Sava. “IL SINDACO DI SAVA RISPONDE ‘FISCHI PER FIASCHI’ ALLE NOSTRE DICHIARAZIONI”

Intervento congiunto di Enrico Consoli (Coordinatore Una Strada Diversa) e di Maurizio Chianura (Sava in Movimento)

In un articolo pubblicato su “L’Edicola del Sud” il sindaco di Sava ha risposto ad alcune delle critiche che abbiamo posto alla sua Amministrazione durante la conferenza stampa del 21 gennaio. Ci pare il classico tentativo di rispondere “fischi per fiaschi”, sviando il discorso e spostando l’attenzione su altre questioni da noi non trattate. Ma veniamo con ordine.

Alle critiche mosse sulle difficoltà di funzionamento dell’Ufficio tributi, il sindaco Iaia risponde che “c’è una situazione di difficoltà che deriva dalla questione Cerin” e ne ricostruisce la storia. Peccato, però, che in conferenza stampa avevamo chiaramente evidenziato il sottodimensionamento dell’Ufficio e riportato le lamentele di tanti cittadini alle prese con pratiche arretrate e disagi che esulano dalla vicenda Cerin. Disagi su cui il Primo Cittadino sorvola abilmente. Ma per rimanere sulla questione Cerin, vogliamo ricordare al Sindaco come nella lettera della sezione regionale della Corte dei Conti del maggio 2021 i giudici scrivano apertamente che “l’affidamento del servizio di riscossione dei tributi a una società esterna non esonera l’ente dalla conservazione e dal periodico aggiornamento dei dati relativi alle posizioni dei contribuenti, cosa che non è invece stata fatta causando la situazione attuale”, rilevando la mancata vigilanza da parte del Comune.

Sulla situazione evidenziata dalla sezione regionale della Corte dei Conti, il sindaco minimizza parlando di “buona salute dei conti comunali” e di “difficoltà che riguardano tutti i comuni italiani”. A leggere le carte, però, le cose non sembrano stare davvero così: i rilievi dei giudici Tritto e Picuno riguardano “criticità che si ritengono non superate” sul “fondo crediti di dubbia esigibilità ed al recupero dei crediti nei confronti della società concessionaria che gestiva i tributi”, sulla “scarsa capacità di riscossione delle entrate in conto competenza ed in conto residui”, sulla “scarsa attività di contrasto dell’evasione tributaria”, sull’ “esiguità del fondo cassa”, sull’“anticipazione di tesoreria non interamente restituita al 31.12.2018”, sulla “presenza di debiti fuori bilancio” e infine su “fondi vincolati utilizzati per spese correnti non ricostituiti al 31.12.2018”.

Alle critiche sulla Cultura, il Sindaco risponde sciorinando risultati e finanziamenti e accampa più di qualche alibi, come quando giustifica lo stato del “Giugno savese” con la situazione pandemica, sorvolando sul fatto che la Rassegna è in tono minore da anni e che la scorsa estate altre amministrazioni del vicinato hanno provato quantomeno a mettere in campo un cartellone di iniziative, cosa che qui non è praticamente avvenuta. Quanto ai finanziamenti ottenuti, ricordiamo come spesso si tratti di fondi ricevuti da quella Regione Puglia tanto vituperata dagli esponenti della maggioranza e ci permettiamo di sottolineare come l’ottenimento di un finanziamento non implica necessariamente una spesa ottimale dello stesso.

Ci lascia poi francamente perplesso il contenuto dei passaggi sul Pug e la chiusura sui tributi: infatti, il Primo Cittadino arriva a sostenere, per giustificare l’immobilismo della sua Amministrazione, di non essere convinto del fatto che il Piano Urbanistico Generale serva e possa rappresentare “uno strumento di sviluppo” in quanto “limitativo per l’edilizia”. Evidentemente, lo sguardo di Iaia sull’Urbanistica non tiene conto delle esigenze di limitare ove necessario il consumo di suolo e di tutelare ambiente e territorio, arrivando persino a chiedersi se il Pug vada davvero approvato! Peccato che il Pug sia uno strumento di sviluppo economico perché consente di dotare il territorio di infrastrutture adeguate, non creando cattedrali nel deserto ed evitando pericolose promiscuità tra attività potenzialmente pericolose e insediamenti abitativi come già avviene adesso nelle aree destinate ad insediamenti produttivi.

Dulcis in fundo, una battuta infelice, quella sugli “evasori contenti della mancanza di accertamenti”, che equipara implicitamente ai “furbi” i cittadini in attesa della definizione delle pratiche e che è tanto più lontana dalla realtà visto che è semmai l’Ente comunale a non riuscire a incassare le somme finché le pratiche non vengono evase (come del resto si evince dalla già citata lettera della Corte dei Conti).

Crediamo nel diritto di replica e nelle regole della democrazia.

Lasciamo ai cittadini savesi giudicare se le nostre critiche siano fondate o no e se dalle risposte del Primo Cittadino non emerga la presunzione di essere infallibili e il tentativo di buttarla “in caciara” senza rispondere nel merito.

 

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