BRINDISI. SIT IN DEI COBAS PER LA DIFESA DEI LAVORATORI DEGLI APPALTI DELL’ ARSENALE DI BRINDISI E TARANTO

BRINDISI.  SIT IN DEI COBAS PER LA DIFESA DEI LAVORATORI DEGLI APPALTI DELL’ ARSENALE DI BRINDISI E TARANTO

I Cobas del Lavoro Privato hanno voluto denunciare lo stato di desolazione lavorativa degli Arsenali di Taranto e di Brindisi

Si è svolto ieri il sit in dei Cobas di Brindisi e di Taranto davanti al Castello Svevo di Brindisi, in occasione della visita del Ministro della Difesa Roberta Pinotti; per sostenere il PD nelle elezioni europee ed amministrative, il Ministro ha visitato il Comando della Brigata Marina S. Marco presso il Castello Svevo.

I Cobas del Lavoro Privato hanno voluto denunciare lo stato di desolazione lavorativa degli Arsenali di Taranto e di Brindisi, situazione che attualmente non garantisce con chiarezza i progetti futuri e che nel frattempo taglia ore lavorative preziose, a chi già svolge la sua attività nell’ambito di un orario gravemente ridotto.

I Cobas difendono, in particolare, i 20 lavoratori delle pulizie di Brindisi che dal 1 maggio hanno subito la riduzione delle ore lavorative del 30%, rispetto ad orari settimanali che si aggiravano mediamente intorno alle 15 e 20 ore. “La gara è da rivalutare, gli eccessivi ribassi, adottati dalla ditta, per alcuni settori arrivano al 58%” afferma il sindacato. “Si passerà da tre ore e mezzo a due ore e mezzo. Da 500 euro a 400 euro”.

Le proteste riguardano gli stessi tagli di lavoro a Taranto, dove da mesi si effettuano presidi sotto l’Ammiragliato per i lavoratori delle mense e delle pulizie della Marina Militare. Per i 300 lavoratori tarantini si parla di una riduzione del 60%. Nelle trattative si sono previsti anche orari di cento minuti al giorno.

Indubbiamente, affermano i rappresentanti sindacali “Il criterio a base d’asta, al massimo ribasso, ha penalizzato i lavoratori sia di Taranto che di Brindisi”. Il cambio d’appalto tra la Dussmann srl e la nuova azienda Italpulizie ha creato un’ingiusta sperequazione tra quelle che sono le spese del Ministero della Difesa, ad esempio gli F-35 ed il minimo sostentamento per le famiglie che già erano ai limiti della sopravvivenza.

L’Arsenale di Brindisi fu insediato 100 anni fa e passò da 60 dipendenti, alla fine della prima guerra mondiale, arrivando a 700 dopo la seconda guerra mondiale. Oggi ha subito una riduzione, un declassamento ad appendice, come sezione distaccata dall’Arsenale di Taranto, altro disastro creato da appalti fuggiti altrove.

Grandissime sono le preoccupazioni per il lavoro se consideriamo che anche il Castello Svevo, a Brindisi, è in vendita. Da più parti si parla di una nuova area logistica per ubicare in modo più moderno le officine dell’Arsenale; forse Capo Bianco si azzarda. Ma, come affermano, le agenzie di stampa brindisine c’è il progetto British Gas che magari potrebbe sperare un giorno, di utilizzare l’area portuale e le sue attività. Certo sappiamo che l’interesse di British Gas e di Brindisi Lng, con tutti gli iter processuali a loro sfavore, dovrebbero essere cessati, dal momento che nel novembre 2013, il Comitato portuale, ha ratificato il recesso unilaterale della società inglese dalla concessione demaniale dell’area su cui si sarebbe dovuto effettuare il rigassificatore.

Ci si augura, dunque, un impegno delle istituzioni a mantenere le attività dell’Arsenale Militare di Brindisi, con logistica migliorativa e con investimenti mirati, non solo in base alle leggi di mercato, ma con l’obiettivo di mantenere l’occupazione. I sindacati devono ottenere risposte concrete dal Ministero della Difesa e dal Governo, affinchè non si continuino a spendere somme spaventose, finanziando le imprese nazionali a svantaggio degli Arsenali di Brindisi e di Taranto.

Le due città, in credito da sempre, hanno subito disastri ambientali sul territorio e sulle persone, senza aver mai ottenuto alcun vantaggio economico per i cittadini che, al contrario, hanno sempre avuto gravissimi problemi di occupazione. Suona strano tutto ciò; è evidente l’antica volontà, da parte dello Stato in sintonia con colossi privati, di ricattare le popolazioni sul piano dell’occupazione, con il minimo reddito. E quando si accettano condizioni svantaggiose, come hanno sempre fatto le istituzioni tarantine e brindisine, la situazione non può che peggiorare. Accade allora che le ditte che prima offrivano tre ore al giorno di lavoro ai propri dipendenti, oggi ne offrano forse due.

E’ il caso, dunque, che Brindisi e Taranto ripristinino la propria identità, pretendendo da un lato la conservazione dei posti di lavoro attuali e dall’altro la creazione di nuove occasioni produttive in sintonia con le esigenze del territorio e dell’ambiente. Oggi, a dimostrazione che la lotta per i propri diritti ha un valore determinante, abbiamo appena ricevuto notizia dai Cobas che un incontro con le istituzioni è stato ottenuto. Dunque mattinata incandescente, ma produttiva.

Il Ministro Pinotti, nel corso dell’incontro, ha dichiarato di conoscere la situazione dei lavoratori delle pulizie, ma ha rilevato che il Ministero della Difesa non ha molto danaro in affidamento e parte del danaro sarà disposto per l’acquisto dei fucili Beretta ai militari. Al momento non è possibile risolvere il problema dei lavoratori delle pulizie, ma se la situazione economica del Ministero dovesse cambiare, prenderà in considerazione delle modifiche ai provvedimenti. Sempre nel corso della mattinata il sindacato Cobas ha incontrato il Segretario Generale della Provincia di Brindisi, il dott. De Magistris che ha assicurato il massimo impegno dell’Ente a sostegno dei lavoratori.

I Cobas del Lavoro Privato con il rappresentante Roberto Aprile, hanno intanto chiesto al Ministro di chiedere al Governo di diminuire le spese militari a favore degli F-35 ed eventualmente investire qualcosa per questi lavoratori.

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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