Diego Moreno. Cultura e generi musicali diversi

Diego Moreno. Cultura e generi musicali diversi

Incontro con l’artista argentino di origini pugliesi

La musica e l’Italia. Come si combinano questi due elementi nella tua vita vissuta in Argentina?

Faccio musica, quasi da sempre e quindi fin da quando ero in Argentina. Ha fatto e fa parte della mia vita, anzi, oggi posso dire che è la mia vita, visto che festeggio i miei primi 25 anni da professionista della musica. Ho vissuto in Argentina 21 anni ed altrettanti in Italia.

E’ veramente un “Bel Paese”, sinonimo di bellezza, arte e per me di musica. Le melodie italiane sono entrate nella mia vita fin da quando ero piccolo, e questo sicuramente grazie a mio padre Héctor che ama la musica italiana ed in particolar modo quella napoletana cantata dai grandi della lirica. Primo tra tutti il grande Enrico Caruso.

C’è un aneddoto curioso riconducibile ai tuoi esordi in Argentina?

E’ difficile sceglierne solo uno (sorride, sfregandosi il mento con le mani, ndr)! Ricordo che quando avevo 5/6 anni, mio padre suonava al violino la bellissima melodia “O marinariello”: dopo oltre 20 anni passati nell’Italia del Sud e quasi tutti nella zona Flegrea (Pozzuoli – Napoli), mi viene da pensare che nel mio destino c’era già Napoli e, quindi, l’Italia. E poi è impresso nella memoria il mio esordio (nel 1990) nel bellissimo Teatro Colòn della mia amata città Mar del Plata. Fu proprio quella sera, con coraggio misto incoscienza, che decisi di abbandonare l’università e dedicare la mia vita alla musica. Ed eccoci qui.

Nonna tranese emigrata in Argentina. Radici comuni a tanti. Cosa conosci e cosa rappresenta per te la Puglia?

La mia amata nonna Elvira Ventura (che in spagnolo chiamavo abuela Ñata) è il mio Angelo Custode. Una donna incredibile: grande energia, grande forza, una pugliese DOC. La Puglia è una regione a me molto cara, e non potrebbe essere altrimenti: la conosco bene grazie al mio lavoro (come solista ma anche come amico ed arrangiatore del mitico Fred Bongusto, con il quale sovente ci sono venuto). Da Trani ad Altamura, da Lecce passando da Neviano per arrivare a Taranto, oppure Foggia o Alberobello: non si può non amare questa regione, con le sue tante bellezze geografiche e culturali, per non parlare della gastronomia.

Come è la vita di un artista a metà tra due continenti così lontani?

Sicuramente sono un uomo ed un artista fortunato, quindi ringrazio ogni giorno per questo. Ho un mestiere, una professione che amo e la cosa non è così scontata. Mi definisco un emigrante di “lusso”. A questo proposito, c’è una bellissima canzone di un cantautore argentino (Facundo Cabral) che dice: “No soy de aquì ni soy de allà” ovvero “Non sono di qui nè sono di là”. Questa frase racchiude in sé alcune sensazioni che sovente mi appartengono, ma è certamente un privilegio poter fare della tua passione la tua vita professionale.

Fred Bongusto, Enzo De Caro, Carlos Gardel, Domenico Modugno: la tua discografia risente dell’influsso di questi mostri sacri. Come ha influito e cosa ti ha lasciato ognuno di loro?

S’impara sempre, da tutte le situazioni e da tutti gli incontri. Il Maestro Vinicius diceva: “La vita, amico mio, è l’arte dell’incontro”. Aver conosciuto Bongusto e trascorso ben 15 anni affianco a lui, ha lasciato un segno nella musica leggera italiana nel mondo. E’ stato davvero un privilegio concesso a pochi. Anche l’incontro con Enzo Decaro non è da meno: non solo mi ha regalato la sua Arte collaborando ai miei lavori discografici (TangoMoreno, TangoScugnizzo e La Voce del Tango), ma mi ha anche dato l’immensa gioia di lavorare agli arrangiamenti di un progetto unico: “Poeta Massimo”, poesie scritte da Massimo Troisi musicate dallo stesso Decaro. Dagli incontri “musicali” con grandi maestri come Gardel e con Modugno, ho imparato come sempre umilmente. Torno al primo concetto: s’impara sempre qualcosa da ogni incontro lungo il cammino della Vita.

