Taranto. GLI STUDENTI DEL LICEO ARCHITA MANIFESTANO PACIFICAMENTE CHIEDENDO IL DIRITTO ALLO STUDIO E LA DIGNITA’ DI UNA SEDE SCOLASTICA

Taranto. GLI STUDENTI DEL LICEO ARCHITA MANIFESTANO PACIFICAMENTE CHIEDENDO IL DIRITTO ALLO STUDIO E LA DIGNITA’ DI UNA SEDE SCOLASTICA

Ieri mattina a Taranto in via Di Palma, tra passanti frettolosi ed acquirenti del dono, causa febbre natalizia, abbiamo piacevolmente assistito al corteo dei ragazzi del Liceo Archita

Corteo diretto in Piazza della Vittoria, luogo di aggregazione per una manifestazione ricca di contenuti, allegra ma anche carica di un soffuso senso di sgomento tra le pieghe di discorsi, canzoni, baci, abbracci e cartelloni ricchi, non solo di slogan, ma di frasi che sconfiggono ogni indifferenza colpevole, di pavidi adulti.

L’Archita, il prestigioso Liceo Archita, fiore all’occhiello della Taranto colta e raffinata culturalmente, aspirazione dei figli appartenenti alle classi agiate della città, oggi è inesorabilmente frazionata in tre istituti di fortuna che pugnalano a morte l’orgoglio di una storia che riteneva questo liceo la strada più ambita, quella giusta per accedere a carriere edificanti nuove o secolari, come quelle dei propri genitori.

Non ha neanche avuto il tempo di cessare di essere una scuola di elite che ecco, il crollo, le impalcature, la fatiscenza e la pericolosità della struttura hanno preso il sopravvento sulla tradizione e sulla tutela del patrimonio, costringendo da anni gli studenti a non avere una sede.

Abbiamo intervistato alcuni ragazzi tra cui il rappresentante d’istituto Alessandro Tacente che senza esitazione e con toni d’infinita speranza ci ha raccontato le lunghe lotte di questi anni e le ragioni della manifestazioni di questa mattina: “Noi chiediamo la ristrutturazione del Palazzo degli Uffici; deve essere messo in sicurezza, è senza tetto e ricordiamo che è un palazzo antico, con una sua straordinaria storia (nel 1787 è stato un orfanotrofio, poi una sede nautica, un tribunale e tante altre cose) non può oggi trasformarsi in un fatiscente luogo che deve delegare ad altre sedi il diritto allo studio”.

In 4 anni il crollo delle iscrizioni è a meno 300. Alessandro ci dice che vi sono solo 15 aule, mentre dovrebbero esserne almeno 25 per coprire le necessità degli studenti; dunque molti di essi si recano in orari diversi e con difficoltà dei mezzi pubblici che li costringono a lunghi percorsi a piedi. Le tre sedi sono lontane tra di loro, questo non crea aggregazione, non vi è un luogo per le assemblee d’istituto. I ragazzi non hanno la palestra, porte e finestre sono rotte e la sensazione è che potrebbe continuare all’infinito questo elenco che umilia noi adulti e, senza dubbio, quelle istituzioni che cercano da decenni di demolire il livello culturale di intere generazioni.

Il rappresentante d’Istituto ed altri studenti ci parlano dell’archivio storico del 1500 esposto alle intemperie in luoghi lontanissimi da quella che s’intende tutela del patrimonio. Alcuni libri sono presso la scuola Mazzini, ma resta oltraggiosa la sciatteria verso il nostro patrimonio culturale e storico. “Sono oltre ventimila i volumi della Biblioteca e dell’Archivio storico del liceo classico che giacciono chiusi all’interno del cantiere, in locali umidi, polverosi e bui ai quali non è possibile accedere” scrivemmo su Vivavoce@ lo scorso anno, in occasione della Festa degli Studenti.

I ragazzi per quattro giorni si sono autogestiti trattando materie culturali ed affrontando problematiche contemporanee come la sensibilizzazione al senso di appartenenza verso la comunità; le lezioni alternative sono state 32.

  Poi incontriamo Antonio Donvito un altro rappresentante degli studenti, risoluto negli obiettivi quanto creativo, visto che la Street Art caratterizza il suo mondo e dunque si occupa della parte scenografica delle manifestazioni, dell’autogestione e del corteo. Antonio ci mostra i manifesti, i cartelloni che riassumono le richieste dei ragazzi; richieste che provengono in fondo dalla Costituzione stessa che garantisce il diritto allo studio. Antonio ci mostra una parete, in piazza della Vittoria, decorata da bigliettini colorati su cui ognuno pone un pensiero sulla scuola, un progetto e direi dei sogni. La creatività non manca, ma forse esiste, perché i ragazzi hanno sete, sete di sapere, sete di vivere, intensamente e con giustizia, il proprio tempo. L’assessore Bitetti del Comune di Taranto ha dichiarato che a Gennaio è prevista l’uscita di un bando il cui finanziamento potrà servire per la copertura del tetto del Palazzo degli Uffici. Probabilmente si cercherà di ricompattare le sedi da tre a due.

La protesta dei liceali è pacifica ed educata; è una protesta però che delegittima profondamente le istituzioni  centrali e locali.

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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