SAVA. Ma davvero, un sindaco e un assessore, non sono in grado di risolvere il problema di un invisibile savese?

SAVA. Ma davvero, un sindaco e un assessore, non sono in grado di risolvere il problema di un invisibile savese?

Da tre mesi Santino Cordasco dorme in auto sotto l’indifferenza amministrativa

E’ da oltre 90 giorni che l’invisibile savese dorme nella sua auto collocata, simbolicamente, davanti agli uffici dei Servizi sociali e non suscita manco il minimo interesse di un sindaco, o peggio ancora, di un assessore che è preposto alla risoluzione delle tematiche dei meno abbienti? Ma stiamo scherzando? Pare proprio di sì!

E questo è dettato dai giorni, o meglio dalle notti, che Cordasco è costretto a vivere nell’abitacolo della sua auto. Ma se i Servizi sociali, diretti dal “pesce fuori acqua” Giuseppe Saracino, non sono in grado di risolvere un caso così drammatico, ci fate dire a cosa servono allora?

Allora chiudeteli questi uffici e collocate i quasi sei dipendenti comunali che prestano la loro presenza in Piazza Risorgimento altrove! Secondo il nostro giornale, questo comparto amministrativo, dovrebbe essere il primo assessorato degno di nota e di attenzione in un qualsiasi Comune o città. E invece nulla. Ma proprio nulla.

Altri Comuni limitrofi, al di là del colore politico della propria amministrazione, affrontano l’oggetto in modo diverso. Certo è un comparto difficilissimo questo, ma lo affrontano e cercano di essere almeno un valido supporto per le emergenze. Qui si parla della vita delle persone e non di una buca stradale, seppur importante. Qui non si parla e non si tratta di festeggiare eventi o altro. Qui si parla di esseri umani che non stanno bene.

Qui si parla di persone che sono state espulse da un contesto socio-economico e trovano non una difficoltà per l’inserimento, ma mille. E che succede, quando bussano alla porta degli uffici sociali? La prima risposta è: “Non ci sono soldi”. Manco se fossero solo i soldi a dare una risposta a questi invisibili. Ma è l’emergenza che va risolta. E’ il dare un piatto caldo a chi non ha la possibilità di averlo. Un tetto a chi non ce l’ha!

Ma in un paese ci sono gli amministratori che per legge devono interessarsi a questi soggetti. E’ sancito dalla nostra Costituzione questo. Vogliono o non vogliono. E quindi tocca a loro, obbligatoriamente attivarsi su tutti i fronti almeno per alienare un disagio sociale. La vita è il bene più prezioso che una persona ha e quindi la dignità di chiunque va salvata e non denigrata.

Una nota per il sindaco pro tempore IAIA e il “scijuscetto” Saracino, assessore ai Servizi sociali: alcuni mesi fa in un Comune del brindisino alcuni assessori, abili, vollero provare l’esperienza di una carrozzella. Ovvero, si munirono di carrozzelle apposite per disabili e provarono ad attraversare le Vie del loro paese e tentare di entrare anche negli uffici pubblici. L’esperienza durò poche ore, peccato per la breve durata, ma uscirono scioccati da quella esperienza in quanto si misero nei panni di chi affrontava su di una carrozzella tutte le difficoltà della vita quotidiana.

A Sava, caso ultimo di “sensibilità amministrativa”, da pochissimi giorni è terminata la ristrutturazione esterna del corpo di fabbrica del Comando di Polizia municipale e non si è badato a fare uno scivolo dei diversamente abili! Incredibile!

E allora, sindaco IAIA e “scijuscetto” Saracino, a cosa siete buoni? A presenziare gli incontri sui diversamente abili, a mettervi in mostra in qualunque incontro ufficiale dove intervenite e  farvi i selfie per poi pubblicarli su facebook?

Alla luce dell’esperienza fatta dagli amministratori brindisini citati sopra, io un consiglio da darvi lo avrei: perché non provate tutti e due a dormire in auto qualche notte d’inverno? E poi vediamo come ne uscite entrambi. E, particolare non ultimo, siete pagati dal nostro Comune per amministrare.

Il sindaco IAIA prende al mese 3.100 e l’assessore Saracino 1300 euro al mese, oltre gli oneri previdenziali per il primo. Quindi sono quasi mensili 5.000 euro che escono dalle tasche del contribuente per la loro “opera”.

O questo, lo stipendio, è per grazia ricevuta?   

Giovanni Caforio






viv@voce

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