Tango e sound latinoamericano. Nella tua musica ci sono entrambi, ma in quale sonorità ti riconosci di più?

Sono nato con il rock (diretto e viscerale), passato dai cantautori (uno su tutti, Joan Manuel Serrat) e arrivato al Latinoamerica (grazie al mio ingresso nei TAWA negli anni 90′), ma c’è un detto argentino, a mio parere bellissimo, che dice: “El Tango te espera!”. Vale a dire: “Il Tango ti aspetta!”. Ed verissimo: dopo i trent’anni (abbondanti), il Tango prende il sopravvento e s’impone prepotentemente sull’artista/musicista argentino. Inoltre, io ho sempre amato le commistioni, e quella fatta per il progetto TangoScugnizzo (Tango e musica napoletana in un’atmosfera magica e passionale) credo sia una giusta intuizione, certamente uno dei miei lavori più riusciti, senz’altro con un respiro internazionale.

Il 20 maggio uscirà TODOS, il mio nuovo album (tutto indirizzato verso il Latinoamerica) devo dire che mi sento molto vicino a queste sonorità, soprattutto perché io amo il sole, il mare, l’estate. Ecco, TODOS è l’album perfetto per l’estate. Il mio desiderio è che TODOS diventi la canzone dell’estate 2016, e perché no, poi portarla in Argentina per l’estate sudamericana 2017. Credo abbia tutte le carte in regola e sia all’altezza del mercato internazionale.

Todos e Donde: sonorità positive, coinvolgenti. L’ambizione è che diventino i tormentoni dell’estate 2016. Gli ingredienti ci sono tutti. Raccontacele (non potendo cantarcele per iscritto).

TODOS è un singolo davvero travolgente. Abbiamo curato ogni dettaglio insieme al co-produttore artistico Ivan Russo, abbiamo perfino fatto due versioni: una ballabile ma piuttosto acustica, con un videoclip girato in una delle location più belle al mondo, la Costa Sorrentina, e, come se non  bastasse, una Summer Mix prodotta insieme a dj esperti. Ed è subito estate, impossibile non ballarla!

Non amo la parola “tormentone”, ma sì, spero che TODOS un po’ lo diventi. Nell’omonimo album ci sono ben 12 brani: certamente DONDE (uscito a dicembre 2015, come singolo che anticipava l’album TODOS) ha i codici sonori e l’appeal di una hit, ma anche un testo importante.

E’ un inno alla Libertà. Sono felicissimo del risultato che abbiamo ottenuto nel comunicare sia con la forma canzone (liriche e musica) ma anche con il valore aggiunto che il videoclip ha dato al brano. Provare per credere: basta cercare Diego Moreno su Google oppure entrare attraverso il sito dell’Espresso che lo ha fatto uscire in anteprima.

Sarà un’estate cruciale per la tua carriera. Quali sono i programmi e su cosa incentrerai il tuo lavoro?

Non so se cruciale, importante certamente, come lo è vivere ogni momento del presente. Certo mi aspetto di portare in giro TODOS tanto e ovunque. Vi lascio le parole iniziali di TODOS: “E se da domani tutti iniziassimo a cercare il “sole” nelle nostre esistenze…se valutassimo ciò che conta nelle nostre vite attraverso l’Amore…beh, non so se sarà possibile…ma noi che camminiamo qualcosa pur dovremo imparare dalle nostre orme”.

Maristella Mantuano

viv@voce

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