Duro affondo della stampa tedesca sulla situazione economica italiana: Italia messa peggio della Grecia

Duro affondo della stampa tedesca sulla situazione economica italiana: Italia messa peggio della Grecia

“L’Italia è l’unico paese dell’eurozona il cui livello di vita, dall’entrata in vigore dell’unione monetaria, è diminuito”

Dalle colonne del quotidiano “Die Welt” la valutazione di economisti tedeschi secondo cui nell’eurozona l’Italia rappresenti il vero fanalino di coda.

“L’Italia è l’assoluto fanalino di coda dell’eurozona, messo anche peggio della Grecia”: a dirlo non una voce di popolo ma l’autorevole quotidiano tedesco Die Welt sulle pagine finanziarie in un articolo dall’eloquente titolo: “Se i greci lasciano indietro gli italiani”.

Un duro affondo che è acuito dal fatto che alcuni economisti delle banche d’affari ritengono che anche con le imminenti elezioni italiane, indipendentemente da chi vincerà, “non c’è da aspettarsi riforme di base”, come sottolineato  da Timo Schwietering, analista della banca Metzler.

In pratica, per il quotidiano della capitale “Solo riforme radicali, come in Grecia, potrebbero cambiare qualcosa”.

“Ma cose del genere non sono nel programma elettorale di nessuno dei contendenti alle elezioni”.

“L’Italia è l’unico paese dell’eurozona il cui livello di vita, dall’entrata in vigore dell’unione monetaria, è diminuito”, prosegue Timo Schwietering.

“Prima l’Italia aveva un modello economico facile”, ha rilevato Daniel Hartmann, capo economista della banca Bantleon, che si occupa del risparmio gestito.

“Quando la congiuntura si bloccava, si svalutava la lira, che ridava benzina alle esportazioni e rianimava la congiuntura”.

Dall’entrata in vigore dell’unione monetaria questo modello non ha più funzionato e il paese dovrebbe abbassare i costi o aumentare la produttività.

“Il passaggio al nuovo campo all’Italia non è ancora riuscito”. Sarebbe necessaria soprattutto una riforma dell’amministrazione: “le prestazioni sono scarse e per giunta care”.

Un permesso di costruzione costa tre volte la Germania, un procedimento giuridico in Italia è di 3 anni, in Germania di uno e mezzo. Ed infine, la paura che nonostante qualche timida riforma avviata, ci sia la possibilità che possa bloccarsi tutto, sempre secondo Welt.

Insomma, è evidente, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” che la situazione percepita dalla stragrande maggioranza degli italiani circa la dura crisi che attanaglia il Paese è confermata anche da osservatori esterni che anzi, dipingono scenari ancor più duri per il prossimo futuro.

viv@voce

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