MANDURIA. Amministrative 2020/1. Gregorio Pecoraro, candidato sindaco: “Crediamo nell’elettore manduriano e nella sua capacità di scegliere un progetto politico nuovo, fatto di competenze, onestà ed energie giovani”

Iniziamo il viaggio nella vicina città messapica con l’intervista a tutti i candidati sindaci. Iniziamo con Gregorio Pecoraro che guida la coalizione “Pecoraro Sindaco per Manduria”, supportata dai Movimenti civici “CITTA’ PIU’ “, “Movimento Democratico per Manduria”, “Pecoraro Sindaco” e  dal “Movimento 5 stelle”

Un marchio infamante per la città manduriana: sciolto il Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche-mafiose. Come si presenta l’elettore messapico a questo “singolare” appuntamento?

Con la voglia di voltare pagina e guardare avanti. I Cittadini manduriani sono consapevoli della difficile situazione in cui versa la Città, come pure sanno bene che è necessario ed importante sostenere una coalizione che attui la buona politica per il bene comune. Mi auguro che la sollecitazione da parte di tanti candidati consiglieri  non crei una confusione tale da ritrovarci, alla fine, un consiglio comunale in cui sono presenti i soliti noti.

La vostra storia, la vostra cultura sono state declassate da scriteriati che hanno fuso l’impegno amministrativo con quello criminale. Lei crede che i manduriani sapranno essere giudici severi nell’urna?

Io e la mia coalizione non vogliamo giudicare nessuno, ma crediamo negli elettori, nel voto democratico e nella loro capacità di scegliere un progetto politico nuovo, fatto di competenze, onestà ed energie giovani.

Della serie “A volte ritornano”: perché Gregorio Pecoraro è sceso in “campo”?

Sono sceso in campo, e quindi mi candido, perché un gruppo di giovani cittadini onesti e capaci, molti dei quali “nuovi” alla politica, mi ha individuato come “guida esperta” per un progetto politico di rinascita per la città. Il loro entusiasmo mi ha convinto e mi sono messo a disposizione con le mie competenze professionali in materia di Pubblica Amministrazione (come revisore dei conti in diversi Comuni della Puglia), ma anche con l’esperienza positiva del mio passato di sindaco, per quasi 7 anni, a Manduria: negli anni 90 fui eletto per due volte di seguito, quindi apprezzato e premiato dai cittadini. Il mio ritorno alla politica attiva è ritenuto da alcuni utile, da altri meno, ma non mi sono tirato indietro: voglio, ancora, mettere a disposizione le mie energie e la mia competenza a disposizione della comunità e di questa nuova generazione di candidati e di giovani manduriani che tra mille difficoltà, coraggiosamente, hanno deciso di rimanere a vivere a Manduria, di lavorarci,  di fare famiglia, di crescere qui i loro figli.

Alla ufficializzazione della notizia, la reazione dei manduriani qual è stata?

I manduriani mi conoscono come persona moderata, seria, ed affidabile, come politico esperto e come tecnico della pubblica amministrazione, per cui alla notizia di un mio ritorno molti hanno appreso favorevolmente la notizia: capiscono che per la rinascita di Manduria occorrono esperienza e nuove energie.  Inoltre tanti che ricordano la mia esperienza passata, che si concluse nel 2001, mi hanno manifestato affetto, stima e incoraggiamento, così come molti altri, per il solo fatto di aver sentito “parlare bene” di me. Tutto ciò mi ha molto gratificato, perché conservare un buon ricordo dopo tanto tempo non è scontato.

Sei candidati sindaci, ben 600 candidati al Consiglio comunale. Oltre ad essere una espressione della nostra democrazia, per lei che segno è questo?

La presenza di tanti candidati consiglieri sicuramente è espressione di una partecipazione democratica.  Ritengo, però, che tante liste formate negli ultimi giorni stiano ad indicare la superficialità dell’approccio alla politica. Non mi spiego come, improvvisamente, siano nate le diverse coalizioni senza un percorso condiviso sul programma e sulle persone che dovrebbero attuarlo.    

