19 Dicembre – DifendiAMO Taranto
I giovani di Taranto: “A due anni di distanza dalla grande manifestazione del 15 Dicembre 2012 che, pur ignorata dai media e dalla stampa nazionale, portò in piazza circa 30.000 persone, abbiamo deciso di scendere ancora una volta in strada il 19 Dicembre”
In questi due anni nulla è cambiato, anzi, qualcosa forse sì: il degrado sociale, ambientale, economico e sanitario sono peggiorati; sempre più giovani sono stati costretti a lasciare questa terra migrando altrove per studio o in cerca di lavoro e nessuno dei nostri diritti quali la salute, l’ambiente, il reddito e il lavoro è stato tutelato. Lo Stato e la politica, che dovevano farsi garanti delle nostre richieste, ci hanno voltato le spalle perseverando nell’attività di programmazione economica a beneficio delle sole industrie pesanti inquinanti e nello sfruttamento delle principali aree e risorse del nostro territorio per interessi strategici nazionali e militari, imponendoci scelte deleterie che hanno fatto aumentare ancor di più il disagio sociale di questa sfortunata e martoriata terra, a vantaggio di poche lobby industriali e finanziarie.
Purtroppo, a tutt’oggi, le scelte politiche non prendono in considerazione la necessità di destinare alla riqualificazione della città di Taranto gli stessi fondi pubblici già concessi alle altre città e la costringono così all’isolamento e alla marginalizzazione impedendole di utilizzare le attività culturali e produttive più nobili per il suo sostentamento.
E’ arrivato il momento di dire: “BASTA, NOI NON CI STIAMO!”
Taranto ha già pagato il suo contributo con degrado, malattie, perdita di competitività delle imprese sane e chiede per questo il rispetto ed il ripristino delle sue vocazioni ecosostenibili e naturali originali basate sull’ agricoltura, sulla pesca, sulla mitilicoltura, sulla itticoltura, sulla zootecnia, sul turismo, sulla cultura, sull’arte, sulla musica e sullo sport.
Per questo il 19 Dicembre noi giovani, studenti, precari, disoccupati, saremo in piazza insieme alle associazioni, movimenti, comitati, lavoratori, imprenditori e liberi cittadini.
Vogliamo Salute, Lavoro, Ambiente, Risarcimento, Nuove Alternative Economiche “pulite”, e ci opponiamo fermamente al progetto “Tempa Rossa” ed alla nuova legge “Sblocca Italia”.
Vogliamo:
SALUTE: Quel diritto inviolabile sancito dall’art.32 della Costituzione che da troppo tempo manca in questa città. La vita di Taranto e della sua gente vale più di tutti gli sporchi profitti generati dagli speculatori industriali che presidiano questo territorio da troppi anni. Chiediamo la sanità pubblica e gratuita, anche alla luce dei terribili dati sulla salute dei tarantini contenuti nello studio S.E.N.T.I.E.R.I. 2012 e 2014. Chiediamo inoltre l’ampliamento delle strutture sanitarie esistenti e il potenziamento per la prevenzione delle malattie nei confronti degli operai, a cura dello SPESAL, a partire dal biomonitoraggio di sangue e urine di abitanti e operai, non limitandoci solo a curare ma anche a prevenire.
LAVORO: Un modello di sviluppo diverso che agevoli l’occupazione degli oltre 110.000 disoccupati dell’intera provincia, perché il nostro futuro non può più chiamarsi Ilva, Eni, Cementir e Marina Militare. Chiediamo pertanto all’Autorità Portuale di applicare i principi contenuti nello stesso PRP (Piano Regolatore Portuale), destinando l’impiego del porto ad attività che portino benessere all’intera collettività e non al singolo privato. A tale scopo, chiediamo la revoca delle concessioni, l’esproprio e la restituzione alla città di tutte le aree dei quattro sporgenti del porto mercantile di Taranto attualmente occupati da industrie private pesanti ed inquinanti nonché la liberazione delle aree del rione Tamburi Croce relative alla Cementir e Porta Napoli per poter realizzare il nuovo porto turistico nella Rada di Mar Grande completo di fronte mare e di tutti i servizi per turisti e passeggeri, come ristorazione, assistenza, accoglienza, sala convegni, stazione marittima, parco veicoli, car sharing e bike sharing, nuova stazione ferroviaria ed il collegamento ferroviario diretto tra porto ed aeroporto di Grottaglie.
