MANDURIA. “Le nostre risposte e quello che vorremmo sapere da Ciaksocial”

MANDURIA. “Le nostre risposte e quello che vorremmo sapere da Ciaksocial”

Da Nazareno Dinoi, direttore de lavocedimanduria, riceviamo e volentieri pubblichiamo

Sono purtroppo costretto a rispondere all’attore comico Enzo Pisconti e a quanti con lui (pochi, mi pare di vedere, tra costoro il nostro sindaco, già, proprio lui!) che adombrano sospetti sulle finalità della nostra festa di fine agosto, sui contributi comunali di cui godremmo e sulla nostra correttezza in qualità di contribuenti. Tutto questo, ed altre – il bravo attore me lo permetta -, idiozie, è contenuto nel suo articolo dal titolo «La voce di Manduria fa la festa a tutti».

La nostra festa

Giunta alla settima edizione, la Festa che organizziamo ogni anno racchiude i tre principi su cui si fonda il giornale: la libertà di espressione (quella garbata che non offende ma informa), la gratuità (il nostro giornale è gratuito, anche le visualizzazioni sul sito lo sono, ci sosteniamo con le pubblicità e con il contributo degli esercenti che distribuiscono il giornaletto) e la compartecipazione (gli artisti si esibiscono gratuitamente o solo con un rimborso spese e il pubblico ci sostiene con un contributo che noi ripaghiamo con un posto a sedere in prima fila). Chi non lo farà troverà comunque spazio con le 600 sedie a disposizione.

Lo spettacolo è composto da tre serate, 19, 20 e 21 agosto ed offre:

– Prima serata – Un festival del teatro con tre compagnie locali, quelle di Don Bosco, Proloco e Unitalsi, che si confrontano in un’opera di mezzora. Una giuria di esperti premierà i migliori e sarà intitolato un premio al professore Cosimo Greco, recentemente scomparso.

– Seconda serata – La seconda edizione della «Notte dei cantastorie» con quattro spettacoli itineranti nel centro storico di altrettanti artisti provenienti da diverse città; con l’esibizione di una piccola banda musicale governata da un banditore che trascinerà il pubblico da una postazione musicale all’altra. Saranno allestiti quattro palchetti con altrettanti servizi audio e video.

– Terza serata – La Festa vera e propria quest’anno dedicata a Lucio Battisti e alle disabilità. Una trentina di artisti, tra cantanti e band, si esibiranno sul palco allestito sotto il sagrato della chiesa di Sant’Antonio con un repertorio di brani di Battisti. Sono previste presenze di disabili con la partecipazione artistica di alcuni di loro. Un balletto accompagnerà le esibizioni degli artisti. Durante la festa si svolgerà una sfilata (seconda edizione) dedicata alle donne curvy con la premiazione della più elegante; inoltre saranno assegnati premi dedicati a Roberto Erario (artista manduriano scomparso prematuramente) e da quest’anno anche a Gabrielle Famuli (infermiera morta giovanissima). Sarà infine presentato il nuovo libro di Mimmo Olivieri interamente finanziato dal giornale. Le tre serate coinvolgeranno in tutto 120 persone tra artisti, collaboratori, tecnici e così via.

I costi

Tra service delle tre serate (palchi, amplificazione, luci, schermi e gruppo elettrogeno), spenderemo 2.035 euro (già contrattualizzati); la Siae ci costerà circa 2.000 euro; per la stampa di manifesti e materiale pubblicitario vario, spot radiofonici, spenderemo all’incirca 500 euro; prevediamo una spesa di1.000 euro per l’acquisto dei trofei, premi vari, per il rimborso spese agli artisti che verranno da lontano e a chi ci darà una mano. Il tutto per una spesa prevista di 5.535 euro.

Il contributo del comune

Il comune che ha voluto inserire la nostra Festa nel cartellone estivo (su cortese richiesta dell’assessore al ramo, Massimiliano Rossano), ci ha concesso 3.000 euro. L’anno scorso ce ne promise 5.000 mila che noi dovremmo restituire alla città acquistando con quella somma delle giostrine con altalena per disabili da montare in un parco comunale del quartiere periferico di Santa Gemma. Questo contributo, datato agosto 2015, quasi un anno fa, il buon sindaco Roberto Massafra, bontà sua, non ha ancora provveduto a farci versare.

Le altre entrate

Tutte le altre entrate che provengono da sponsor e dai contributi volontari dei nostri lettori-spettatori, sono soggette a fattura o a ricevuta regolare. I versamenti dei lettori sono visibili on-line quindi verificabili in ogni momento (sinora abbiamo ricevuto 5 euro).

Sullo scandalo che un’azienda privata non debba prendere stanziamenti pubblici per sostenere un progetto, permettetemi, è una barzelletta. Vogliamo parlare dei tanti aiuti che lo Stato riconosce alle imprese (quelle grosse di cui tutti sappiamo il nome e gli “effetti”) per aiutarle? Lo scandalo, cari signori, è quando questo denaro va a finire nelle tasche dei soliti rapaci che si arricchiscono con questo e non a chi offre qualcosa alla collettività chiedendo per questo un contributo pubblico che copra solo una parte dell’impegno economico investito. Insomma, per parafrasare il titolo della nota di Ciaksocial: «la Voce fa la festa a tutti», è vero, ma non si paga e soprattutto non ci guadagna. Anzi.

