MANDURIA. Zona balneare di S. Pietro in Bevagna. Furti di intere dune costiere
Al Signor Sindaco del Comune di Manduria (TA), All’ Assessore all’Ambiente ed Ecologia del Comune di Manduria (TA), Al Comando di polizia Municipale del Comune di Manduria (TA), Alla Capitaneria di Porto di Campomarino di Maruggio (TA)
Nel marzo del 2010 la Guardia di Finanza della Tenenza di Manduria a seguito di un mio esposto operava il “sequestro preventivo” (successivamente convalidato dal Magistrato della Procura di Taranto) di un tratto di spiaggia dove, a circa dieci metri dalla battigia, ignoti avevano “insabbiato” diversi quintali di rifiuti speciali bituminosi, in particolare sfridi di manto stradale e inerti di costruzione.
Trascorse diverso tempo dal giorno del sequestro dei circa 20 metri quadrati di spiaggia, vi furono diverse polemiche su chi doveva intervenire per la rimozione dei materiali inquinanti, ma alla fine l’amministrazione comunale di Manduria con fondi propri si adoperò a far bonificare l’area interessata dall’inquinamento (ma ancora oggi sul posto vi sono evidenti tracce di materiale bituminoso e inerti).
Qualche giorno fa dopo circa 4 anni, sono ritornato sul posto dove avvenne quel “delitto ambientale” e ancora una volta mio malgrado, ho dovuto constatare che la stessa spiaggia, ritenuta una delle più belle della costa orientale della provincia di Taranto, è stata sottoposta ad opera di ignoti, ad un’ulteriore “attacco ambientale” con danneggiamento dell’arenile.
In prossimità della “vecchia discarica”, a pochi metri dalla spiaggia, vi sono evidenti tracce del passaggio di un “mezzo meccanico” che portano in prossimità di una “duna” dalla quale qualcuno in maniera indisturbata e con incredibile incoscienza ha RUBATO (le spiagge sono di proprietà demaniale) un consistente quantitativo di sabbia. Tutto ciò è avvenuto in violazione all’art. 624 c.p. e all’art. 1162 Codice della Navigazione rubricato: “estrazione abusiva di arena o altri materiali che così recita: chiunque estrae arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione predetta è punito con la sanzione amministrativa del pagamento da una somma di euro 1.549,00 a euro 9.296,00.
Le spiagge, gli arenili e il paesaggio, patrimonio naturale, ambientale e culturale, sono un “bene” prezioso che contraddistinguono l’identità del nostro territorio che “deve” essere tutelato nell’interesse dell’intera collettività e non a uso e consumo dei singoli. Per quanto sopra esposto, nell’ambito delle rispettive competenze CHIEDO di voler avviare opportune indagini sull’accaduto (furto di arena e danno ambientale) e vigilare alfine di “arginare” ulteriori danneggiamenti all’ambiente naturale e paesaggistico
Mimmo CARRIERI
Responsabile settore Ambiente ed Ecologia
Associazione CPA- Sez. Prov.le di Sava (TA)