TARANTO. “Ribatti”, in sedici bar cittadini i defibrillatori acquistati con il “5xmille”

TARANTO. “Ribatti”, in sedici bar cittadini i defibrillatori acquistati con il “5xmille”

Saranno sedici bar distribuiti su tutto il territorio cittadino, i custodi dei defibrillatori acquistati dalle Acli per “Ribatti”, il progetto che, usando i fondi del “5xmille”, mira a combattere l’arresto cardiaco improvviso e rendere Taranto città cardioprotetta

Ieri mattina, durante la conferenza stampa tenuta nella sede provinciale delle Acli, il direttore del 118 di Taranto Mario Balzanelli ha svelato la mappa delle postazioni che entro giugno saranno dotate del prezioso apparecchio, a pieno titolo integrate nel sistema di emergenza territoriale dell’Asl.

Il progetto “Ribatti”, quindi, ha inaugurato questa fase importante e propedeutica all’organizzazione dei corsi di formazione, inizialmente indirizzati a gestori e personale dei bar coinvolti. I corsi forniranno le conoscenze necessarie per l’uso dei defibrillatori e, ancor più importante, per il supporto alle funzioni vitali di base.

L’obiettivo del progetto, come spiegato da Balzanelli, è «elevare la percentuale di quanti, colpiti da arresto cardiaco improvviso, sono dimessi vivi dall’ospedale». Taranto è già all’avanguardia, attestandosi su un 8,6% che è superiore alla media mondiale dell’8,4%: «Abbiamo le spalle larghe – ha aggiunto Balzanelli – ma dobbiamo pensare al 90% che non ce la fa. La prognosi è pessima, ecco perché dobbiamo guardare a quei paesi, come la Danimarca, dove un modello simile a quello proposto dalle Acli ha permesso di triplicare le percentuali».

La strada è segnata, dunque. Le Acli, dopo aver utilizzato i fondi donati dai contribuenti tramite il “5xmille” per acquistare i primi sedici defibrillatori (ai quindici iniziali se n’è già aggiunto un altro), ora investe nella formazione aprendosi al pubblico. «Siamo disposti ad aiutare chiunque voglia diventare parte di questo progetto – ha commentato il presidente provinciale Aldo La Fratta – perché l’inclusività è nel dna delle Acli. E non ci fermeremo certo a sedici defibrillatori: con l’incasso degli altri fondi del “5xmille”, riverseremo queste risorse a favore dei cittadini, essendo ispirati dai principi del dono e della fratellanza».

La scelta dei bar, infine, è stata strategica. No agli impianti sportivi, che dovrebbero già essere forniti di defibrillatori per legge, no alle scuole, che avendo delle palestre dovrebbero rispondere alla medesima normativa, sì a questi luoghi pubblici che offrono ampie finestre di apertura quotidiana e sono distribuiti uniformemente sul territorio. Con il progetto a regime, ha spiegato Balzanelli, gli operatori formati da “Ribatti” saranno coinvolti in due modi: «Saranno loro a intervenire direttamente, se l’evento avviene sotto i loro occhi, oppure saranno reclutati dalla centrale nel caso in cui il malore avvenga nei paraggi del bar».

Saranno circa cinquanta le persone che parteciperanno alla prima edizione del corso di formazione, che avrà un importante principio di riferimento: non bisogna aver paura di usare il defibrillatore. L’apparecchio, infatti, è tarato per decidere se il malcapitato ha bisogno della scarica oppure no e, anche in caso di avvio accidentale, non parte se non è necessario. «Dobbiamo superare la barriera culturale del timore – ha concluso Balzanelli – perché se entro 4 minuti non mettiamo due mani sul torace per il massaggio cardiaco ed entro 8 non usiamo il defibrillatore, abbiamo perso quella vita».

Non è l’apparecchio a salvare le persone, quindi, ma il popolo addestrato a usarlo e capace di scegliere.

viv@voce

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