Vermouth e i suoi 30 anni. L’esperienza di Luigi Vico

Vermouth e i suoi 30 anni. L’esperienza di Luigi Vico

Come mettere su una azienda vinicola sui generis, nel Cuneese, a Serralunga d’Alba (Cn)

“Il Vermouth è un vino della tradizione piemontese e quando ero piccolo era l’aperitivo per eccellenza. Ricordo che con il nonno Giuseppe, dopo la messa, andavamo all’osteria del paese e lui si prendeva l’aperitivo con gli amici. Come tutti i bambini la curiosità era molta e l’idea di assaggiare il Vermouth mi stimolava.

Ero piccolo e quindi il nonno, con atteggiamento protettivo, mi impediva di bere l’alcolico, ma me ne faceva sentire il profumo del vino e delle spezie, profumo per me indelebile”.

E questo è bastato a Luigi Vico, per mettere su una azienda vinicola sui generis, nel Cuneese, a Serralunga d’Alba (Cn). “Questa esperienza mi ha fatto crescere con il mito del Vermouth, anche se non ho mai più incontrato il profumo che avevo annusato da piccolo – continua sempre Vico – quando nel 2017 ho piantato la vigna di Moscato ho subito pensato di produrre il Vermouth (il Vermouth nasce con la base di Moscato d’Asti). Ma fin tanto che non ho ritrovato i profumi e le sensazioni che avevo assaporato con mio nonno non ho licenziato la ricetta. Sicuramente il mix tra le classiche erbe del Vermouth e quelle di campo che crescono in vigna hanno permesso di ritrovare i profumi artigianali di quei Vermouth degli anni ‘70 che erano soliti bere a Serralunga”.

 

A proposito di Vermouth, quest’anno si festeggerà il trentennale della creazione dell’Indicazione Geografica. Fu infatti il 14 giugno 1991 la data storica di pubblicazione del Regolamento che designò il riconoscimento ufficiale del “Vermouth di Torino” come denominazione geografica protetta dell’Unione Europea.

E’ stato definito il logo ufficiale del Consorzio caratterizzato dall’elemento distintivo della “V” di Vermouth e dalla foglia di artemisia. Vengono riportate le due denominazioni usate nella storia e previste dalla legge: sia il più francese “Vermouth” che “Vermut” più piemontesizzato e usato anche dagli spagnoli la cui storia deriva dalla Piemontese.

Dal 1786 il Vermouth da Torino è apprezzato in tutto il mondo, ora La “V” di Vermouth di Torino con il simbolo dell’Artemisia sarà destinata a contraddistinguere la conformità dei prodotti ad un disciplinare regolato dalla legge europea per i produttori iscritti al Consorzio, tra cui l’azienda agricola di Luigi Vico da noi interpellato ( https://www.serralungacasamia.it/ ).

Le giornate si sono allungate, l’inverno ormai volge verso la sua conclusione ed è dunque tempo ormai di pensare alla primavera e il vermouth bianco sarà la bevanda di questa stagione, liscio o utilizzato nei cocktail.

Gli aperitivi nella prima serata sono infatti un must non solo dei torinesi. Ci si inizia a svegliarsi dal letargo e a ritrovare le energie e la voglia di mettere la testa fuori casa, non appena e laddove sarà possibile, per consumare un drink che diversamente si può apprezzare anche tra le mura domestiche.

Tra tutti i cocktail più amati negli ultimi tempi ci sono quelli a base vermouth, che il retrogusto amaricante rende beverini e adatti sia per l’aperitivo sia per il dopocena.

Quindi, visto l’arrivo della bella stagione perché non proporre un twist a base di vermouth bianco?  Il vermouth bianco è una delle varianti dei vini aromatizzati con erbe e spezie. Generalmente il vino di base, almeno per il vermouth piemontese, è vino Moscato cui sono poi aggiunte le spezie in infusione.

Tra i vini aromatizzati quello con sentori più freschi, agrumati e di fiori bianchi è di sicuro il vermouth bianco, le cui caratteristiche lo rendono perfetto per la stagione più calda.

Inoltre, non è necessario che ci sia una festa per mettere in tavola un bicchiere di autentico vermouth bianco, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come vero simbolo della convivialità, sublime da solo e ineguagliabile se accompagnato con un vassoio di fragranti biscottini.

Ed ecco quindi “Serralunga Casa Mia” che nasce da un’idea di Luigi Vico, per rievocare antichi sapori, ormai introvabili altrove. Le origini serralunghesi della famiglia di Luigi si devono al ramo materno delle famiglie Pira e Gagliasso, mentre il ramo paterno dalle famiglie Vico e Giacosa hanno origini Roerine. Entrambi i rami si sono sempre dedicati alla coltivazione di vigneti e frutteti. Le prime informazioni sulle proprietà terriere della famiglia Pira a Serralunga risalgono al 1694. Il progetto, ambizioso e semplice allo stesso tempo, si colloca perfettamente nel contesto creato dalle linee guida dei luoghi Patrimonio Unesco in cui viene stimolata una propensione alla “cultura della biodiversità”.

Nel suo vermouth appena versato, la fanno da padrone genuini sentori primari di Moscato. Profumi netti di rosa bianca, litches e salvia lasciano il posto, alla scorza di arancio candita ed alle note fresche di cardamomo e spezie, con delicati sentori di cannella e chiodo di garofano. E il finale amaricante di corteccia di china e genziana ben bilanciato dalla dotazione zuccherina, invita ad un secondo sorso.

Pertanto dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia, ci si aspetta, che la crescita delle vendite che ha visto negli ultimi anni il Vermouth di Torino, possa riprendere al più presto e continuare.

Buon compleanno allora al Vermouth di Torino per i trent’anni della denominazione, i 10 anni dalla rinascita ed i 300 anni di storia moderna. È sempre l’ora del Vermouth di Torino.

Vito Piepoli

viv@voce

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