Le nostre domande

Prima di passare alle cose che vorremmo sapere noi dal bravo attore comico con la vena del giornalismo, mi concedo un’altra considerazione sul concetto di impresa. E’ vero, la nostra è un’impresa editoriale che non ha niente di pubblico ed è soggetta, come tutte le ditte commerciali, a regimi fiscali sottoposti a controlli e al pagamento di tasse e quant’altro pretenda lo Stato. Tasse, salate, che noi paghiamo (il sottoscritto le paga due volte avendo un reddito da dipendente pubblico) e dalle quali non possiamo sottrarci, ammesso che lo volessimo fare.

Veniamo alle nostre domande

Ci piacerebbe sapere da Ciaksocial e quindi dal suo responsabile, dei 3.000 euro che l’amministrazione comunale gli ha dato per il cartellone estivo del 2015 (perché lui, che ha le amicizie giuste in municipio, è stato tra i primi ad incassare il premio a differenza dei nostri 5mila euro che sono ancora in coda, anzi sono proprio gli ultimi perché tutti gli altri sono stati pagati); ma soprattutto ci piacerebbe sapere cosa ha fatto per meritare quel contributo di 3.000 euro? Noi abbiamo dato e daremo uno spettacolo di due giorni l’anno scorso e di tre quest’anno. E lui? Cosa ha fatto Ciaksocial per meritare quei tremila euro già incassati? A noi risulta che abbia ripreso quattro o cinque o sei eventi di piazza con le sue telecamere che ha poi trasmesso sulla sua WebTv privata (qualcuno di voi ricorda di aver visto qualcosa?), costringendo il video-spettatore a sorbirsi prima lo spot di una delle sue aziende che pagano. E’ chiaro il giro, no? Prendiamo fiato: prendo denaro pubblico per girare un video che lo trasmetto sulla mia Tv e ci guadagno ancora con i soldi degli sponsor che a loro volta pagano lo spot che passa prima che inizi il filmato che mi ha commissionato e pagato il Comune. Tutto molto bello.

L’altra domanda è: ma quanto costerà alla comunità il suo progetto Bollenti Spiriti? Io ho azzardato, prima, 60mila euro. E’ questa la cifra? E’ inferiore? Superiore? Perché, tra tutte le meravigliose cose che lei anticipa di quel progetto, dimentica sempre di dire la cifra che ha chiesto o che prenderà. Siamo tutti ansiosi di sapere.

Saremmo curiosi anche di conoscere i numeri della sua azienda Ciaksocial. Noi le nostre visualizzazioni le rendiamo pubbliche, perché non lo fa anche lei?

Conclusione

Credo di aver risposto alle domande dell’attore. Un’ultima cosa, a proposito della foto del sindaco che abbiamo utilizzato a corredo del nostro articolo e che, secondo lui, avremmo fatto questo per aumentare le nostre visualizzazioni (!). Quella, con tante altre immagini, sono presenti su Internet ma se vuole che nessuno le usi, deve ricordarsi di scriverlo. Chieda alla sua direttrice che è giornalista, lei sa come si fa. Le nostre foto e gli scritti, a proposito, sono tutti free, liberi.

Atroce sospetto

Mi rendo conto di aver scritto troppo. Ma quando uno scrive per mestiere è così che accade. A proposito di mestiere. Chi ha letto l’articolo dell’attore comico Enzo Pisconti a cui si riferisce questo mio intervento, forse avrà notato un passaggio che niente aveva a che vedere con il tema. Parlando di me Pisconti usa questa frase: «l’infermiere del 118 che adesso presta servizio a Sava». E che centra questo con il discorso? Vi sarete chiesti. Ma soprattutto, mi chiedo io: come faceva, Pisconti, a saperlo se il mio nuovo posto di lavoro, a Sava, appunto, l’ho iniziato da due giorni e di questo non ho informato nessuno, neanche i miei figli che studiano a Bari e che di questo mi hanno chiesto conto? In effetti, la Asl per cui mi onoro di lavorare come, appunto, infermiere del 118 (professione che amo alla pari di quella di giornalista), mi ha inspiegabilmente e immotivatamente trasferito nella postazione di Sava dopo 36 anni di onorato servizio qui a Manduria. Come faceva a saperlo Pisconti? Vuoi vedere che dietro il mio «esilio» c’è lo zampino di qualche suo amico politico a cui si sarà rivolto per chissà cosa? Ma no! Non ci posso credere. Mica il mio datore di lavoro si presterebbe a queste beghe! Il tempo delle epurazioni, come delle punizioni corporali, per fortuna, è finito. O no?

Nazareno Dinoi

viv@voce

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