Taranto. SIMONA DE PACE PRESENTA GIOVEDI’ IL SUO LIBRO “IL CONSERVATORIO DELLE VERGINELLE DI TARANTO” MODELLI ASSISTENZIALI FEMMINILI NEL MEZZOGIORNO MODERNO

Taranto. SIMONA DE  PACE  PRESENTA GIOVEDI’ IL SUO LIBRO “IL CONSERVATORIO DELLE VERGINELLE DI TARANTO” MODELLI ASSISTENZIALI FEMMINILI NEL MEZZOGIORNO MODERNO

Giovedì 5 febbraio alle 20.00 sarà presentato a Cibo per la Mente, presso palazzo Gennarini, il libro di Simona De Pace “Il Conservatorio delle Verginelle di Taranto” Modelli assistenziali femminili nel Mezzogiorno moderno

L’opera, pubblicata da Edita Casa Editrice & Libraria è un’accurata ricerca storica su una Taranto che si delineava nel borgo antico, già tra il 1576 ed il 1578, durante la visita pastorale dell’Arcivescovo Monsignor Brancaccio, ricchissima di chiese e di cappelle, giungendo poi al 1700 con ben 16 Confraternite in attività.

I numerosi dati storici che Simona De Pace ha raccolto tra l’Archivio Diocesano e l’Archivio storico cittadino sottolineano il peso che le strutture ecclesiastiche hanno avuto nelle attività sociali della città.

La ricerca però è partita anche da documenti riferibili a tutta la Puglia, ricordando che i Conservatori o Istituti che si occupavano di educazione e di assistenza a ragazze in difficoltà, nacquero tra il XVI ed il XIX secolo, in particolare nella provincia di Bari. Numerose erano in questi comuni le confraternite, i ricoveri di mendicità, gli asili, i conservatori e gli orfanotrofi.

Tra i più importanti il Conservatorio del Monte di Pietà di Barletta che nasce come confraternita nella prima metà del 1600 ed il Conservatorio Gesù, Giuseppe e Maria di Minervino. I Conservatori disponevano di scuole interne per le orfane ed esterne, a pagamento, per le ragazze benestanti.

Interessantissimi sono i riferimenti nel testo, all’organizzazione interna ed amministrativa e a tutti gli elementi riguardanti l’istruzione.

La Santa Casa dell’Annunziata di Napoli resta però la più grande istituzione per “trovatelli” del Mezzogiorno. Anche questa risale al XVI secolo e ne vengono descritti i cambiamenti storici ed istituzionali dei secoli successivi, in riferimento alle regole interne. L’indagine riporta anche le cifre dei bambini che hanno fatto parte di quel capitolo di vita sino al 1900. Dettagliatissime sono le informazioni sull’uscita delle ragazze dagli istituti, sia per lo svolgimento di attività lavorative sia per matrimoni o affidamenti corrispondenti ad adozioni.

La realtà di Taranto, come accertato dai documenti, non è diversa negli stessi periodi e così le attività caritatevoli ed assistenziali venivano svolte da istituti ecclesiastici che, per lasciti, donazioni, per numerosi possedimenti di terreni oltre che per privilegi nelle esenzioni, potevano certamente assolvere ad una funzione sociale a cui gli Stati erano estranei. Ed infatti la documentazione negli archivi parrocchiali, diocesani e di altri ordini religiosi è numerosa.

Il Conservatorio delle Verginelle di Taranto nacque nel 1715. Le notizie sono state tratte prevalentemente dall’Archivio Diocesano di Taranto e la parte relativa all’amministrazione economica è stata documentata dall’Archivio Storico di Taranto. Il Conservatorio poteva contenere una cinquantina di ragazze orfane, povere o appartenenti a famiglie agiate con retta mensile.

Il testo storico di Simona De Pace contiene anche lo Statuto del Conservatorio che ci illustra in modo concreto la vita dell’Istituto e ci obbliga a riflettere sulle esistenze di tutte quelle bambine che certo, in alcun altro modo, avrebbero potuto ricevere un’educazione, là dove solo il baratro avrebbe supplito alla povertà o all’assenza di una famiglia.

L’articolo 2 dello Statuto del Conservatorio è rappresentativo dei fini dell’istituzione, così come è riportato nel libro: ”Scopo precipuo del Pio Istituto è quello di accogliere le ragazze dai 7 ai 12 anni, a preferenza orfane di questa città, e appartenenti a famiglie povere onde tenerle ricoverate sino all’età di 20 anni, assisterle, educarle, istruirle secondo il proprio stato, ed alla pietà cristiana, ed iniziarle ai lavori donneschi più famigliari e più utili, affinché le loro facoltà fisiche e morali un salutare sviluppo, mentre l’abitudine al lavoro potrà poi col crescere degli anni renderle a loro medesime ed alla societa.”

Dunque Giovedì sera l’autrice ci parlera’ del suo libro così importante e denso di vicende umane; alla presentazione parteciperanno Marilena Lasaponara e l’editore Domenico Sellitti.

Simona De Pace è giornalista e speaker radiofonica ed ha collaborato con numerose testate giornalistiche e radiofoniche. E’ laureata in Scienze della Comunicazione e proseguendo gli studi magistrali si è specializzata in Informazione e Sistemi editoriali. Si occupa di cultura e di musica ed ha intervistato numerosi artisti come Caparezza,  Daniele Silvestri, i 99 Posse e tanti altri. Simona De Pace è una cantante ed una brillante cantautrice.

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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