Barilla rilancia da Taranto la filiera cerealicola hightech

Barilla rilancia da Taranto la filiera cerealicola hightech

Per la prima volta un convegno sul grano duro di livello nazionale è stato realizzato a Taranto, il 7 maggio presso la locale Camera di Commercio, e non in altre zone di maggiori tradizioni cerealicole del Meridione

Ma non è un tentativo di “invasione di campo”, come ha sottolineato il Presidente di Confagricoltura Taranto, Luca Lazzàro, che ha confermato il leale sostegno della sua organizzazione alla candidatura di Foggia quale sede della costituenda CUN (Commissione Unica Nazionale), il nuovo organismo che rileverà settimanalmente il prezzo delle principali qualità di grano duro italiane.

Il convegno “Quali scenari nel mercato del grano duro?”, organizzato da Confagricoltura Taranto e dal Consorzio Global Fresh Fruit, è stato aperto dai saluti di Vincenzo Cesareo, vicepresidente della locale Camera di Commercio e presidente di Confindustria Taranto.

I lavori, moderati da Herbert Lavorano, coordinatore OP Italia Cereali e redattore de “L’informatore agrario”, sono entrati nel vivo con l’intervento via Skype di Piero Toscano, ricercatore IBIMET (Istituto di Biometeorologia) del CNR di Firenze.

Il ricercatore CNR ha presentato la piattaforma “Agrosat”, un progetto realizzato da IBIMET CNR di Firenze e di Foggia (Ibimet-Cnr, Dipartimento bioagroalimentare-Disba) in collaborazione con Barilla S.p.a.

Il sistema Agrosat, online e gratuito, è uno strumento di supporto alle decisioni dell’agricoltore che consente di ottimizzare le tecniche di coltura, in particolare supportando la gestione della concimazione attraverso tecniche di agricoltura di precisione.

Grazie ad Agrosat è stato fornito ai produttori cerealicoli della Toscana, dell’Emilia-Romagna e della provincia di Foggia, un quadro della variabilità temporale di biomassa in campo e l’elaborazione di mappe di prescrizione per la fertilizzazione, mediante spandiconcime a rateo variabile.

Piero Toscano, dopo aver sottolineato che in Italia solo l’1% della superficie agricola è destinata all’impiego delle tecniche di precisione in agricoltura (dato Mipaaf 2015), percentuale che in Francia, Germania e Regno Unito supera ampiamente il 20% e negli Stati uniti persino l’80%, ha spiegato che «per chi non disponesse di mezzi di ultima generazione, Agrosat permette di navigare le mappe di prescrizione così da abilitare in tempo reale una razionalizzazione delle concimazioni: sarà sufficiente uno smartphone o un tablet per monitorare la propria posizione sulla mappa e dosare il rilascio di concime in base a quanto prescritto!»

Dopo una prima fase sperimentale, ora Agrosat è in grado di fornire le mappe di quasi tutta la superficie agricola italiana, uno strumento dalle enormi potenzialità che ora deve essere fatto proprio dagli agricoltori. Questi devono entrare nel sistema e inserire i dati relativi alle loro particelle (proprietà, coltura, etc etc) in modo che possano utilizzare al meglio le informazioni fornite dalle mappe satellitari aggiornate settimanalmente.

Come ha sottolineato nel suo intervento il presidente del Consorzio Global Fresh Fruit, Francesco De Filippis, «Agrosat può rappresentare anche uno straordinario strumento a favore della tracciabilità “certificata” dell’intera filiera cerealicola, dalla semina del frumento al conferimento del grano duro al mulino, l’unico modo per garantire al consumatore finale la provenienza del grano con cui è stata prodotta la pasta che sta acquistando, come peraltro dovrà essere indicato obbligatoriamente in etichetta».

Proprio il Consorzio si candida, con la partecipazione di Dottori Agronomi abilitati e utilizzando anche i dati di Agrosat, come soggetto certificatore della filiera cerealicola.

Francesco De Filippis ha poi rivendicato il successo del Consorzio Global Fresh Fruit che, costituito poco più di tre anni addietro da sei “soci fondatori” a Massafra, si è dedicato prevalentemente ai contratti di filiera annuali con Barilla per la produzione certificata di grano Aureo per il top quality brand “Voiello”.

