Disegno di legge del M5S sui reati ambientali: le associazioni tarantine sottoscrivono un documento in cui sottolineano alcune criticità

Disegno di legge del M5S sui reati ambientali: le associazioni tarantine sottoscrivono un documento in cui sottolineano alcune criticità

Non mancano le tensioni con un attivista 5Stelle

Si è avanti ieri mattina la conferenza stampa congiunta di Taranto Futura e Peacelink, durante la quale sono state rese note le perplessità delle associazioni tarantine, che hanno sottoscritto in un incontro lo scorso 29 aprile, un documento unitario mirato a fare chiarezza sulle criticità che a loro dire, sarebbero presenti nel disegno di legge numero 1345 in esame al Senato.

La proposta di legge a firma Micillo (parlamentare 5Stelle), approvata alla Camera, e modificata da emendamenti di parlamentari PD e SEL, intende riformulare i reati in materia ambientale. Le associazioni ambientaliste e non, tarantine, temono che questo disegno di legge possa compromettere il processo ‘Ambiente svenduto’, la cui udienza preliminare è fissata al 19 giugno. “E’ come cambiare le regole calcistiche il giorno prima della finale di coppa del mondo”, commenta Alessandro Marescotti di Peacelink. L’attuale legislazione prevede il reato di disastro (senza l’estensione ambientale), inteso quale crollo di edifici o comunque, verificarsi di evenienza che possa in qualche modo mettere in pericolo la pubblica incolumità, con sentenze che hanno reso estensivo il reato di pericolo.

Bisogna precisare che per alcuni reati, sempre stando all’attuale legislazione, bisogna dimostrare il danno arrecato, mentre per altri, seppur non verificatosi il danno, è sufficiente dimostrare la situazione di pericolo venutasi a creare. La forza del processo ‘Ambiente svenduto’ come più volte sottolineato dalla Procura di Taranto, così come ricorda Marescotti in conferenza stampa, sta nel fatto che non è essenziale dimostrare un danno, quanto comprovare (ed è stato fatto mediante perizie chimiche ed epidemiologiche) una situazione di pericolo. Il timore delle associazioni, in merito al disegno di legge in esame al Senato, emerge dal fatto, che qualora questo provvedimento fosse approvato, rivisiterebbe il reato di disastro ambientale, contestabile solo previa dimostrazione di un danno irreversibile all’ecosistema che possa arrecare pericolo.

Dunque, se da un lato accentua le pene verso chi commette tali reati, dall’altro preoccupa le associazioni perché si prenderebbe in considerazione il reato di evento, piuttosto che il reato di pericolo, portando in questo caso alla riformulazione delle più importanti richieste di rinvio a giudizio, dei più importanti imputati. Le critiche sono molto dure e Marescotti precisa che dette perplessità, emergono anche da un’analisi del disegno di legge da parte di esperti in diritto, che pertanto, non possono essere ritenuti incompetenti. Marescotti inoltre, ci tiene a sottolineare che i suoi dubbi espressi in merito al provvedimento, non sono denigratori così come ritenuti dal gruppo 5Stelle di Taranto in una nota diffusa alla stampa, e lo stesso approva invece, la proposta del gruppo 5Stelle di Roma, ovvero quella di una lunga pausa di riflessione al Senato, mirata a risolvere ogni dubbio prima di un’eventuale approvazione.

“In questo disegno di legge ci sono troppe falle. Occorre avere un chiaro confronto” dichiara il rappresentante di Peacelink e aggiunge “con questo disegno di legge si dà un assist all’Ilva che potrà rispondere che a Taranto non c’è nessun disastro ambientale. Il M5S deve accettare le critiche. E’ diritto di tutti noi, esprimere opinioni”. Di tutta risposta, ad intervenire in conferenza stampa è Bartolomeo Lucarelli, ingegnere ambientale, cittadino simpatizzante del Movimento 5 stelle, che in un primo momento a nome del movimento ha contestato il titolo della conferenza stampa “contro il Ddl del Movimento 5stelle”. “La proposta di legge firmata dal Movimento 5Stelle, non contiene le criticità di cui ha parlato Marescotti, poiché elaborata con Magistrati e giuristi ambientali, e questo non è stato detto” afferma Lucarelli, smentendo prontamente quanto era stato posto in essere da Alessandro Marescotti.

Lucarelli elogia la riunione antecedente delle associazioni, precisando che il disegno di legge da loro analizzato e che contiene le ‘falle’ evidenziate non è quello a firma Micillo, ma è quello emendato dai provvedimenti di PD e SEL, perdendo così parte del corpo iniziale presentato dai parlamentari 5Stelle. “La qualità della proposta di legge è stata peggiorata dagli interventi di SEL e PD” dichiara e aggiunge “Anche la federazione dei Verdi ha avuto l’onesta intellettuale di ammettere che la proposta a firma Micillo non presentava queste criticità”. Lucarelli inoltre spiega che l’unità tra le associazioni è cosa positiva per Taranto, in quanto si lotta tutti per lo stesso fine, asserendo poi “che il Movimento 5Stelle è stato l’unico partito politico a portare le associazioni ambientaliste in Parlamento”. Si inizia a toccare l’argomento politico, e questo suscita l’indignazione dell’avvocato Nicola Russo, che non tollera manifestazioni politiche in conferenza stampa e chiede al Lucarelli di parlarne in altra sede.

Lucarelli insiste chiedendo la parola, insistenza percepita dall’avvocato Russo come provocazione, il quale chiede nuovamente al cittadino di lasciare la sala. “La campagna elettorale la faccia altrove, questa è una conferenza stampa, lasciamo lavorare i giornalisti”. Così Nicola Russo, interrompe l’intervento del Lucarelli, in quanto sede di conferenza stampa per discutere su un disegno di legge che desta loro preoccupazione, in quanto compromette tutto il lavoro svolto dalla Magistratura, alla vigilia del più grande ed importante processo della storia italiana, sulla questione ambientale.

Nel corso della conferenza stampa, è stata infine annunciata una class action intrapresa da Codacons sportello tributi nella persona dell’avvocato Nicola Russo, contro lo Stato italiano, in seguito alla sentenza della Cassazione del 14 aprile scorso, che ha riconosciuto la lesione del diritto di voto del cittadino elettore, che non ha potuto esprimere la preferenza per il parlamentare. Il risarcimento del danno per tale diritto leso, ammonta a 4000 euro, e la compensazione di tale somma sarà richiesta con il pagamento Irpef.

Elena Ricci 

viv@voce

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