LEGAMJONICI ED IL SUO SPOT “ E’ VIVA TARANTO”

LEGAMJONICI  ED  IL  SUO  SPOT  “ E’ VIVA TARANTO”

Lo spot “E’ Viva Taranto” prodotto da Legamjonici,  in questi giorni, sta dominando il web

Il numero di visualizzazioni cresce a dismisura ed il gradimento, facilmente accertabile, testimonia il raggiungimento dell’obbiettivo contenuto nel suo messaggio: la sensibilizzazione verso le problematiche ambientali, l’apertura delle coscienze alla partecipazione attiva e, soprattutto, la consapevolezza di sé stessi e dei propri diritti di persone prima che di cittadini. Lo spot promosso da Daniela Spera, è nato da un‘idea e dalla realizzazione di Claudio Merico, violinista raffinato, compositore e arrangiatore, appassionato della sua città.

Daniela Spera, responsabile di Legamjonici, temeraria ed instancabile ambientalista che da anni si batte contro l’inquinamento ambientale dell’Eni, dell’Ilva, di Italcave, ha una laurea specialistica in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche ed un Dottorato di Ricerca in  Scienze Farmaceutiche che la rendono particolarmente invulnerabile ad attacchi o giustificazioni di chi, senza dignità, calpesta i diritti fondamentali dei cittadini di Taranto e provincia.

Il video si apre con l’immagine azzurra della Taranto del Castello Aragonese e la testimonianza forte e risoluta di una donna che ha davvero combattuto il cancro sconfiggendolo. Il suo sguardo brilla di determinata consapevolezza ed è diretto a tutti noi: “Io ce l’ho fatta un’altra volta-afferma- e adesso voglio solo vivere”. Poi un giovane sportivo mentre fa jogging, dichiara il suo desiderio di respirare. La donna vuole solo vivere ed il ragazzo vuol respirare; due verbi essenziali e scontati, ma non a Taranto dove l’industria ed il potere hanno risucchiato il diritto di esistere.

C’è un operaio che chiede di lavorare in modo pulito e non come accade in città, dove devi contemperare il diritto al lavoro con il diritto alla salute.  In modo criticabile anche la Corte Costituzionale, ha parlato di bilanciamento di diritti fondamentali e non di valore assoluto di ciascuno di essi. L’operaio, nello spot è fiero di sé, ma al tempo stesso, scruta ombroso il pensiero che lo attraversa, ogni volta che pensa al suo destino che d’improvviso, però, non sente più ineluttabile. Sa che ora può lottare, consapevolmente e con gli altri, può vivere nel modo che gli spetta. Si spoglia della tuta da lavoro, si spoglia dal suo ruolo e diventa persona. La persona è un soggetto di diritto.

Nel video appaiono dei ragazzi convinti di voler cambiare il corso della storia di questa città; ne rivendicano l’appartenenza e non potranno più far finta di nulla come i loro padri, perché la cultura, lo studio, le informazioni, li hanno resi consapevoli e non tradiranno mai se stessi. E poi viene inquadrato Claudio Merico in veste d’artista quale è.  Ce lo dice lui, perché lo fa davvero: “Si può vivere d’arte, di turismo e di cultura”.  Sì certo, perche no? Questi sono diritti sacrosanti in altre città.

E ancora, un uomo, nello spot, afferma di voler tornare a lavorare qui a Taranto, sottolineando il dramma dell’emigrazione; i tarantini più di tutti devono andar via per lavorare. E’ altrove la loro vita; dopo il danno ambientale anche la beffa della disoccupazione.

Un bimbo rivendica i suoi diritti ed una ragazza in stato di gravidanza, avvolta dalla sua bellezza, volge uno sguardo di speranza che sottende, però, ad una velata preoccupazione, soffocata dall’incerto sorriso. E poi ancora, sono inquadrate persone mature, genitori che desiderano l’immenso bene dei propri figli.

Tutti offrono un ritratto commovente di chi la vita vuole respirarla con amore e senza dover pregare, insistere, combattere o rinunciare a qualcosa; tutti, su note musicali che descrivono dapprima il turbamento di un attimo, una riflessione breve su ciò che forse deve esser fatto, sono assaliti, d’improvviso, da un euforia e da una spinta a credere di farcela, come la donna che ha sconfitto il cancro. Tutti diventano consapevoli di dover sconfiggere chiunque ostacolerà, d’ora in poi, il loro diritto alla pienezza di vita.  Diventano artefici del proprio destino; i loro volti, ora, sono illuminati di coraggio, di condivisione e di consapevolezza del proprio sé.

Noi ci auguriamo che lo spot “E’ viva Taranto” possa moltiplicare la sua presenza sui mass media nazionali ed internazionali; in fondo la nostra città ha già distribuito, su altri lidi, un’immensa ricchezza immensamente illecita.

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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