Chiediamo inoltre la tutela delle attività tradizionali come la maricoltura, la pesca, la mitilicoltura e l’agricoltura. E’ necessario che a Taranto venga garantita una formazione qualificata, sia a livello scolastico che universitario, in modo che si acquisiscano le competenze più adeguate per affrontare i cambiamenti di questo momento storico e in particolar modo quelli che possono interessare il nostro territorio, come ad esempio quelle relative alle bonifiche. E’ importante ripristinare i corsi di laurea disattivati e quelli legati alle vocazioni locali, come Maricoltura o utili per la triste situazione sanitaria, come le discipline medico-scientifiche.
E‘poi necessario garantire ai tarantini la possibilità di scegliere liberamente la propria sede formativa e quella lavorativa.
AMBIENTE: chiediamo un ambiente salubre dove i bimbi possano tornare a giocare nei giardini e respirare aria pulita e il blocco immediato degli impianti inquinanti. Si avviino le bonifiche, applicando il principio del “chi inquina paga”. Facciamo di una sconfitta un’opportunità di rinascita: dal disastro ambientale nasca il distretto europeo delle bonifiche in modo che a Taranto si crei il know-how per bonificare tutti i siti inquinati d’Italia e d’Europa, impiegando gli operai e promuovendo un idea di riconversione ecologica, utilizzando Fondi Europei per le aree di declino industriale che saranno a disposizione anche nella programmazione 2014 – 2020.
Chiediamo l’interruzione della costruzione dei collettori fognari dei paesi dell’area orientale di Taranto con sbocco nel Mar Piccolo. Sarebbe opportuno sostituirli con bacini artificiali, per non inquinare ulteriormente quel lembo di mare pregiato.
RISARCIMENTO: lo Stato ed il privato, in base alle loro effettive responsabilità, si facciano carico degli scempi perpetrati in questa città per decenni e risarciscano i cittadini che hanno perso il lavoro, la salute e la voglia di vivere.
La Marina e l’Arsenale Militare restituiscano le aree demaniali alla città. Il demanio è un bene comune e le scelte sul destino delle aree demaniali di Taranto, site in posti panoramici e centrali della città, deve essere condivisa con la cittadinanza.
Si abbatta il “Muraglione”, vergogna tarantina, simbolo di oppressione e chiusura da parte dello Stato che ha inquinato e militarizzato la città. Chiediamo che le aree demaniali sul Mar Piccolo, ex marina Militare, vengano attrezzate per i grandi eventi turistici e culturali, prevedendo il grande teatro greco sul mare, aree per spettacoli, musica, concerti, arte e sport. (Quelle aree possono contenere fino a 200.000 persone). In particolare, la pianificazione di un distretto con impianti sportivi adeguati e moderni potrebbe rendere Taranto una capitale delle relazioni sociali e dello Sport.
Le infrastrutture necessarie che possono garantirci un’intermodalitá che favorisca sia la mobilità che lo sviluppo di attività alternative indispensabili, ma non invasive per il nostro territorio, dovranno essere compensate con l’abbattimento delle strutture edili e degli impianti industriali fatiscenti, impiantando, al loro posto, foreste urbane per tutelare l’equilibrio del nostro sistema ambientale.
ALTERNATIVE PULITE: spezzare il ricatto occupazionale, la monocultura dell’acciaio e dei veleni delle grandi industrie, puntando su alternative occupazionali pulite quali Cultura, Infrastrutture, Turismo, Agricoltura, Maricoltura, Artigianato, Allevamento.
Chiediamo la fine della cementificazione per gli usi residenziali all’esterno del perimetro della città, la rigenerazione urbana e la messa in sicurezza dei quartieri dell’Isola, del Borgo e di tutte le periferie della città.
La riqualificazione del Centro Storico potrebbe rappresentare un volano per attrarre nuove imprese e turismo.
Creare ricchezza dai rifiuti e superare il modello delle discariche e degli inceneritori avviando la raccolta differenziata e ove possibile il recupero/riuso/riciclo dei materiali.
Informatica digitale: Creazione software, sistemi operativi e applicazioni smartphone.
