GROTTAGLIE. “Linalì e altre piccole storie sfuse” fa riflettere in Utòpia

GROTTAGLIE. “Linalì e altre piccole storie sfuse” fa riflettere in Utòpia

E’ stato presentato ieri sera, nella sede dell’associazione Utòpia, un libro fatto di racconti illustrati, ruotanti attorno a tragiche realtà passate e attuali

Dopo i saluti del Presidente “Utòpia” Ciro Petrarulo, al vasto pubblico presente in sala, si è proceduto alla presentazione del libro scritto da Annarita Campagnolo: “Linalì e altre piccole storie sfuse”, ossia 8 storie, apparentemente a se stanti e scollegate l’una dall’altra, che raccontano diverse realtà, affrontando, tra gli altri, argomenti quali la mafia, lo sfruttamento della prostituzione, l’immigrazione, la guerra.

Al tavolo erano presenti la direttrice artistica Utòpia, Gabriella Rodìa, Caterina Petrarulo (studentessa che ha curato in maniera esemplare le letture), la scrittrice Annarita Campagnolo, la dott.ssa Chiara Orlando e lo psicologo Giacinto Castellana. Già dalla prima esposizione del contenuto dell’opera, se ne comprende il grande valore morale.

I protagonisti delle storie, hanno tutti qualcosa da insegnare al lettore, oltre che ad emozionarlo e a farlo riflettere. Sono temi importanti quelli affrontati, che aprono le coscienze su ciò che è stato e su ciò che, purtroppo ancora attualmente, è. Il dibattito è stato allietato dagli intermezzi di Paolo Campioni e Francesco Lassainato (duo “Rapsodi”), i quali si sono esibiti con “Amara terra mia” di Modugno, “Generale” di De Gregori e “Grazie alla vita “ di Gabriella Ferri. La fame, l’emigrazione, i bombardamenti, la risposta al tutto.

Dovremmo ringraziare di ciò che la storia, con fatica, ci ha consegnato: la libertà ed un miglioramento economico. Ma è così? Ciò che non è stato sofferto in prima persona, non viene valutato; ciò che abbiamo ricevuto in dono, non viene adeguatamente apprezzato. Tutto ciò che la povertà ha portato, è questione articolata da affrontare; ma qui basti sapere che tutto ruota attorno al lavoro e alla cultura.

Non potevano restare in ombra, poi, le immagini di due eroi italiani: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, emblemi della legalità e della giustizia.

La Campagnolo dichiara di scrivere dapprima per se stessa, un po’ come fanno anche i poeti, e poi per lasciare qualcosa agli altri. Qualcosa stasera è rimasto sicuramente nei cuori e nella mente del pubblico presente: l’importanza dell’informazione e della memoria. La memoria, già! Quella che spesso perdiamo troppo in fretta.

Gabriella Miglietta

viv@voce

Lascia un commento