TARANTO. Due anni fa si spegneva Giovanni Amodio, il più grande maestro che la città dei due mari abbia avuto negli ultimi decenni.

TARANTO. Due anni fa si spegneva Giovanni Amodio, il più grande maestro che la città dei due mari abbia avuto negli ultimi decenni.

Luigi Pignatelli: «Ad imperitura memoria del mio Maestro Giovanni Amodio»

Oggi, lunedì 4 dicembre, nello Studio d’Arte in Via Regina Elena 9, con il patrocinio del Comune di Taranto, a partire dalle ore 17.30, l’Assessore alla Cultura Franco Sebastio ricorda il poeta, scrittore, critico d’arte ed instancabile promotore culturale, con l’affissione di una targa in sua memoria, con la benedizione di padre Antonio Salinari.

«Ad imperitura memoria del mio Maestro Giovanni Amodio, a cui devo tutto ciò che ho fatto e farò in campo artistico.» scrive sulla propria bacheca facebook l’attore e poeta Luigi Pignatelli, che di Amodio fu allievo.

Intervengono la vedova Grazia Lodeserto, pittrice di fama internazionale, il figlio Antonio (musicista e scrittore), la figlia Barbara (attrice e formatrice) e gli amici che testimoniano la creatività ed il pensiero di un grande intellettuale conosciuto anche all’estero.

Giovanni Amodio nasce a Roma il 24 giugno del 1939, risiede a Taranto e termina il suo impegno umano e professionale sul campo in Vallesaccarda il 7 agosto 2015.

Ha scritto 37 libri di poesia, saggistica, critica e monografie d’arte. Ha svolto l’attività di editor per conto di varie case editrici. Ha scritto 10 testi teatrali rappresentati in varie città d’Italia.

Studioso di James Joice e di Robert Musil, ha conseguito diversi premi anche internazionali.

Nel suo percorso artistico presiede numerosi enti culturali nazionali ed esteri. Presiede anche diverse giurie letterarie, teatrali e di arti visive. È il critico ufficiale del Teatro “Vittorio Gassman” di Castro dei Volsci.

Direttore di laboratori di scrittura creativa in varie città d’Italia. Presente in numerose mostre ed esposizioni nazionali ed internazionali. Gianni Amodio è stato un fervido promotore culturale ed era presidente dei Probiviri A.S.S.T (Associazione Nazionale Scrittori di Teatro – Roma), associato A.N.T.C. (Associazione Nazionale Critici di Teatro – Milano), membro A.I.C.A. (Associazione Internazionale Critici d’Arte – Parigi), presidente commissione cultura Ancis.

Giovanni Amodio, nell’estate del 2005, incontrò e conobbe un allora adolescente Luigi Pignatelli durante le registrazioni di una trasmissione prodotta da BlustarTv. Ebbe modo di leggere qualche pagina del libro “Pagine di Diario”, pubblicato dal giovane artista nel maggio di quello stesso anno su consiglio di Angelo Lippo (anch’egli scomparso diversi anni fa), e, con generosità e professionalità, presentò allo studente critiche costruttive ed elargì suggerimenti. Si rincontrarono un paio di mesi dopo, nell’ambito della rassegna letteraria promossa dal Teatro Padre Turoldo, e nacque un sodalizio artistico e umano.

Luigi Pignatelli “entrò a bottega” da Amodio e ne diventò allievo. Lavorarono a stretto contatto, nell’ambito di mostre e rassegne visive e teatrali su tutto il territorio nazionale, anche nel Lazio, presso la struttura sapientemente gestita dalla Compagnia Le Nuvole Teatro di Barbara Amodio e Gianni Afola. Nel 2007 Giovanni Amodio curò la seconda opera edita di Pignatelli, “Anima di Latta”, testamento del grande maestro per l’allora ventenne poeta paragonato a Rimbaud. Amodio seguì la formazione e le attività di Pignatelli per lungo tempo e lo coadiuvò nei primi anni dei laboratori promossi dalla Hermes Academy, di cui era socio onorario.

L’ultimo incontro tra maestro e allievo risale al 26 maggio 2015, durante la mostra sui classici shakespeariani di Grazia Lodeserto, presso la sede universitaria in Via Duomo, nel centro storico di Taranto, in occasione della quale Pignatelli redisse una dedica profetica sul libro degli ospiti.

Sempre presente in commissione esterna durante gli esami trimestrali degli allievi della Hermes Academy, Giovanni Amodio lascia un vuoto incolmabile nel panorama artistico tarantino, pugliese e nazionale e, soprattutto, nei cuori di tutti coloro i quali ha aiutato a crescere artisticamente e umanamente e nella città di Taranto, che ha perso il più grande maestro che abbia mai avuto negli ultimi decenni.

Sulla bacheca facebook dell’attore e scrittore Luigi Pignatelli, leggiamo una riflessione condivisa la sera del 7 agosto 2015, a poche ore dalla notizia della prematura scomparsa del suo maestro, giunta mentre era impegnato nella quinta ed ultima edizione de “L’Isola che Vogliamo”: «Questo è stato lo spettacolo più triste della mia vita. Mentre una mia collega era in scena ed io dietro le quinte, mi è giunta una notizia davvero brutta.

Giovanni Amodio, il mio maestro, la persona a cui tutto devo, oggi pomeriggio si è spento a causa di un arresto cardiaco. Ho voluto comunicare al nostro pubblico in Via Nova, con voce spezzata e occhi rivolti verso il cielo, quanto avevo appena appreso ed è partito un applauso pieno. Ciao, Gianni! Ti voglio un mondo di bene. Se oggi sono qualcuno, è grazie a te che tutto mi hai insegnato.

Solo ora, seduto sui gradini della postierla, mi è concesso di piangere»

E ancora: «Mentre in via Nova Le Tre Corde eseguono il brano Ma che freddo fa di Nada, ripenso al nostro primo incontro negli studi di BlustarTv nel 2005, alle giornate trascorse nel tuo studio, alle mostre, alle letture che mi chiedevi di fare, ai nostri viaggi per l’Italia, alle nostre litigate, alla nostra Anima di Latta, al tuo affetto paterno, alle mie mancanze, alla tua presenza, ai tuoi abbracci. Ti voglio un mondo di bene, mio maestro d’arte e di vita. Ma questa vita cos’è se manchi tu».

viv@voce

Lascia un commento