la nobiltà e il benessere.

Eppure, nonostante l’arretratezza industriale o economica, il meridione può vantare di ben altri aspetti che sopra sicuramente sono trascurati. Saranno solo cliché, eppure non deve essere un caso se la popolazione del sud è considerata maggiormente legata ai valori importanti della vita come la famiglia, le tradizioni, il rispetto per il prossimo. Non deve essere un caso se l’uomo del nord è rappresentato come un uomo freddo attaccato al lavoro e troppo occupato per accorgersi di tutto il resto, mentre l’uomo del sud è rappresentato come un uomo buono sempre pronto ad aiutare il prossimo.

Ci sono aspetti negativi e positivi in entrambe le macro-regioni, ma c’è da chiedersi se a volte non si voglia enfatizzare queste differenze, senza voler cogliere gli aspetti positivi anche delle nostre terre, che siano i meravigliosi paesaggi o le meravigliose località balneari, dove puntualmente l’uomo del nord viene a trascorrere le proprie vacanze, o che sia l’autenticità dei prodotti che queste terre possono offrire.

La differenza esiste, ma ormai a distanza di secoli si può dire che queste differenze si compensano e coesistono rendendo l’Italia il bel Paese che è, che sta pagando ancora una volta per le decisioni sbagliate che i politici, che la rappresentano, stanno prendendo al posto dei cittadini!

Cristiana

 

viv@voce

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