TARANTO. Attentato incendiario alle auto di Dario IAIA. Assolti gli imputati

TARANTO. Attentato incendiario alle auto di Dario IAIA. Assolti gli imputati

Il Giudice Wilma Gilli, scagiona gli imputati Dambrogio, Ricchiuti e Urbano

I tre imputati erano accusati dell’incendio delle auto di Dario IAIA  (art. 423 c.p.), e Dambrogio anche di Turbativa d’asta (art. 353 c.p.).

L’attentato incendiario avvenne il 16 aprile 2013 e furono prese di mira, su 4 auto collocate all’interno di un garage nel Comune di Lizzano, le auto di Dario IAIA e della consorte Novella Pastorelli. E per quanto riguarda la Turbativa d’asta (art. 353 c.p.) è caduta anche questa accusa nei confronti di Dambrogio.

Le indagini partirono immediatamente dopo l’attentato subìto da Dario IAIA. Furono condotte dal Pubblico ministero Ida Perrone e dopo appena due mesi dall’accaduto il magistrato chiese l’arresto per Dambrogio, Ricchiuti e Urbano. Ma fu il Giudice per le indagini preliminari Valeria Ingenito che, nella valutazione dell’indagine condotta dalla collega, rigettò la richiesta di arresto.

Quindi, con questa sentenza si chiude il primo atto di questo processo che è durato, ai giorni nostri, oltre 6 anni. Ma andiamo a chi è stato scagionato da accuse infamanti che, nel campo delle ipotesi sui probabili esecutori dell’attentato, fu fatto da Dario IAIA.

Fernando Dambrogio, presidente della Cooperativa di servizi cimiteriali denominata “Aurora”, lo abbiamo incontrato oggi pomeriggio e dopo la sentenza di assoluzione, ha voluto rimarcare questo: “Non solo ringrazio chi mi ha difeso, gli avvocati Fabio Falco e Luigia Brunetti, ma perché ero fiducioso del giudizio della Magistratura in quanto convinto di non aver mai avuto nulla contro la pubblica amministrazione savese”.

Ha il volto rilassato e rasserenato. Dambrogio continua nella sua dichiarazione: “Pur non avendo bisogno di mostrare la serietà di tanti anni di lavoro al servizio delle pubbliche amministrazioni, comunque  ci tengo a ribadire, caro direttore Caforio, che questa sentenza ancora una volta ha dimostrato la mia onestà, nonostante le sofferenze che un processo penale mi ha offerto in qualità di imputato”.

La domanda è d’obbligo: “Alla luce di questa sentenza di assoluzione, sui due capi d’accusa molto infamanti, nutre rancore?”

“Assolutamente. Non nutro e non ho mai nutrito rancore nei confronti di nessuna delle parti processuali, in quanto la verità mi ha reso più forte nella mia vita quotidiana lavorativa”.

Poi registriamo le dichiarazioni congiunte dei due avvocati che hanno difeso Dambrogio in tutti questi oltre sei anni passati.

Fabio Falco e Luigia Brunetti: “Abbiamo sempre creduto nell’innocenza di Fernando Dambrogio, sia perché lo conosciamo personalmente sia perché i documenti di indagini rendevano chiara la sua estraneità ai fatti contestati”.

Domani il nostro giornale, in un editoriale, solleverà tanti dubbi su questo attentato.

Giovanni Caforio

viv@voce

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