IO TI RACCONTO LA MIA VITA … / 1

IO TI RACCONTO LA MIA VITA … / 1

Come cambia il corso della vita delle persone che, da un momento all’altro, vedono svanire i loro sogni e le loro legittime aspirazioni in virtù di eventi imprevedibili, i quali caratterizzano fortemente le loro esistenze

Cominciamo da questa intervista di Monica Ingrosso che entra nelle pagine di Viv@voce. A lei affidiamo questo viaggio, certo non in discesa, ma crediamo fortemente che la vita “degli altri”, o meglio una vita diversa da quella delle gente comune come noi, merita più considerazione e valutazione in quanto l’imprevedibilità degli eventi dà uno scossone forte al corso del tempo a venire e, su questo tempo a venire, si aprono nuove realtà. Realtà in cui navigare non è facile. Forse è facile per chi, come noi, non vive la tempesta che ha scatenato nella loro vita con una rotta nuova. Non voluta, non cercata ma, amaramente, con cui doversi misurare. Ogni giorno.

Apriamo questa pagina di Viv@voce con Teresa …

Un incidente stradale, modifica radicalmente la sua vita

Una donna dolce  e simpatica, ha i capelli biondi raccolti in una coda e l’abbronzatura le fa risaltare gli occhi azzurri. E’ vestita di nero. Diamo a lei l’apertura di questo incontro e su questo tema …

Teresa: “Avevo 14 anni e conducevo una vita felice. La mia era una famiglia vera, come d’altronde tante altre. Quel giorno siamo partiti in auto, alla volta di Brindisi, in quanto la mia sorellina di un anno necessitava di una visita specialistica. Al ritorno un acquazzone …”

Cioè?

“Un violento acquazzone ci ha colti di sorpresa. Un’auto che veniva di fronte ci è venuta addosso. Poi non ricordo più nulla. Il mio risveglio è stato caratterizzato da 40 giorni dopo lo stato comatoso in ospedale. Refertata da un trauma cranico, lo sfondamento dello zigomo sinistro e l’avvenuta asportazione della milza”

Quanti eravate in auto?

“Eravamo in tutto 5 persone: i miei genitori e i miei due fratellini di 5 e un anno e mezzo”.

Al tuo risveglio chi hai trovato al tuo fianco?

“Mio fratello ed ho chiesto con un filo di voce di mamma e papà”.

E che ti ha risposto il piccolino?

“Che mamma  e papà stavano bene …”

Questo ti ha rassicurato?

“Si ma solo per qualche ora …”

Poi successivamente?

“Vennero a trovarmi immediatamente alcuni miei parenti stretti e notai in loro gli abiti rigorosamente neri. Segno, come ben sai, dalle nostre parti di lutto …”

Già …

“Mio fratello si sentì costretto, a  parole sue, a dirmi la verità. Erano morti i nostri genitori …”

Drammatico …

“Mi crollò il mondo addosso e gelai tutta. Non sapevo ancora che vita mi aspettava dietro a quelle pareti bianco candide della stanza dell’ospedale …”

Scusami la freddezza: quindi nell’incidente morirono i tuoi genitori, tu in ospedale operata come ci hai detto sopra e gli altri fratelli che erano in auto nello scontro non hanno riportato nulla fortunatamente?

“Magari fosse stato così: mia sorella riportò un violento trauma cranico, subendo un danno permanente al cervello …”

Ed ora dov’è la sorella?

“Vive con me e sono io che mi prendo cura di lei”.

Quindi ricapitolando, ti sei trovata a 14 anni ad affrontare una realtà più grande di te. Vero?

“Certo. Dovetti abbandonare la scuola, in quanto non avevo più il tempo per studiare”.

14 anni, l’adolescenza negata …

“Già. Mi sono trovata immersa o meglio è stato come se avessi avuto addosso un abito più grande della mia età”.

I parenti stretti, in questo dramma ti sono stati d’aiuto?

“Certo. Hanno fatto quello che hanno potuto. E lo hanno fatto egregiamente. Non è facile seguire una famiglia giovanissima con al capo una 14enne. Che tra l’altro deve fare da mamma e da papà ai propri fratelli più piccoli di lei”.

Come ti sentivi, come dici tu, con quell’abito più grande di te che portavi addosso?

“Sempre inadeguata con tutto e tutti, e quel vuoto affettivo che sento dentro di me  non so se riusciro mai  a colmarlo”.

Gli anni passano per tutti, cara Teresa. E passano anche per te …

“Certo. E’ il ciclo della vita questa”.

Troppe domande sono sul mio taccuino, ma credo di aver forzato troppo la mano in questo incontro. Stoppo sul proseguo degli anni post incidente. E’ meglio. L’ultima domanda è più soft. Cosa vorresti per te, Teresa?

“Vorrei solo la serenità. E un uomo che sappia amarmi …”

Monica Ingrosso

 

 

 

 

 

 

viv@voce

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