Programma elettorale, a volte si somigliano tutti. Il suo da cosa si differenzia dagli altri?

Il nostro programma è ricchissimo di propositi, ne riporto alcuni. Per migliorare la qualità della vita nella Città è necessario: riorganizzare la macchina amministrativa, verificare i contratti di servizi in essere affidati a terzi dal Comune, programmare, costituire un albo di professionisti con “competenze specifiche per gli Enti” e sostenere la costituzione di Cooperative di Comunità.

Per garantire al cittadino la qualità dei servizi, la macchina amministrativa deve basarsi sulla meritocrazia, sulle competenze e sul rispetto di ruoli. La carenza di personale deve essere compensata da una adeguata formazione. Occorre ristabilire un sereno rapporto con i cittadini dando risposte certe in tempi adeguati, per evitare che il “diritto” passi per “favore”.

Per rendere subito la città più pulita ed accogliente occorre verificare e controllare contratti e capitolati dei servizi esternalizzati, il loro rispetto in termini di esecuzione, di personale impiegato e di risultati. Una Città si migliora e si rende vivibile attraverso uno sviluppo programmato che dia importanza al decoro e arredo urbano; alla viabilità; alla realizzazione di parcheggi, isole pedonali, piste ciclabili ed eliminazione delle barriere architettoniche; al recupero del centro storico e delle case abbandonate, delle facciate dei palazzi e delle periferie; allo sviluppo delle marine; alla promozione dei nostri beni archeologiche e naturali; al sostegno delle nostre realtà economiche.

Il tutto potrà essere realizzato mediante una programmazione che indichi le priorità di esecuzione in funzione di disponibilità finanziarie proprie o di finanziamenti europei, statali e regionali, con l’ausilio di diverse professionalità di fiducia attinte da un albo comunale.

L’Amministrazione Comunale deve svolgere un ruolo di promozione e disseminazione di un modello di aggregazione sociale, quale la Cooperativa di Comunità, fornendo, nel rispetto delle norme vigenti, opportunità e risorse. La Cooperativa è in grado di costruire risposte condivise dai cittadini a bisogni collettivi; è, infatti, uno strumento che  realizza la comunità stessa, mettendo a disposizione, ciascun socio e tutti insieme,  la propria creatività, le  proprie capacità, il proprio saper fare, per rispondere, in termini di servizi, ai fabbisogni emergenti in relazione al welfare, alla tutela ambientale, alle politiche giovanili, allo sviluppo sostenibile. E poi la “squadra operativa” non sarà solo costituita dalla giunta e da consiglieri con deleghe esterne, ma anche da un gruppo di consulenti esperti che affiancheranno “la politica” nel difficile compito di modernizzare città e territorio.

Campagna elettorale 2020. Lei ha partecipato a diverse campagne elettorali, risultando anche come vincitore e sindaco della città. A distanza di oltre un decennio, come vede questa competizione?

Le competizioni elettorali devono evidenziare e far conoscere agli elettori il programma per la Città.  Ogni coalizione si propone per migliorare le condizioni di vita sociale, economica e culturale. Il punto importante diventa la “credibilità”, cioè con quali persone e con quali strumenti si vuole attuare tale programma.

Il fenomeno “Lega”. Perché al sud, nonostante le mille maledizioni invocate da Bossi e compagnia varia verso il meridione, il partito di Salvini ha preso “corpo”?

Con Salvini il partito de “La Lega” ha subito delle variazioni: la parola “Nord” è scomparsa solo nella campagna di Salvini;  l’indipendenza della Padania rimane comunque. La frase “Prima di tutto il Nord” è stata temporaneamente occultata e sostituita, per fare proseliti al Sud, con il “prima di tutto gli italiani”. L’articolo 1 dello statuto parla chiaro: indipendenza del Nord dal Sud. 

