Garbo ci racconta parte della sua carriera musicale

Garbo ci racconta parte della sua carriera musicale

Intervista inedita a Garbo. La disponibilità del vero artista è simbolo di umiltà. Renato Abate, in arte Garbo, lo dimostra palesemente con i suoi sostenitori, intervenendo e rispondendo ad ogni loro interrogativo

Garbo, pseudonimo di Renato Abate, nasce a Milano il 25 aprile 1958. Cantautore italiano ed esponente della corrente musicale nata nei primi anni ottanta, la New Wave, ispirata ad artisti internazionali del calibro di David Bowie, Brian Ferry, Japan e Ultravox; ci ha, gentilmente, concesso un’intervista  (su uno dei più famosi social network), rispondendo alle nostre domande, in merito alla sua carriera musicale.

Partiamo dall’insolita circostanza che ti ha portato alla scelta del tuo nome d’arte. E’ vero che, il tutto, scaturisce da un episodio avvenuto in un ufficio anagrafico, mentre leggevi diversi nominativi con il cognome Garbo (ricordiamo tipicamente veneto)?

“Qualcosa di simile, in realtà ero a militare (servizio di leva, all’epoca obbligatorio), mi trovavo nell’ufficio archivio tra tanti libroni con nominativi di militari che transitarono da ospedali durante la seconda guerra mondiale e lì mi sono imbattuto in quel cognome. Pensai che se fossi riuscito nel mio intento quello sarebbe stato il mio nome d’arte. Così andò.”

Come definiresti il tuo percorso artistico-musicale?

“Domanda a cui è complicato rispondere. Posso sintetizzare dicendoti che ritengo sia un percorso molto personale, con molto di me, della mia cultura, della mia componente emotiva e anche molta sperimentazione.”

Chi ti ha segnato, maggiormente, tra le icone internazionali della New Wave e perché?

“Più che coloro che hanno generato la New wave, tra i quali ci sono anch’io, perchè coetanei, sono più che altro artisti o gruppi che hanno esposto il proprio mondo più o meno negli anni ’70, come puoi immaginare ad esempio: Velvet Undergroud, Roxy Music, David Bowie, ecc. e questo perchè erano territori artistici e culturali in cui in parte mi riconoscevo.”

La tua carriera ha vantato molteplici collaborazioni, come quella con Antonella Ruggiero (voce dei Matia Bazar) nei primi anni delle tue apparizioni. Che importanza ha avuto, per te, la sua comparsa?

“ Ho sempre pensato che le possibilità di collaborazione con altri artisti sia di vitale importanza per poter crescere e confrontarsi con visioni e strade differenti dalle nostre, e tutto questo anche unitamente al fatto che si possono creare nuovi rapporti di amicizia e di lavoro.”

Dopo le partecipazioni al Festival di Sanremo, alla pubblicazione di nuovi album e, alla ricerca di nuove sperimentazioni incentrate su tematiche decadenti, finalmente, nel 1993 fondi una tua casa discografica “Discipline”. Questo tuo desiderio di curare personalmente e in autonomia ogni aspetto della tua musica, su cosa ti ha focalizzato, oltre alla ricerca della musicalità orientale?

“ In realtà Discipline nasce come luogo che permette la massima possibilità di libertà creativa ed espressiva, poi nel tempo mi ha permesso di coinvolgere altri colleghi, artisti e amici con i quali ho evoluto la dimensione stessa di Discipline.”

Dal 2004/2005 ritornano le famose collaborazioni, questa volta, però, con artisti e musicisti di nuova generazione, come: Morgan, Delta V, Andy Fumagalli, Luca Urbani (che ha avuto un ruolo importante), ecc… Chi ti ha incuriosito di più?

“ Diciamo che in realtà è stato di grande interesse e piacere lavorare con tutti loro, ma credo che il rapporto più costante e creativo avvenga con Luca Urbani che oltretutto condivide con me la proprietà di Discipline.”

Ormai, la tua carriera sembra essere in ascesa, dunque, la notorietà ha giocato un ruolo importante in questo periodo. Questo ti ha condizionato o ti ha permesso di vivere la tua vita priva di problematiche che, spesso, possono derivare dal successo?

“ No, ti posso garantire che 35 anni di questo tipo di vita mi hanno regalato l’esperienza che mi permette di condurre una vita “normale” e che riconosce lucidamente i limiti di questa condizione.”

Negli ultimi anni hai collaborato e pubblicato nuovi album. Attualmente, stai lavorando ad un nuovo disco. Per il futuro che prospettive ti poni?

“Sì, abbiamo praticamente ultimato il nuovo album dal titolo “FINE” e dico abbiamo perchè è un disco appunto di Garbo e Luca Urbani. Le prospettive sono, una di pubblicarlo in autunno e l’altra di riprendere i concerti perchè la cosa più bella è poi incontrare fisicamente tutti coloro che ci seguono.”

La tua musica è un qualcosa di cui andare fieri. Ovviamente, l’interpretazione dei brani è sempre personale, ma, dato che, la classe non è acqua, sicuramente, in molti attenderanno i tuoi lavori e accoglieranno i tuoi progetti futuri. Noi ti ringraziamo per averci concesso quest’intervista e parte del tuo tempo.

D’altronde la buona musica deve continuare a resistere ed esistere e, per fare ciò, c’è bisogno di promuovere e divulgare ciò che i veri artisti concepiscono con il loro cuore e le loro menti, proprio come fa Renato Abate, in arte Garbo.

 

Eleonora Boccuni

viv@voce

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