RACCONTI SAVESI. “Uè signò? Cè per caso li seggi tua pajiunu lu bollu? Ma la machna mia sini”

Le sedie sulla strada nelle nostre marine. Un’abitudine che, a volte, cozza con le ragioni degli automobilisti

Tante auto si recano a pochissimi chilometri dal nostro paese. La meta è Torre ovo, marina sotto l’egida del Comune di Torricella ma letteralmente è il mare dei savesi. Auto che vengono parcheggiate dappertutto e, su tutto, possibilmente il più vicino possibile al posto dove recarsi.

Il racconto …

Un savese con la sua auto gira e rigira per trovare un parcheggio. Niente di tutto questo.  Molte stradine hanno alcune sedie sulla strada che, potenzialmente, negano lo spazio per i parcheggi. Abitudine questa di vecchissima data e che vede i residenti, nel dopo cena, sedersi fuori alla cosiddetta “aria” per parlare e discutere tranquillamente prima di dirigersi a letto.

Il nostro savese è impaziente. Non sta trovando un parcheggio per la sua auto. Gira e rigira. Macchè. Nulla. Nervosissimo decide di spostare le sedie dalla strada e di metterle sul marciapiede. Finita l’operazione, parcheggia la sua auto al posto delle sedie.

“Uè giovni? Comu ti stà faci la capu?” è l’affermazione di una savese anziana che appena fuori vede lo spostamento delle sedie.

Ribatte l’autista: “Cè uè signò?”.

A questa risposta è pronta la replica: “E cè modellu è custu gioventù?”

L’autista non si scoraggia e mentre si avvia verso la litoranea dà l’ultima risposta alla signora: “Uè signò? Cè per caso li seggi tua pajiunu lu bollu? Ma la machna mia sini. Buonasera.”

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