MANDURIA. “‘A livella”. Come scriveva nella sua celebre poesia il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò, la morte è una livella e tutti noi diventiamo uguali innanzi a lei

MANDURIA. “‘A livella”. Come scriveva nella sua celebre poesia il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò, la morte è una livella e tutti noi diventiamo uguali innanzi a lei

Nota stampa del Movimento politico-culturale MANDURIA MIGLIORE

A questo deve essersi ispirato il Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Manduria quando, senza atto di indirizzo da parte della Commissione Straordinaria è bene ricordarlo, ha deciso che, vista la morosità di alcuni nel pagamento dei canoni relativi alle lampade votive del cimitero, fosse cosa buona e giusta disattivare TUTTE le utenze e non solo quelle morose.

La decisione, che ha davvero dello straordinario, porta la data ufficiale del 27 settembre e recita testualmente che a partire dal 20 Ottobre “saranno disattivate tutte le utenze relative alle lampade votive” a meno che, e qui c’è del vero e proprio genio, non DIMOSTRI di aver pagato le ultime 5 annualità. Ovviamente si sono immediatamente create file chilometriche davanti all’Ufficio, di gente che ha perso anche l’intera giornata solo per DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA.

Questo procedimento, in termini legali, prende il nome di inversione dell’onere della prova ed è notoriamente molto gravoso da sostenere poiché la parte, in questo caso il cittadino, deve dimostrare di essere in regola esibendo le ricevute dei pagamenti effettuati invece della normale procedura in cui l’Ente controlla i propri conti ed interviene solo nei casi di morosità.

In effetti, se andiamo a guardare ciò che ha stabilito l’ARERA (Autorità per l’energia elettrica) ad esempio sulle utenze private non si può sospendere la fornitura senza prima aver mandato una raccomandata al cliente. Ad ogni modo, anche in caso di accertata morosità, il distacco non avviene subito ma nell’ordine si riceve prima la raccomandata, poi un calo della tensione erogata ed infine la sospensione.

Evidentemente i defunti hanno meno diritti dei vivi!

Prevediamo nell’immediato futuro un fiorire di procedimenti per interruzione di pubblico servizio (e conseguente risarcimento del danno) da parte dei cittadini, con corrispondente grande mole di lavoro per l’Avvocatura comunale e notevoli spese a carico delle povere casse comunali per le costituzioni in giudizio ed i risarcimenti, tanto alla fine paga Pantalone.

Davvero non finisce più di sorprenderci ciò che accade nel nostro Comune, dove l’eccezione diventa spesso e volentieri la regola.

Ad ogni modo, posto che gli Uffici Comunali davvero non riescano a stabilire autonomamente chi ha pagato e chi no (cosa incredibile, ma tant’è) crediamo davvero indecoroso porre un termine tanto breve, congestionando gli uffici di un traffico che non sono in grado di gestire e costringendo chi ha sempre rispettato le regole a DIMOSTRARE di averlo fatto.

Il problema principale è che,da troppo tempo, tra le mura dell’Ente manca ciò a cui i nostri concittadini, siano essi vivi o defunti, avrebbero pieno diritto, un pizzico di rispetto.

 

 

viv@voce

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