SAVA. Le serie difficoltà di Piazza Risorgimento

SAVA. Le serie difficoltà di Piazza Risorgimento

Un gruppo di mamme si rivolge al nostro giornale per l’emergenza che si è creata all’interno del Parco comunale

Un pomeriggio inoltrato, con il mio cane al guinzaglio, un gruppo di giovani mamme mi ferma. “Guardi, guardi che spettacolo!” Tantissimi bambini che aspettano il loro turno sulle poche giostrine che ci stanno. Genitori che si devono prodigare se qualche bimbo si sposta oltre il loro raggio d’azione. Biciclette che scorazzano manco se fosse una pista ciclabile all’interno dell’area verde. “E che diamine, direttò! Ma questo è uno spazio riservato ai bambini e alle persone anziane oppure è uno spazio in cui tutti possono fare tutto ciò che vogliono?”

Come non dargli torto! “E poi, manca un vigile un qualcuno che, con l’autorità, imprima un ordine a tutta questa confusione”. Bimbi che corrono, biciclette che scorrazzano. Tutto d’un colpo un bimbo, di circa tre anni, viene travolto da una bici di un ragazzino. Cade per terra e meno male che è solo il pianto, derivato dalla paura, che la fa da padrone.

“Venga con noi che le facciamo vedere i pericoli che ci sono. Oltre alla cacca dei cani che i padroni, fanno finita di non vedere”. Seguo le mamme e immediatamente mi mettono in risalto la botola e il cavo d’acciaio che regge un palo della compagnia telefonica. “Vede? Se succede qualcosa qui, la colpa di chi è?” Dico loro che, per quanto riguarda la botola e il cavo, il nostro collaboratore Carrieri ha fatto i passi necessari per evidenziare questo problema all’ufficio tecnico e che quanto prima prenderanno i provvedimenti. “E ci voleva Carrieri a imporre questo? Al Comune non sapevano di questo pericolo?!”

Già, hanno ragione. Davanti all’evidenza non ci sono scuse ma solo accuse. Mi sembra che il giro di perlustrazione associato sia finito. Pare. “Venga a vedere i giochini e come sono stati ridotti!” Credo che sia stata l’usura. “Bene, se è stata l’usura, comprensibile in quanto sono in tantissimi i bambini che giocano su queste attrazioni, chi è il responsabile di questo? Chi deve avere cura, e al tempo stesso sostituire o riparare, le rotture?” C’è un assessore che ogni giorno viene ad aprire la fontana, perchè non vi rivolgete a lui direttamente?” gli dico. “Direttò? Mà cè nì stà pijì pi fessa? Sai quante volte glielo abbiamo detto di questi problemi?”

La villa consegnata ai savesi, dal non molto lontano dicembre 2013, oggi mostra i cedimenti, oltre quelli dei lavori fatti (ma qui è un’altra storia, ndr). “Ah dimenticavamo. Perchè manca il segnale di divieto d’accesso ai motocicli e alle biciclette? Forse in questa villa è consentito andare anche con le bici e i motocicli?” Forse in questa amministrazione manca un assessore che, oltre a guardare con fare “sicuro” i lavori che si svolgono, si fa promotore delle istanze di queste mamme?

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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