SAVA (Ta). Ripristino manto stradale. Quando il papà del Presidente del Consiglio ha la precedenza, su tutte le precedenze … è così!

SAVA (Ta). Ripristino manto stradale. Quando il papà del Presidente del Consiglio ha la precedenza, su tutte le precedenze … è così!

Ma il “sindaco” Pichierri che fa? Conosce l’operato della sua squadra amministrativa?

Certo, non finiremo mai di stupirci. Sava, amaramente, è così. Con quasi tutto il manto stradale urbano all’addiaccio, con strade piene di buchi e voragini, Vie  che somigliano più a “nà crattacasu” (grattugia del formaggio) o ad una “culapasta” (dicasi colapasta) conviviamo ogni giorni con danni alle auto che battono cassa al nostro Comune.

E se ci sdegniamo, fortemente, quando viene asfaltata per circa metri 500 lineari una strada rurale che, guarda caso, inizia dalla provinciale Sava-San Marzano e finisce addirittura all’accesso di una proprietà immobiliare, allora è detto tutto.

E che dire ancora del rifacimento totale del manto stradale della strada rurale, in Contrada Scerza, dove villeggiano i parenti dell’assessore all’Ecologia e all’ambiente Mirko Piccolo?

Ma andiamo al tema di questo articolo. Via Tazzoli: è una arteria molto lunga che parte dalla Via per Uggiano e finisce al limite del feudo savese, o meglio nella Contrada Santo Attanasio (in savese dicasi Santu Stasi). Prima delle passate elezioni amministrative, fu soggetta a sistemazione bituminosa asfaltata e tirata a lucido come un serpente autostradale. Manco pochi mesi ed ecco la sorpresa: scavi sotterranei per la pubblica illuminazione e la Via fu quasi totalmente sventrata.

I disagi furono immensi per i residenti, complice anche la rottura di un tubo dell’Acquedotto Pugliese che rese un incrocio tra Via Tazzoli e Via Macello un vero e proprio lago fatto di acqua e terra rossa. E tutto questo laghetto restò bene in vista per molti giorni, senza parlare poi delle tracce che furono fatte per la chiusura degli scavi le quali sprofondarono quasi tutte rispetto al livello stradale.

Ora sappiamo molto bene che nel nostro paese i lavori di sistemazione stradale vengono fatti alla carlona. Buche che vengono riparate e al collaudo delle prima piogge, quasi tutte, saltano e ricreano daccapo il problema per i pedoni e gli automobilisti, questi ultimi poi battono cassa al nostro Comune per i risarcimenti.

Dicevamo di Via Tazzoli, bene. Un tappetino di asfalto è stato fatto dinanzi all’abitazione del papà del Presidente del Consiglio savese che fa di nome Daniele Scardino. Questa era una priorità rispetto alle innumerevoli buche esistenti nel nostro paese? Molto probabilmente sì! Le domande sono lecite: chi ha autorizzato questo lavoro?

E’ stato l’assessore Giuseppe Saracino a dare l’ok in quanto la branca amministrativa sul tema la dirige lui?

E quale urgenza aveva questo tappetino di asfalto? E poi nessun rappresentante istituzionale si è sdegnato alla luce di tutto questo? E che dire di una Consigliera comunale della maggioranza che abita a poche decine dal “fattaccio”, non si è accorta neanche lei di questo?

Non ci vuole molto a darci le risposte.

La Cosa pubblica, nel nostro paese, sta diventando sempre una cosa privata che gestiscono gli eletti del popolo collocati nella maggioranza amministrativa e nel caso in specie in quella istituzionale.

Non sappiamo se il “sindaco” Gaetano Pichierri è al corrente di tutto questo o se al primo cittadino savese gli sta sfuggendo in continuazione il timone amministrativo.

I cittadini vanno ascoltati e di seguito capire le loro ragioni, ma su questo non c’è da capire molto. Bisogna solo agire.

Giovanni Caforio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

in savese si legge Santu Stasi). Fu asfaltata qualche settimana prima delle elezioni comunali, caso strano, e brillava al sole come un serpentone autostradale. Finite le elezioni, e anche qui c’è la sorpresa: sventrato il manto stradale per la messa sotto traccia per i cavi della rete elettrica.  Immaginiamo il disagio provocato ai residenti.

Chiusura delle tracce che sprofondano oltre il livello stradale, tubi dell’Acquedotto che, erroneamente,  vengono tranciati dagli scavi. Allegamenti nella zona sottostante, acqua con fango presente per molte giornate sulla strada. Ma che fa? Nulla. Tanto i lavori non vengono coordinati e poi,  non dimentichiamo, che alle porte bussavano le elezioni!

E andiamo ad oggi, o meglio a qualche giorno fa. Vengono tappate molte buche, famose sono quelle di Via dello Schiavo e quella di Via Mazzini (su tutto quelle di fronte ad un Istituto bancario, ndr): chiuse la sera e, alla prima acqua piovana, immancabilmente si aprono in tutta la loro “bellezza”!

È uno spettacolo, degno di essere valorizzato come bene del paese, con il merito di un assessore ai Lavori pubblici che non gira per le Vie del paese e anche di uffici comunali che non assolvono totalmente il loro lavoro di controllo e di responsabilità.

Buche, voragini e … manto stradale dinanzi alla propria abitazione a mò di tappetino sul proprio garage. Qualcuno ha detto che c’era una “conca” (dicasi dislivello del tratto di strada) che, dopo la pioggia restava per molti giorni l’acqua e che, quest’ultima, non defluiva. La foto in apertura dell’articolo la dice tutta.    

           

La domanda è lecita: ma con tante buche da chiudere, e qui ci vorrebbe molto bene un rilevatore, era di primaria importanza questo tappetino dinanzi al papà del Presidente del Consiglio che fa di nome Daniele Scardino?

E l’assessore Giuseppe Saracino, ex “scijuscettu” del deputato IAIA, queste cose non le vede o le tollera? E che dire anche di una Consigliera comunale della maggioranza che abita a pochissime decine di metri dal “fattaccio”? Anche per lei è normale tutto questo?

E il “sindaco” Pichierri queste lamentele dei cittadini non le sente, oppure è consigliabile al primo cittadino savese una visita oculistica assieme a quella di un otorino?

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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