MARIANO BUCCOLIERO: LA DUREZZA E LA COMMOZIONE DI UN MAGISTRATO TESTARDO

Processo Scazzi. La commozione nelle parole con le quali il pm Mariano Buccoliero si è avvicinato al momento delle richieste di condanna

Un’emozione naturale per un magistrato che ha vissuto sul campo, ora dopo ora, giorno dopo giorno, la lunga indagine per portare alla luce la verità sulla morte di quello scricciolo biondo. Un lavoro difficile che poteva esaurirsi la sera del 6 ottobre, quando fu proprio questo magistrato a far crollare Michele Misseri. A tirargli fuori quel brandello di verità che ha consentito di bucare il mistero che sembrava aver ingoiato Sarah, quel pomeriggio di agosto. Poteva fermarsi lì, il pm. Mostrando al mondo il colpevole del delitto dell’anno. E invece no. Proprio quella sera con i suoi carabinieri fidati, Antonio Calò e Giovanni Bardaro, capì che qualcosa non tornava nella versione di Misseri.

Così per tre anni si è interrogato e confrontato con il procuratore capo Franco Sebastio e l’aggiunto Pietro Argentino sulle troppe ombre che nascondevano il destino di Sarah. Una verità che ha raccontato nella sua requisitoria, dura, a volte durissima nei toni.

Ma che non ha tralasciato alcun dettaglio. Nessun elemento è stato trascurato per far comprendere alla Corte di Assise che tanto lavoro e tanti sacrifici sono stati affrontati in nome della giustizia.

Per rispettare la memoria di quella ragazzina, uscita di casa un pomeriggio d’estate per una gita al mare.
E finita cadavere a marcire in un pozzo di campagna.

FONTE
quotidianodipuglia.it

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