MANDURIA. Gianfranco Mazza … e la sinistra. L’intervista di Viv@voce nell’estate del 2010

MANDURIA. Gianfranco Mazza … e la sinistra. L’intervista di Viv@voce nell’estate del 2010

“Tanti lavori e tante opere per la politica manduriana. Il futuro sarà roseo solo se ci sarà spirito di coesione”

Gianfranco, come è nata l’idea del libro?

L’ambizione del libro è quella di rappresentare 35 anni di vita politica manduriana e soprattutto dell’atteggiamento che hanno avuto le amministrazioni di sinistra in questi anni che sono a cavallo non solo di due secoli ma anche di due millenni con trasformazioni politiche che non poco hanno inciso nella vita dei partiti. La sinistra manduriana ha avuto un ruolo importante nel contesto manduriano ed anche nello scenario provinciale e regionale. Nel libro ho fatto dei piccoli passi indietro per raccontare come nel 1923 si insediò la prima cellula del PC manduriano, con a capo un pugno di compagni, i Calò, i Filangieri ed i Di Lauro che cominciarono a costituire le prime cellule del PC facendo delle riunioni in maniera clandestina in Via Ponte Incassato nei pressi di Via per Avetrana.

Nel libro si fa riferimento anche agli anni 60’. Perché?

Anche qui ho cercato di raccontare in poche parole alcuni fatti salienti degli anni 60’, in particolare quando un numero importante di braccianti manifestarono vicino al Municipio rivendicando il ritardo del pagamento degli assegni familiari e la riduzione delle ore lavorative nei campi. Ci furuno 64 arresti, molti di loro andarono fuori Italia, in Germania ed in Svizzera.

Perché il libro parte proprio dal 1975?

Parto da quegli anni perché coincidono con il percorso polito del sottoscritto. In quegli anni si manifesta qualcosa di importante a Manduria, cioè un piccolo nucleo di militanti della sinistra che immaginano di mettere un partito nuovo, definito Partito Marxista, Leninista, Comunista, con una propria organizzazione giovanile che si disloca in maniera decisa sul territorio manduriano.  Nel marzo del 1980, il partito era diventata una realtà forte nel contesto politico locale e si cercò di instaurare un rapporto di collaborazione con il PC manduriano che rifiutò questo tipo di proposta. Fu allora che si decise di mettere su una lista autonoma e fu così che il partito ebbe la capacità di avere il primo rappresentante in assoluto in Italia nell’Assise consigliare. Il PCD cercò di entrare nel PC italiano di Berlinguer, che tentò di riunire insieme tutte le forza di sinistra, in grado di dare un’alternativa forte alle legislature della Democrazia Cristiana.

In 35 anni di politica manduriana quali amministrazioni di sinistra ricordi in particolare?

Mi piace ricordare alcune amministrazioni sbocciate prima del 1975 come quella di Erario, quella di Dinoi nel 46’, mentre dal 1975 ricordo con piacere quelle del 1980 con l’amministrazione Giuseppe Renna con Cosimo Raimondo vicesindaco, e poi l’amministrazione Malagnino. In quegli anni ci fu la famosa contestazione nei confronti dell’ipotesi dell’installazione della Centrale Nucleare. Una giunta attivò tutti i poteri in essere a livello istituzionale  per sventare questa ipotesi. Mi piace ricorda il coraggio del PC manduriano che rimase fedele ai simboli del proprio partito mentre a livello provinciale alcuni partiti comunisti, come quello di Avetrana, Maruggio e Carovigno, vennero meno ai propri simboli cambiandoli con improbabili simboli antinucleari. Infine mi piace ricordare le ultime amministrazioni di sinistra, partendo dall’esperienza di Gregorio Pecoraro, negli anni 90’, che attuò nuove politiche a favore della vita pubblica, con una squadra di assessori composta da Gianni Vico, Gregorio Dinoi, Cecilia De Bartolomeis ed altri personaggi. Un’amministrazione che ha portato elementi di novità e concretezza importanti. Anche la seconda legislatura Pecoraro aveva iniziato un ottimo cammino ma è stata spezzata da alcune manovre sbagliate della sinistra e a causa di alcuni equilibri instabili. Infine l’amministrazione Massaro con Vice Sindaco Dinoi che ha portato a termine un discorso importante nell’ambito della viabilità, anche se non è stata portata a termine per vari motivi.

Nel libro si parla soprattutto di uomini importanti per la sinistra manduriana …

Certamente, ne cito tre in particolare. Il primo è Cosimo Raimondo che per ben due volte a cavallo degli anni 60’-70’ fu nominato consigliere regionale ed in caso gli fu affidata la commissione per l’agricoltura, molto ambita a livello regionale. Raimondo era un uomo del popolo che si è fatto all’interno del popolo, e veniva visto come un personaggio capace di dare lustro al nostro territorio. Mi piace ricordare anche due onorevoli come Ugo Malagnino e l’attuale onorevole Ludovico Vico.

Nel finale si parla di problematiche importanti nella storia di Manduria. Ci fai qualche accenno?

Si riferisce in particolare allo scoppio di Tangentopoli che non riguardò solamente la sfera Nazionale. Anche Manduria fu colpita da questo scandalo con arresti importanti. Inoltre parlo con particolare interesse della situazione che colpì l’Ospedale di Manduria che rischiò di chiudere a causa di debiti nei confronti di privati.

Riesci a trovare anche dei lati negativi nelle varie amministrazioni di sinistra?

Nel libro cito degli errori delle sinistre manduriane, come la seconda legislatura Pecoraro che considero nefasta, così come gli errori fatti dall’amministrazione Massaro. In entrambi i casi cito personaggi e motivi del fallimento. Tuttavia anche questi errori mi convincono sempre di più a dire quanto siano state importanti le amministrazioni di sinistra nel territorio manduriano.

Nell’ultimo ventennio quali amministrazioni di sinistra hanno lasciato impronte importanti nel territorio manduriano?

Io penso che l’amministrazione Renna, quella di Pecoraro ed anche quella di Massaro siano state le più importanti dal punto di vista amministrativo e parlando di lavori pubblici. Spesso con alcuni vecchi compagni ci piace riflettere su Manduria senza le ultime legislature di sinistra dei vari Pecoraro e Massaro. Troveremmo una Manduria arretrata non solo nel contesto regionale ma anche in quello provinciale.

Hai spesso citato positivamente l’amministrazione Massaro. Perché il popolo manduriano non ha creduto nuovamente in lui nelle ultime elezioni?

Quando si sta insieme si sposa un progetto e bisogna andare in fondo sempre, nell’amministrazione Massaro non è accaduto perchè sono scattate molte frizioni tanto che a un certo punto è stato insopportabile leggere di convocazioni di consigli comunali poi non consumati. C’è stato un atteggiamento non corretto nel partito, molti cittadini hanno visto alcuni comportamenti amministrativi in maniera titubante. Però non sono preoccupato perché l’alternanza in un sistema moderato è ovvia, e spesso può succedere questo. Anche l’amministrazione Calò cadde nonostante una maggioranza assoluta.

Sei fiducioso per il futuro della sinistra manduriana?

Certamente, spero che le nuove leve possano portare avanti un discorso di coesione tra di loro. Sono convinto che questo è un momento di transizione dovuto soprattutto al fallimento della sinistra in ambito Nazionale.

 

 

 

 

viv@voce

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