MANDURIA. Lettera aperta dei VERDI

MANDURIA.  Lettera aperta dei VERDI

Ai Sigg. Segretari di Partito, ai Sigg. Presidenti di Associazione, ai Sigg. Rappresentanti di Liste civiche, ai Sgg. Portavoce di Comitati e Gruppi di opinione

L’opinione pubblica manduriana sta finalmente prendendo coscienza che la costruzione del  depuratore a Specchiarica non è più solo una semplice minaccia o lo spauracchio agitato dai soliti fanatici ambientalisti ma una prossima realtà con preoccupanti conseguenze ambientali, economiche e sanitari per la comunità manduriana e non solo.

a)  Premesse

•      Né l’A.Q.P.( progettista e futuro gestore dell’impianto) né la Regione Puglia (committente) hanno mai avuto l’intenzione di rivedere le rispettive decisioni e modificare il progetto iniziale del depuratore né la sua localizzazione, investendo in ciò nuove risorse. Alle proteste e proposte di Amministrazioni comunali, Sindaci, forze politiche, associazioni, comitati ecc. è stato opposto un muro. Migliaia di firme raccolte, di mail  e cartoline inviate, interrogazioni parlamentari ecc. non sono state sufficienti a convincere il Presidente Vendola ad accordare ai Manduriani un minuto del suo tempo.

•      Al Comune di Manduria, nei ripetuti incontri con i vertici regionali e di A.Q.P., è stata accordata un’unica possibile soluzione, che comunque fosse a costo zero per la Regione : fornire un progetto alternativo, che potesse essere accolto (a seguito di delibera del consiglio regionale) all’interno del Piano di tutela delle Acque, a suo tempo approvato e mai contestato dal Comune, nel quale il depuratore con scarico in mare era, sin dalle prime provvisorie redazioni, puntualmente previsto. La Regione è rimasta sempre ferma su queste posizioni e le passerelle di Assessori e Consiglieri nella nostra città non hanno sinora prodotto altro se non pubblicità per gli stessi.

•      Che cosa avrebbero potuto fare le ultime amministrazioni succedutesi a Manduria? Avrebbero potuto incaricare uno studio di progettazione, esperto nel settore, affinchè redigesse un progetto definitivo, alternativo, ma coerente con il Piano di Tutela delle acque. Si trattava, detto in soldoni, di stanziare un paio di centinaia di migliaia di euro e di cercare chi in Italia avesse già progettato e realizzato sistemi di depurazione. Mancavano i soldi? Sarebbe bastato rinunciare ad un paio di demenziali programmi estivi, o istituire una tassa di scopo, o chiamare a contribuire i comuni vicini o….Che cosa ha fatto Manduria? Ha consegnato all’Assessore Amati una mera ipotesi progettuale ( nel merito della quale non entriamo, come non ci permettiamo di valutare la professionalità degli incaricati), che non si sa se sia stata mai nemmeno letta, ma che comunque non rispondeva affatto alla richiesta di cui sopra. L’amministrazione attuale, in continuità con la precedente, ha perseverato su questa linea, riproponendo la stessa bozza di soluzione che, da parte sua, la Regione continuava a  considerare irricevibile.

•      Noi Verdi abbiamo sempre sostenuto che il progetto era sbagliato tanto per le sue dimensioni quanto per la sua collocazione e che dire “no” allo scarico in mare equivaleva a demolire l’intero progetto, nato con quelle dimensioni e con quella localizzazione proprio per poter scaricare i reflui in mare ( in battigia o ad un chilometro dalla costa, poco importa), che è la soluzione più comoda e facile per il gestore. Col tempo si sono moltiplicate le segnalazioni, da parte di Goletta Verde e della stessa A.R.P.A., di inquinamento dei tratti di mare antistanti le condotte di scarico dei depuratori e la stessa magistratura è interessata al fenomeno.

•      Sostenevamo, inoltre, che l’A.Q.P. avesse al suo interno tutte le professionalità e le strutture tecniche atte alla soluzione del problema , qualora la parte politica gliene avesse conferito mandato, come stanno a testimoniare, tra le altre, le vicende del depuratore di Fasano e, recentemente, di Crispiano. Che, dunque, le leve da muovere per noi manduriani erano esclusivamente di tipo politico. Al contrario , le forze politiche presenti in Manduria, al di là di quanto deliberato in sede di Consiglio comunale, per  varie motivazioni che non è qui il caso di esaminare, non hanno mai preso una posizione univoca, esprimendosi in modo unitario contro la realizzazione del depuratore.

b)   proposta

•      Così sintetizzata la nostra valutazione della vicenda , che cosa resta da fare? La nostra percezione è che nell’opinione pubblica prevalgano ora due opposti atteggiamenti, a nostro avviso entrambi fallimentari, o rassegnarsi all’inevitabile o prepararsi all’uso della forza, ma nostra convinzione è che spetti invece alla politica interpretare e indirizzare le istanze dei cittadini. Fermo restando che ormai i margini di manovra sono risicatissimi, noi Verdi proponiamo a tutte le forze politiche organizzate,  ai movimenti  e alle reti civiche, ai comitati e alle associazioni, presenti in Manduria, di adottare un comune documento politico, da inviare alla Regione Puglia, improntato ai seguenti punti fermi:

1.     rigetto in toto del progetto di depuratore appaltato e di ogni possibile modifica dello stesso che ne conservi dimensioni e localizzazione.

2.     richiesta di apertura di una nuova fase progettuale che preveda una soluzione che non penalizzi Manduria e le sue marine e che non esponga il suo territorio al rischio di un  grave danno ambientale, derivante dalla presenza di decine di chilometri di condotte in pressione.

A seguire, valutare insieme l’opportunità di ogni altra iniziativa, compresa la mobilitazione pacifica della popolazione.

In attesa di un cortese riscontro da parte vostra, inviamo cordiali saluti.

viv@voce

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