TARANTO. Afo 5, il più grande altoforno di Europa “sputa” l’inferno prima di “morire”

TARANTO. Afo 5, il più grande altoforno di Europa “sputa” l’inferno prima di “morire”

Nota stampa del Fondo Antidiossina Onlus

Come è noto, nella notte appena trascorsa, sono state avviate le procedure di spegnimento dell’Altoforno più grande d’Europa, situato all’interno dell’area Ilva di Taranto e a breve distanza dal popoloso quartiere “Tamburi”.

In data 11 marzo, la direzione dell’Ilva inviava a tutti gli enti e agli organi competenti in materia ambientale e di controllo un’informativa in merito a delle possibili emissioni denominate “transitorie”, che si sarebbero potute verificare durante le fasi preliminari di spegnimento dell’Altoforno 5, procedure tecniche non esenti da rischio, programmate durante la notte tra il 12 ed il 13 marzo c.a.

Lo spegnimento era stato imposto dalla prescrizione n.16 dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, a causa delle criticità strutturali dell’Afo 5 che ne richiedevano il quasi totale rifacimento.
Mi sono recato in loco, appostato con una speciale videocamera per riprese notturne, proprio lì davanti, mettendo ben a fuoco l’Afo 5.

Ho incominciato a filmare alle ore 2.30 c.a ed ho continuato fino alle ore 4,05 del mattino di oggi, in condizione di totale assenza di luce naturale. Ho rilevato che, esattamente dalle ore 3,00 fino alle ore 4,05 (cioè, fino al termine della mia permanenza sul posto), l’Afo 5 ha rilasciato in atmosfera costantemente e senza alcuna interruzione, enormi quantità di “nubi” che ammorbavano l’aria, tanto che anche io, pur trovandomi a distanza di alcune centinaia di metri dall’area in questione, avvertivo bruciore agli occhi e alle fauci. I fumi si estendevano per chilometri come si può chiaramente notare dai video che consegnerò alla Procura di Taranto e che allego al presente comunicato, tramite un link di You tube (http://youtu.be/0pYxo9Gv63s)

Alla luce di questi incresciosi avvenimenti, mi rivolgerò, tramite i miei legali, alle stesse autorità giudiziarie per sapere se sussistano omissioni e responsabilità penali da parte del sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, che potrebbe non aver comunicato alla cittadinanza i possibili rischi per la salute consequenziale all’avviamento delle procedure di spegnimento dell’altoforno in questione.

Inoltre, ci chiediamo se lo stesso Commissario di Governo per l’Ilva, Pietro Gnudi, abbia allertato tutte le autorità competenti dei possibili rischi connessi ai cospicui rilasci tossici generati dallo spegnimento dell’Afo 5, dando modo alle autorità preposte di effettuare i controlli di competenza a tutela della salute e di indicare le dovute misure preventive. Tutto ciò anche in considerazione che la stessa Ilva s.p.a., in data 11 marzo, avvertiva con un’informativa gli enti e gli organi competenti in materia ambientale e di controllo del possibile rischio. Un rischio che, come documentano le riprese effettuate, si è effettivamente verificato.

Prof. Fabio Matacchiera (pres. Fondo Antidiossina Onlus)

cell.3200780197

www.fondoantidiossina.it
Taranto, 13 marzo 2015

viv@voce

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