TARANTO. “Scoppio raffineria Eni. Ma la città è al sicuro?”

TARANTO. “Scoppio raffineria Eni. Ma la città è al sicuro?”

Nota stampa di Gianluca Lomastro,  presidente dell’associazione  MADE IN TARANTO ® ==>  www.madeintaranto.org

La raffineria Eni di Taranto è una delle più grandi d’Europa e questo lo sanno tutti. Ma pochi sanno se, in caso di incendio o scoppio, c’è o meno un piano di evacuazione.

In tutto il mondo si ripetono gli incendi e gli scoppi di raffinerie. Anni fa, a Pavia un’improvvisa esplosione causò un incendio alla raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi, con fiamme e fumo visibili anche a centinaia di metri di distanza. Fu il terzo incidente simile in pochi mesi, l’ultimo dei quali a dicembre del 2016. Ancora ignote le cause dell’incidente.

Nel 2016, anche in Messico, una colonna di fumo carica di composti chimici nocivi minacciò gli abitanti di Coatzacoalcos, nello Stato orientale messicano di Veracruz. Una forte esplosione nel complesso petrolchimico Pemex causò almeno 3 morti e 88 feriti, 13 dei quali in gravi condizioni.  

Nello scorso aprile 2018, negli USA c’è stata una forte esplosione nella raffineria della cittadina di Superior nel Wisconsin. 20 le vittime. L’incidente è avvenuto mentre gli operai stavano lavorando per spegnere la centrale, per effettuare delle riparazioni. Testimoni locali raccontano che il boato ha fatto scuotere i vetri delle case e fatto tremare il pavimento.

A Milazzo, dal 1993 al 2017, la piccola raffineria ha preso più volte fuoco. “Un boato, poi il gigantesco alito incandescente di un “drago” di fuoco, sette-otto corpi (il bilancio è ancora provvisorio) dilaniati dallo spostamento d’ aria, carbonizzati dalle fiamme, incastrati tra le lamiere di un silos alto trenta metri e accartocciatosi su se stesso come un fiammifero, il rogo che, attraverso le condotte dell’ olio combustibile, minacciava di raggiungere le petroliere ancorate ai terminali petroliferi della raffineria “Mediterranea”, così scriveva un giornalista di una nota testa giornalistica.

E, lo scorso settembre, anche in Germania!

E se accadesse a Taranto?
Qui la raffineria è una delle più grandi d’Europa ed è vicina ad altre industrie rilevanti!

Mi sono chiesto se esista un piano di evacuazione in grado di proteggere le oltre 200.000 persone che abitano a pochi km dalla fabbrica dei veleni.

Così ho scoperto che sussiste un Piano Comunale di Protezione Civile avente lo scopo di individuare, a livello locale, l’insieme delle azioni necessarie per fronteggiare un qualsiasi evento emergenziale, fornendo l’insieme delle modalità operative di intervento e quindi la descrizione di obiettivi, tempi, soggetti e procedure necessarie per garantire una risposta tempestiva e coordinata all’emergenza.

Il piano in questione è presente nel sito http://infoalert365-taranto.sf1.3plab.it/piano-di-emergenza/.

Appurato che per lo meno qualcuno ha “avuto pensiero”, la domanda che mi sono posto è quanti abitanti di Taranto e provincia conoscano effettivamente questo piano e soprattutto se le Autorità abbiano mai organizzato delle esercitazioni o avviato una campagna informativa in merito.

Quando si va in crociera, la prima cosa che ti obbligano a fare è una piccola serie di esercitazioni.
Qui sulla terraferma a Taranto abbiamo una delle raffinerie più pericolose al mondo e, che io sappia, quasi nessuno è a conoscenza di questo piano di evacuazione di emergenza.

Credo che questo sia uno dei tanti fatti gravi di irresponsabilità nei confronti di oltre 200.000 che ogni giorno danno la propria vita, convivendo con ben 2 fabbriche dei veleni, con la complicità di intere generazioni di governi a vari livelli. 

Attendo lumi.

viv@voce

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