Così si è passati dalle 18 aziende agricole del primo anno, con una settantina di ettari, agli oltre cento produttori cerealicoli di quest’anno con oltre 700 ettari, per un valore complessivo stimabile in circa un milione di euro; le aziende sono ubicate in un ampio areale che, partendo nella provincia jonica da Laterza, comprende ormai tutto il Salento.

Francesco De Filippis ha anche annunciato la sottoscrizione di un accordo tra il Consorzio Global Fresh Fruit, che è anche centro di stoccaggio per Barilla, e Confagricoltura Taranto che vedrà il consorzio riconoscere particolari premialità alle aziende aderenti alla organizzazione sindacale che decideranno di sottoscrivere un contratto di filiera con Barilla.

Francesco De Filippis ha concluso il suo intervento invitando Barilla a sviluppare, come accaduto con il Grano Aureo, delle varietà di frumento che possano garantire, nelle particolari condizioni pedoclimatiche del nostro territorio, le migliori rese possibili.

Invito raccolto da Paolo La Cava, responsabile acquisti Barilla Mulino Altamura e Sud Italia, che ha relazionato su “I contratti di filiera: una garanzia per il reddito dei produttori”: dopo aver mostrato grafici con l’andamento del prezzo del grano negli ultimi lustri, nonché il rapporto tra domanda e offerta di materia prima nello stesso periodo, il manager del Gruppo Barilla ha spiegato che, nell’epoca della globalizzazione in cui tutti i mercati sono collegati tra loro, è impensabile che una sola realtà, per quanto importante, possa “gestire” il prezzo del grano.

Si possono, invece, creare strumenti che garantiscano agli imprenditori agricoli un reddito medio costante per un certo periodo, evitando loro di subire le notevoli oscillazioni del mercato: il Contratto di filiera è uno di questi strumenti.

Paolo La Cava ha concluso il suo intervento affermando che i contratti di filiera rappresentano l’unica “medicina” per garantire ai produttori agricoli un reddito soddisfacente in un periodo di medio termine, mettendoli così al riparo dalle oscillazioni dei mercati, e consentendo loro di operare investimenti e programmare la produzione.

Questi effetti possono essere ancora più vantaggiosi se i produttori si uniscono consorziandosi, proprio come è avvenuto sul nostro territorio con il Consorzio Global Fresh Fruit.

Concludendo i lavori il Presidente di Confagricoltura Taranto, Luca Lazzàro, ha iniziato affermando entusiasticamente «il futuro del grano duro è ora e nasce a casa nostra!»

«I dati fornitici da Piero Toscano ci indicano quanto l’agricoltura italiana sia in ritardo rispetto agli paesi europei evoluti – ha poi detto Luca Lazzàro – e questo conferma la bontà della scelta strategica di Confagricoltura di essere al fianco delle nostre imprese nella loro innovazione, non una innovazione fine a se stessa, ma tesa a migliorare la redditività».

«Due dati – ha concluso Luca Lazzàro – mi hanno impressionato: con l’agricoltura di precisione in Germania l’uso dei fertilizzanti è stato ridotto del 15% senza intaccare la resa produttiva, e in Gran Bretagna circa il 25% delle aziende utilizza strumenti agritech con un risparmio medio di 800 sterline/anno: queste sono le performance aziendali che dobbiamo raggiungere!».

IL CONTRATTO DI FILERA CON BARILLA

Per garantirsi un grano “top quality” le aziende leader italiane, come il Gruppo Barilla, da tempo hanno puntato sui cosiddetti contratti di filiera: da un lato gli agricoltori sono obbligati a coltivare frumento secondo precisi standard e disciplinari agronomici, da un altro i buyer si impegnano, fin da prima della semina, ad acquistare tutto il raccolto ad un “prezzo minimo garantito” prestabilito; in seguito questo potrà solo aumentare in base a un calcolo basato sulla media, in un determinato periodo, del prezzo del grano duro al listino della Borsa merci di Foggia.

Ovviamente l’unica variabile è la quantità di frumento raccolto che dipenderà dalle capacità dell’agricoltore e dalle condizioni climatiche; il Consorzio Global Fresh Fruit fornisce anche una consulenza tecnica per “accompagnare” il produttore durante tutte le fasi della coltivazione, certificando così la qualità del prodotto al Gruppo Barilla, fattore che rappresenta una importante garanzia per il consumatore sulla tracciabilità e qualità del prodotto.

 

 

 

viv@voce

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