ETTORE LOMARTIRE: “SAVA, E QUINDI I CITTADINI SAVESI DEVONO CAMBIARE ASSOLUTAMENTE LA MENTALITA’. HO MOLTA FIDUCIA NELLE NUOVE GENERAZIONI”

ETTORE LOMARTIRE: “SAVA, E QUINDI I CITTADINI SAVESI DEVONO CAMBIARE ASSOLUTAMENTE LA MENTALITA’. HO MOLTA FIDUCIA NELLE NUOVE GENERAZIONI”

Era la fine del 1997 e mi ricevette in una grande sala che prendeva luce da una grande finestra che si affacciava in un ordinato giardino e la prima domanda che rivolsi fu: “Sindaco dei savesi in due fasi e per diversi anni: come è cambiata la sua vista dopo l’investitura a primo cittadino?” Tranquillamente mi rispose: “La mia vita cambiò soltanto nell’impegno personale, oltre che in quello professionale”. Appena dopo chiesi come definiva la sua esperienza nel Palazzo e mi rispose: “Positiva al massimo: all’epoca (1983 ndr) vi era l’apertura verso nuovi orizzonti, c’era la necessità di capire e soddisfare le esigenze della gente”. Già. “Cosa chiedeva la gente al Sindaco Ettore Lomartire?” Sempre in modo composto e con estrema calma disse: “La gente chiedeva più o meno le stesse cose del passato: nell’immediato voleva che venissero risolti i problemi individuali (posto di lavoro, assistenza) che quelli collettivi. Il cittadino savese vedeva nell’Amministrazione locale la figura risolutrice dei suoi problemi”. Subito pronta la domanda “pungente”: “Appena lei iniziò l’esperienza politica molti dissero che il suo nome si scriveva “Ettore Lomartire” ma si leggeva “Bruno D’Oria”: era vero?” Sorrise leggermente e la risposta fu alquanto distensiva: “Per me chi pensava questo sbagliava molto. All’epoca, e questo non lo dobbiamo affatto dimenticare, l’identificazione era nella figura del leader locale dei partiti di allora: Ninì Decataldo stava al Pri come Salvatore Buccoliero stava alla Dc, Lillino Ariano stava al Psdi come Olindo Camassa stava al Cavallino Rampante, Cosimo Mancino stava al Pci come Gaetano Desantis stava all’Msi. lo non facevo quello che mi veniva detto dal mio capogruppo del mio partito, o quanto meno non facevo tutto quello che mi veniva detto”. Subito pronta l’altra domanda “pungente”: “Non si è mai sentito manipolato il Sindaco Ettore Lomartire?” Scattante la risposta: “Nel modo più assoluto: anche se era la prima esperienza politica non mi sono mai sentito manipolato o manovrato. Ho portato avanti un progetto e una linea politico- amministrativa che era giusto portare avanti per la quale mi sono sempre trovato in sintonia con il pensiero di Bruno D’Oria”.
II tono dell’incontro diventa meno pungente, più formale: ”Come ci si sente ad essere Sindaco di Sava?” Tranquillisisma la sua risposta: “Io mi sono sentito utile, le speranze erano molte tra cui la speranza per un futuro migliore per Sava. La voglia di sentirsi protagonisti attivi del cambiamento del nostro paese. I problemi del paese erano molti: la scarsa occupazione, la mancanza della piccola imprenditoria e poi un fattore che non va dimenticato: la mentalità dei savesi. Ho sempre notato, con grande rammarico, la paura del savese ad investire, tutti si accontentano di quello che hanno e non si pongono le basi per un futuro diverso”. Sindaco di due diverse fasi nello stesso decennio: “Come ha trovato il paese nella prima guida?” Pronta la radiografia: “Il paese si presentava cresciuto a dismisura: le costruzioni abusive avevano quasi occupato tutta la periferia del paese, quindi ci prodigammo per portare l’elettrificazione e la viabilità a questa “nuova Sava”. Ereditammo una macchina comunale inceppata: ristrutturammo i servizi comunali, ci fu l’ap-provazione della nuova pianta organica che permise l’indizione dei concorsi per varie qualifiche”. Questo da sindaco nella prima “Giunta di sinistra” durata pochissimi mesi. E nella seconda carica da primo cittadino, con una coalizione diversa? “Non notai grossi cambiamenti del tessuto sociale. La nuova Amministrazione comunale completò molte opere pubbliche: la seconda Scuola Materna, l’ampliamento della Scuola Media “Tommaso Fiore”, il completamento della Caserma dei Carabinieri, la sistemazione delle strade urbane, l’individuazione della zona per i Piani per gli insediamenti Produttivi (Pip), l’ampliamento del Cimitero Comunale. Non è poco”. In quel periodo avevamo, o meglio, abbiamo anche tutt’oggi, una opera incompiuta che è costata tantissimi soldi del contribuente: il macello nuovo.
Alla domanda: “E per il macello comunale cosa mancava per completare l’opera?” Subito partì dalla base: “Il macello è partito male come progettazione: vi fu una progettazione non idonea rispetto alle nuove norme sia nazionali che comunitarie che imponevano particolari vincoli a simili strutture per cui ci fu la necessità di fare varianti in corso d’opera con conseguente necessità di nuovi finanziamenti che non si reperirono facilmente. L’opera è nata male ed è peggio”. Aldo Maggi Sindaco dei savesi nel 1997: “Che giudizio da l’ex Sindaco Ettore Lomartire dell’attuale Sindaco Aldo Maggi?”  “Politicamente lo conosco poco, lo conosco di più nella sua veste imprenditoriale e pertanto mi dicono che abbia un carattere alquanto decisionista che a volte mal si concilia con i “desiderata” degli altri partner dell’Ulivo. Sul piano operativo, comunque, non vedo grossi cambiamenti”. Alla fine della prima metà degli anni ’90 l’ex Sindaco Ettore Lomartire ha voluto mettersi da parte e alla domanda: “Perché l’ex Sindaco Ettore Lomartire ha voluto uscire fuori dalla scena politica?” rispose così: “Ho preferito riconsiderare le mie posizioni, ho avuto voglia di stare un pò con me stesso, era forse il tempo di dare ad altri la possibilità di farsi avanti e di ricevere gli elogi e le critiche. Quando non si hanno responsabilità non si sbaglia mai”. Vedevamo questo nostro paese sempre uguale a se stesso, pigro e lento nei cambiamenti e nella domanda: “Dottore Lomartire: come può cambiare Sava dal punto di vista di “uno” che l’ha guidata?” Diede un giudizio obiettivo molto ma molto vicino al reale: “Sava, e quindi i cittadini savesi, devono cambiare assolutamente la mentalità. Ho fiducia nelle nuove generazioni, nei giovani di oggi vedo il desiderio di affermazione nel campo del lavoro, cosa questa che è molto positiva”. E’ scomparso un uomo prestato alla politica, che molti hanno abbinato alla cosiddetta “Prima Repubblica” ma, la “Prima Repubblica” a Sava non è mai finita e la “Seconda Repubblica ha avuto solo e soltanto una timida apparizione che ci ha riportato nella “Prima Repubblica”.

Giovanni Caforio

viv@voce

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