Per rendere possibile tutto ciò dobbiamo opporci ai nuovi progetti inquinanti che le multinazionali ed il governo vorrebbero attuare nella nostra città.
No al progetto TEMPA ROSSA: Tempa Rossa è un giacimento petrolifero situato in Basilicata. Il petrolio estratto verrebbe trasferito a Taranto e smistato su navi petroliere. Per questo progetto è prevista la costruzione di 2 serbatoi dal totale di 180 mila metri cubi.
Secondo il Progetto Tempa Rossa 2,7 milioni di tonnellate di petrolio transiterebbero nel Mar Grande di Taranto ogni anno, con un aumento del traffico di 90 petroliere che metterebbero in serio pericolo di inquinamento le nostre risorse marine. Uno studio ufficiale dell’ISPRA ha evidenziato che i porti più trafficati da petroliere sono quelli più inquinati da idrocarburi derivanti da petrolio.
Taranto inoltre verrebbe trasformata in un deposito di greggio con un aumento del 12% delle emissioni tossiche in una città già martoriata dal siderurgico Ilva. A Taranto la popolazione più colpita dai tumori è quella infantile, come confermano recenti studi epidemiologici. Il progetto Tempa Rossa accrescerebbe inoltre il rischio di incidente rilevante oltre ad impedire uno sviluppo economico sostenibile per una città già ridotta in miseria.
Il progetto Eni Tempa Rossa con alle spalle le multinazionali Total, Shell e Mitsui ha ricevuto pieno appoggio dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico.
Il petrolio di T.R.aumenterà del 40%la produzione italiana e così del 20% con lw trivellazioni nel mare adriatico e ionio, portando la copertura nazionale rispetto al fabbisogno dall’8 al 10%. Poichè il Mondo guarda Taranto,deve partire da qui un monito che, abbracciando tutte le città martoriate dalla grey economy, si faccia carico di cambiare gli stili di vita che possano largamente coprire quel 2% di differenza. Non possiamo lamentarci dei danni dell’economia da fonti fossili se poi non sappiamo farne a meno.
Noi ci opponiamo chiedendo il blocco di tale progetto che arricchirebbe solo le compagnie petrolifere a fronte di poche decine di posti di lavoro per la nostra città. Non abbiamo più bisogno di energia da fonti fossili.
Basta leggere i dati del rapporto conclusivo sulla green economy promosso dalle Commissioni congiunte Ambienti e attività produttive della Camera da cui si evince che per ogni miliardo investito nelle energie fossili si creano cinquecento posti di lavoro, per ogni miliardo investito nelle rinnovabili, come solare e fotovoltaico, i posti di lavoro salgono a 3000; per ogni miliardo investito in grandi opere si producono 640 posti di lavoro contro i circa 15 mila del settore della riqualificazione energetica degli edifici.
No alla legge ‘#SBLOCCAITALIA’: con questa legge si accelerano tutte le procedure che favoriscono le estrazioni petrolifere, in particolare nella vicina Basilicata con conseguente flusso di ulteriore petrolio a Taranto, e le trivellazioni che distruggerebbero l’ecosistema marino, danneggiandone flora e fauna. Aumenterebbe inoltre il rischio di sversamento di petrolio in mare, con ulteriore aggravio delle attività legate alla pesca, alla mitilicultura ed al turismo.
Inoltre lo #SBLOCCAITALIA agevola la cementificazione del territorio, la costruzione di inceneritori, la vendita del demanio, riducendo il ruolo e i poteri degli Enti locali.
Dimostriamo che Taranto è viva, che è sveglia, che resiste e che non si fermerà. Il 19 Dicembre, alle ore 17.00, partiremo da Via Cesare Battisti, altezza Palamazzola, per arrivare arrivo in Piazza della Vittoria. Confidiamo nella partecipazione di tutti. Difenderemo Taranto fino alla fine!
L’invito è esteso a tutte le associazioni, movimenti e comitati che potranno aderire nella forma che più desiderano.
La manifestazione è apartitica e pertanto non saranno accettati simboli e bandiere di partito o sindacali. Invitiamo partiti e sindacati a scendere in piazza da semplici cittadini perché dimostrino che l’amore per la loro città va oltre lo steccato di quella politica che finora non ha onorato Taranto per il suo splendore.