MANDURIA. Verdi e Giovani per Manduria critici sulle modalità di aggiornamento dello Statuto Comunale

MANDURIA. Verdi e Giovani per Manduria critici sulle modalità di aggiornamento dello Statuto Comunale

Nel comunicato stampa, congiunto, sottolineano che  “non c’è nessuna apertura alla partecipazione e alla cittadinanza attiva”

Pur condividendo la necessità di procedere ad un aggiornamento dello Statuto Comunale, abbiamo ragione di considerare l’iter seguito per la sua approvazione del tutto irrispettoso della cittadinanza e delle parti sociali, poiché privato della giusta forma di partecipazione. Prima di sottoporre il nuovo Statuto a votazione da parte del Consiglio Comunale la proposta di deliberazione, non vi è stata da parte del Sindaco o del Presidente del Consiglio Comunale, infatti, una adeguata pubblicizzazione, tale da consentire la massima diffusione del suo contenuto e stimolare la partecipazione della cittadinanza e delle realtà associative e politiche della città, attraverso la presentazione di osservazioni e proposte integrative che ne avrebbero certamente migliorato il contenuto.

Come da prassi consolidata dalle esperienze di moltissimi Comuni italiani, la proposta di revisione dello Statuto avrebbe dovuto essere resa disponibile attraverso i principali canali istituzionali per un un arco di tempo ragionevole per la presentazione di eventuali osservazioni e proposte integrative. Solo a seguito della valutazione di suggerimenti, proposte e richieste della cittadinanza, il testo definitivo sarebbe dovuto passare al vaglio del Consiglio Comunale.

A nostro parere, una più ampia partecipazione ad un processo di revisione statutaria così importante avrebbe accresciuto il livello di un testo che, così approvato, risulta in più parti lacunoso e strutturalmente deficitario, soprattutto sotto il profilo della partecipazione e del coinvolgimento della cittadinanza nei processi decisionali. Prova ne sono il Titolo III, quello dedicato alla partecipazione, ridotto a una mezza paginetta, e la cancellazione della Camera di Consulta (ex art. 49 Statuto Comunale), un organo consultivo che avrebbe dovuto consentire la creazione di un’Assemblea permanente di associazioni e comitati di varia natura presenti sul territorio e contribuire, così, alla creazione di un filo diretto tra forze sociali e Amministrazione Pubblica. Eppure proprio alcune liste che ora compongono l’attuale maggioranza avevano sbandierato la sua istituzione come un vessillo, convocando durante la campagna elettorale tutti i Comitati di Quartiere e spiegando le loro intenzioni di regolamentare tale organismo.

Riteniamo del tutto insufficiente rimandare ad una successiva fase regolamentare quasi ogni aspetto di tali rapporti, principalmente perché il ritardo con cui si sta affrontando l’adeguamento dello Statuto alla normativa vigente non consente di lasciare ancora nel limbo dell’incertezza un aspetto cruciale dell’esercizio della democrazia, ma soprattutto perché riteniamo che lo Statuto dovrebbe comunque fornire delle linee guida, pronunciare dei principi irrinunciabili, a cui dovrebbero uniformarsi i successivi regolamenti. Pensiamo che sarà difficile, se non impossibile, inserire in fantomatici futuri regolamenti ciò che non è stato adeguatamente normato all’interno dello Statuto.

Dispiace inoltre constatare l’assenza di ogni riferimento a modi diversi di impostare il bilancio comunale, nel senso di un doveroso rendiconto ai cittadini: ci riferiamo, ad esempio, al Bilancio partecipato o al Bilancio di genere.

Segnaliamo, infine, il mancato inserimento nello Statuto dell’articolo relativo all’acqua bene pubblico, che fu approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale con delibera n° 22 del 10/09/2010, a seguito di mozione presentata dagli allora Consiglieri dei Verdi De Bartholomaeis e Perrucci.

viv@voce

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