TARANTO. CONVEGNO A PORTE CHIUSE

TARANTO. CONVEGNO  A PORTE CHIUSE

Intervista ai cittadini non invitati al convegno organizzato dall’Arcidiocesi alla presenza dei ministri Lorenzin e Orlando

Il Convegno “Ambiente Salute Lavoro: Un Cammino Possibile Per il Bene Comune”, promosso dall’Arcidiocesi di Taranto in collaborazione con la Lumsa, l’Università degli Studi di Bari ed il Politecnico di Bari, Polo Jonico, si è appena svolto con la presenza del Ministro della Salute Lorenzin ed il Ministro dell’Ambiente Orlando.

Hanno partecipato i professori universitari, i ricercatori del Politecnico di Torino prof. Giuseppe Genon e di Bari, Polo Jonico prof. Vito Albino, il prof. Luca di Nardo dello staff del sub commissario Ilva di Taranto. Il Convegno però ha portato con sé una lacerazione nella cittadinanza di Taranto, una grossa anomalia: si è svolto a porte chiuse. Si è parlato di ambiente, salute e lavoro, ma solo con invitati o preventivamente accreditati.

Un cordone di poliziotti e vari furgoni vigilavano l’entrata su varie strade. Alle 15 vi erano cittadini e rappresentanti di movimenti che manifestavano pacificamente davanti alla Lumsa, luogo in cui si analizzavano le questioni di tutti i tarantini. Abbiamo intervistato Nicolò Ordìni dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti che ha ribadito la perplessità anche sul concetto stesso di convegno che dovrebbe prevedere un confronto aperto, proprio in base alle tematiche in questione.

Egli ha anche sottolineato la difficoltà di dare titolarità alle rappresentanze invitate, locali e nazionali, le stesse che da una parte sono indagate dalla Magistratura e dall’altra hanno approvato un ddl che dà legittimità alla discarica Mater Graziae. “Sono quelle rappresentanze”– continua Nicolò Ordìni –“che consentono all’Ilva, di non rispettare le necessità urgenti di bonifiche e soprattutto di non interrompere i cicli inquinanti che invece continuano, a dispetto della comunità, a produrre veleni”.

Fuori dalla Lumsa, fuori dalla sede del convegno, vi erano i rappresentanti del Movimento Studentesco Taranto. Antonio Lenti, uno di essi, contestando le modalità del convegno a porte chiuse, ritiene sia impossibile discutere di eco-compatibilità dell’Ilva; la presenza delle cokerie nel centro abitato non potrà più essere possibile appena la Direttiva 2012/18/UE sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, comunemente denominata Seveso III, entrerà in vigore il 1° giugno 2015 . La direttiva rafforza i diritti dei cittadini che abitano nei pressi di stabilimenti rilevanti, dunque si ritiene che nel 2016 vi saranno delle incompatibilità enormi e forse irrisolvibili.

Il Movimento Studentesco Taranto affronta con noi anche la questione del Progetto Tempa Rossa relativo all’Eni che porterebbe a Taranto ulteriori scarichi gassosi. Un progetto ridimensionato da 240 Mw a 105 Mw di potenza per tagliare le emissioni di anidride carbonica, ma che al momento è in fase di stallo.

Non siamo al convegno ad ascoltare i Ministri della Repubblica, ma questi ragazzi, queste persone, sono accorate nei loro discorsi, sono appassionati. Essi vorrebbero una maggiore attenzione alla cultura, all’Università, in cui, in questa giornata, non siamo ammessi; chiedono la presenza di centri sanitari di ricerca e d’eccellenza, sì proprio qui a Taranto. La soluzione qual è secondo voi, chiedo? Coralmente mi rispondono che è nella sensibilizzazione della gente nelle scuole, negli ambiti lavorativi, nei luoghi d’aggregazione. Francesco Caroli del Movimento Studentesco ci parla del turismo occasione perduta e ci ricorda la manifestazione alla quale hanno partecipato 10 giorni fa per l’aeroporto di Grottaglie; cita il caso dell’aereoporto di Chicago che ha prodotto 450.000 posti di lavoro. Esagerato il paragone? No, lo studente ha dichiarato che hanno approfondito la questione con documenti e dati. Non è esagerato se si pensa a quanti investimenti si potrebbero fare, se i soldi fossero finalizzati anche al lavoro e non solo alle strategie degli affari e della finanza.

Siamo in una specie di Convegno fuori dalla Lumsa e la studentessa Sonia Cassano ci parla dolorosamente di quei tanti ragazzi che ritengono l’inquinamento, connesso al polo industriale, come un ineluttabile destino per il ricatto lavorativo. Maristella Berlato teneramente coglie il bello della città e della sua storia, si sente spartana, si sente forte, ma non vorrebbe che i suoi coetanei continuino ad essere avvolti da torpore o da rassegnazione. Certo che no, non sono però loro gli imputati; questi ragazzi e forse anche noi in un altro momento storico, siamo le vittime di un potere con molti tentacoli. Alcuni palesemente arroganti, altri dolci per poi divenire disgustosi.

Sempre nel pomeriggio, un nostro intervistato, il dott. Cosimo Albanese ci ha dichiarato che era riuscito, in mattinata, ad entrare alla Lumsa, poco prima dell’inizio del Convegno. Non era accreditato, aveva ricevuto un invito. Eppure una volta dentro si è visto condurre in una sala che non era quella vera, quella con i relatori. Era una sala di serie B con un collegamento video dell’incontro. Il dott. Albanese che lavora e vive a Bari, è stato lì un’ora e 30 minuti, riuscendo a vedere solo 15 minuti di discussione, poiché il video si è interrotto ripetutamente. E’ andato via, ma poi è tornato per stare lì fuori, come molti intervistati, lì a testimoniare l’ingiustizia di una “tavola rotonda” vietata ai cittadini di Taranto.

Maria Lasaponara

viv@voce

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