I cittadini del Sud non sono considerati “italiani”, lo si capisce bene dalla politica verso il mezzogiorno (non solo dai cori negli stadi e dall’atteggiamento di spocchiosa superbia verso di noi) in quanto nessun atto della Lega Nord, come di tutti gli altri partiti, è stato fatto per investire al Sud il 34% della spesa pubblica. Cifra che spetta alle regioni meridionali che contano il 34% della popolazione nazionale.

Fatta questa premessa ritengo che il partito de “La Lega” presente al sud sia un fatto innaturale. Come pure riconosco che in una situazione economica difficile e particolare Salvini riesca ad individuare argomentazioni populiste che suggestionano alcuni cittadini, spesso poco o male informati. Infine non dimentichiamo le ambizioni di tanti politici, che cercano una “casa” in cui emergere. Spero tanto che il sud si svegli al più presto prima che sia troppo tardi.

Amministrare una comunità come Manduria, con oltre 32mila abitanti, non è certamente facile. Se poi si aggiungono i 18 chilometri di costa forse lo è ancora di più. Non trova?

Tutto può essere facile o difficile, a seconda di come si interviene. Se si riesce ad essere uniti e sereni, servirsi delle competenze giuste, applicare la programmazione degli interventi, allora con semplicità si possono fare cose che oggi possono sembrare impossibili.

Le marine di tutta la nostra costa orientale risultano ogni anno sempre degradate e con la mancanza dei servizi. Certamente San Pietro in Bevagna, oltre a Torre Colimena, sta tra queste. Eppure il cittadino paga i tributi per avere i servizi. Non trova?

Siamo tutti d’accordo che i cittadini sono favorevoli a pagare i tributi a condizione che vi sia una politica di sostegno al territorio. Sicuramente la nostra marina richiede immediatamente degli interventi: la sua riqualificazione passa attraverso la realizzazione dei servizi essenziali, delle infrastrutture, della viabilità che preveda isole pedonali e piste ciclabili, dell’ambulantato regolamentato, del piano spiagge e dell’accesso al mare ai disabili, e attraverso la valorizzazione di tutta la zona delle Riserve Naturali che comprende, oltre la salina Monaci, la foce del Chidro, il bosco di Rosamarina e Cuturi.   

Per fare questo c’è bisogno di un piano strategico di sviluppo ragionato e complessivo che tuteli l’ambiente e la salute dei cittadini, e che valorizzi il territorio in termini di sviluppo economico e occupazionale.

Sta accarezzando l’idea, ogni giorno che passa, di amministrare la sua comunità?

Sono sereno e convinto di avere un programma elettorale credibile ed una coalizione capace di realizzarlo, elementi indispensabili per rendersi utili ad una comunità.  

Ultima domanda. Ipotizziamo che Gregorio Pecoraro è sindaco della città. I suoi primi classici 100 giorni quali sono?

I primi tempi saranno impiegati per rivedere l’organigramma comunale, per verificare il rispetto dei capitolati da parte delle aziende che svolgono servizi per conto del comune per rendere immediatamente pulita, ordinata ed accogliente la città; per verificare i flussi finanziari in entrata ed uscita. Il Comune, per far crescere il territorio sotto ogni punto di vista, deve avere un piano strategico per una crescita  economica, produttiva, turistica, culturale e sociale.

Si dovrà programmare l’anno 2021 per uno sviluppo del territorio che guardi a tutte le attività: artigianali, commerciali e professionali, con valorizzazione delle nostre eccellenze; puntare sul rilancio della prossima edizione della Fiera Pessima;  sul turismo culturale come motore della crescita economica della comunità, mettendo in evidenza e valorizzando tutti i beni culturali e paesaggistici di cui dispone Manduria: il polo museale e archeologico, le riserve naturali, il centro storico, la biblioteca Marco Gatti, chiese e palazzi storici, masserie, itinerari enogastronomici, spiagge e paesaggio costiero.

Giovanni Caforio

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