SAVA. Il Contenzioso. Il pozzo di San Patrizio, o meglio la mangiatora savese

SAVA. Il Contenzioso. Il pozzo di San Patrizio, o meglio la mangiatora savese

Ecco il comparto pubblico che divora gran parte del Bilancio comunale e le responsabilità dell’amministrazione IAIA

Molti anni fa gli amministratori gestivano gran parte dell’occupazione, dicasi pubblica. Assunzioni clientelari su tutto, ma i tempi e i costi della spesa pubblica hanno stoppato questo. Di pari passo, però, si progettavano i lavori pubblici: progettazioni e tecnici all’opera. Colorati su tutto questo, altrimenti non c’era nomina.

Di seguito venivano espletati gli appalti e via alle opere pubbliche. Con la drastica riduzione della spesa, necessaria in virtù di uno sperpero inaudito del denaro pubblico per opere che molte volte venivano iniziate e mai completate e alcune volte anche superflue, si è affacciato un soggetto non certamente nuovo, diciamo così, che si è immediatamente imposto nei Bilanci delle amministrazioni: il Contenzioso.

Ovvero, quel comparto pubblico in cui il cittadino si sente danneggiato dall’Ente per diversi motivi. Il primario, ormai è un classico, è quello della propria auto quando la stessa transita nel territorio urbano. Buche stradali invitanti, furbacchioni che sguazzando su questo, auto che all’impatto con una buca non si rompe più una gomma o si piega il cerchio della stessa. La scatola dello sterzo, i braccetti meccanici, l’ammortizzatori risultano i nuovi danneggiati. E deve andare bene, s’intende. A meno che un danno fisico completi l’opera della richiesta di risarcimento danni, economici e fisici, all’Ente comunale.

Sava, e questa volta siamo per davvero fortunati, non è il solo paese che vede la sua amministrazione chiamata a difendersi davanti al giudice di pace. Le formalità della richiesta del danno, vero o presunto dipende dal soggetto, porta la lettera dell’avvocato del danneggiato al nostro Comune con la cifra del torto subito. A volte la risposta latita, ma non sempre. Cifre che vanno dalle poche centinaia di euro e che vanno anche a finire a più di una dozzina di migliaia di euro. Sempre richieste. Di norma, e alcuni Comuni si sono dotati di questo, ci vorrebbe un perito incaricato dall’Ente pubblico che appena arriva la richiesta del risarcimento danno si rechi a visitare l’autoveicolo e tentare di quantificare il danno, e su tutto far riparare immediatamente la buca, senza aspettare le calende greche e con costi che lievitano in modo inesorabile nel momento in cui il giudice di pace dà torto al Comune al 99,9%. E questo a Sava, non c’è. Proseguiamo.

Le transazioni: se manca un perito allora vuol dire che una amministrazione deve prendere di petto i vari casi e cercarli di risolverli nel modo migliore. Il primo è quello, immediatamente, di riparare  il manto stradale. In assoluto. A Sava, negli ultimi 5 anni su questo ben poco è stato fatto. Proseguiamo ancora. Quasi tutte le richieste di risarcimento danni, dovuti alle buche, vengono mandate davanti al giudice di pace a meno che non si è fratelli di qualche assessore ed ecco pronta la transazione: e voilà 4mila euros! Per portare davanti alla Procura le ragioni di un contenzioso ci vogliono gli avvocati. Ed ecco che arriviamo, alla vera  e propria mangiatora savese. Sulla carta c’è una così detta “short list”, ovvero una lista di avvocati che entrano nella “grazia” del Comune e da qui è pronto l’incarico legale. Il parametro di scelta è un “optional”.

E questo è sempre a discrezione dell’amministrazione, in questo caso di quella di IAIA. Si registrano avvocati di serie A e avvocati di serie B. O meglio, avvocati a cui dare una causa “pesante”, e qui la parcella è elevata, e quelli a cui dare una “causuccia” del genere buca stradale. Famigerata norma clientelare. Anche qui, c’è la massima “discrezionalità” da parte dell’amministrazione IAIA. L’indirizzo sulle scelte cade completamente sull’ amministrazione savese. E di certo, non abbiamo fatto la scoperta dell’acqua calda.

Ora abbiamo un sindaco che siede nei banchi del nostro Comune dal lontano 2012, dapprima come Consigliere comunale e poi assessore ai Servizi sociali e se volessimo fare un resoconto della sua presenza nel nostro Palazzo municipale sono ben 17 gli anni in cui avrebbe dovuto maturare la conoscenza sullo stato delle cose. Almeno sul Contenzioso. Dare un indirizzo nuovo, e possibilmente la risoluzione della tematica divoratrice di denaro pubblico a questa branca pubblica che vede ogni anno alzare la sua voce di spesa. E invece nulla. Ma proprio nulla.

Dal palco la Consigliera Toma si spellava le mani dicendo che lei e Alessandra Sileno,  pare entrambi avvocati, avevano “sistemato” il Contenzioso. Ma quando mai! Hanno solo rinviato quella miriade di risarcimenti, maledettamente come oggetto le buche stradali, al giudizio davanti al giudice di pace.

E della serie “l’ultimo chiude la porta” i tempi bui, anzi nerissimi, per il nostro Comune sono solo rinviati ai primi anni di insediamento della nuova amministrazione. E a dire che “il sindaco giovane e coraggioso che stava affrontando il malaffare” anche su questo ha fatto cilecca. E di che maniera!

Giovanni Caforio  

viv@voce

Lascia un commento