MANDURIA. “Il progetto di riqualificazione del fiume Chidro”

MANDURIA. “Il progetto di riqualificazione del fiume Chidro”

Comunicato stampa dei Verdi

L’amministrazione comunale di Manduria ha presentato con grande enfasi alla città due progetti: uno (nuovo Palazzo di città e riqualificazione del quartiere S. Gemma, avviato dalla precedente amministrazione) in corso di realizzazione e di cui ci si dice sarà terminato entro il 2017, benché ad oggi sia compiuto per il 15% dei lavori previsti; l’altro, una mera ipotesi progettuale relativa ad una auspicata riqualificazione dell’area circostante le sorgenti del fiume Chidro.

Tralasciando di commentare l’esaltazione dei rispettivi meriti compiuta dagli amministratori presenti (ieri avversari e fieri oppositori, oggi alleati, domani chissà…); tralasciando di intervenire sul progetto del nuovo Municipio, non valutabile per mezzo di due sole schermate e presentato alla città a scelte progettuali già avvenute e quindi immodificabili, ci corre l’obbligo di soffermarci sul progetto relativo all’area del Chidro.

Accantonando per un momento i dubbi sul reperimento dei fondi, diciamo con chiarezza che l’operazione in atto non ci piace, né nel metodo ne’ nei contenuti. Riteniamo che un modo giusto e democratico di programmare opere che incidono sui beni comuni, e così pesantemente, non possa prescindere dall’ascolto preliminare dei cittadini; in particolar modo quando il bene ha una valenza affettiva e culturale non quantificabile, quale è quella che il Chidro ha presso tutti i Manduriani (e non solo presso gli abitanti e i frequentatori di S. Pietro in Bevagna), anche per vicende e leggende legate al processo di cristianizzazione di questo popolo; in particolar modo quando già si conosce l’esistenza di un Comitato di cittadini e di una petizione da moltissimi già sottoscritta, che tutt’altro chiedono per il luogo in oggetto.

Quanto ai contenuti dell’intervento previsto, ribadiamo la nostra contrarietà a qualunque ripristino e riutilizzo della struttura in cemento armato esistente, che rimarrebbe comunque un vulnus per l’armonia e la sacralità del sito, e a qualunque ulteriore cervellotica intrusione umana, che non sia finalizzata al ripristino della assoluta naturalità dei luoghi, come da noi Verdi richiesto fin dal 2012.

Se proprio gli amministratori locali e provinciali sono in vena di ristrutturar ruderi, ci permettiamo di suggerire, come edificio che possa ospitare il fantomatico “Museo del Mare”, l’incompiuto Liceo scientifico sulla via per S.Pietro, che per dimensioni e localizzazione ci sembra adatto allo scopo.

A margine di questa vicenda, ci preme infine sottolineare che con troppa facilità si dà per scontato da parte dell’attuale amministrazione che la famigerata Regionale 8 si farà e che essa sia una manna per la nostra comunità. Le modifiche progettuali apportate devono essere messe a disposizione dei cittadini per le opportune valutazioni, non essendo accettabile il dubbio che il beneplacito alla realizzazione di un’opera così altamente impattante possa essere il frutto di uno scambio di favori tra amministrazioni “amiche”.

 

viv@voce

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