GLI ULIVI TRA FANTASCIENZA E REALTA’

GLI ULIVI TRA FANTASCIENZA E REALTA’

Un paio d’anni fa, nella zona ionica del Salento, la parte sud occidentale, si rilevò che a macchia di leopardo, alcuni ulivi stavano morendo

Allora si ritenne vi fosse, per l’intervento di un fungo, una situazione endemica locale.  I primi focolai di modesta estensione  erano nell’area intorno a Gallipoli. Negli ultimi mesi, però è esploso, improvvisamente, un caso da fantascienza istituzionale; un  disseccamento degli ulivi progressivo, dalla chioma a zone, estendendosi man mano a tutto l’albero e terminando con la morte della pianta.  Alla luce del disseccamento progressivo, le Istituzioni prendono provvedimenti netti e perentori, nonostante l’evidente complessità del fenomeno. A seguito di studi viene  identificato il killer con il nome di Xylella fastidios.

Si tratta di un batterio mai trovato in Europa o mai  studiato e che, invece, è sempre stato presente in Florida,  California,  Texas,  Messico ed America Centrale, causando la malattia di Pierce (PD), una malattia letale delle piante di vite. Da sempre questa patologia ha ostacolato nettamente la produzione commerciale delle varietà europee di queste piante. Dalla metà degli anni 1970 , molti altri ceppi di Xylella fastidiosa sono stati scoperti , e quasi tutti, in piante perenni legnose come American olmo , acero , gelso o di prugne. Sino ad ora però negli ulivi non si era mai verificata alcuna incubazione del batterio, quindi questo sarebbe il primo caso di contagio e nel Salento.

 Le Istituzioni stabiliscono gruppi di studio, guarda caso centralizzati,  gestiti unicamente dal C.N.R. ed Università di Bari; di recente vengono coinvolti anche il C.R.A. (Centro Ricerche Agronomiche) con sede a Rende (Cs) e l’E.F.S.A. con sede a Parma. Altri enti scientifici  chiedono di collaborare all’approfondimento delle indagini di laboratorio. L’Università del Salento ha oggi denunciato il mancato coinvolgimento e la segretezza delle indagini svolte sino ad ora.

La Regione Puglia ha stanziato, subito, l’impiego dei 2 milioni di euro ai consorzi di bonifica per l’aggressione e cancellazione della flora lungo i canali e degli insetti, con pratiche chimiche non in sintonia con l’agricoltura biologica e l’agro-ecologia;

I provvedimenti e le pianificazioni istituzionali sostanzialmente si propongono di effettuare interventi chimici, caratterizzati  dall’impiego di prodotti fitosanitari di chimica industriale come diserbanti, disseccanti, pesticidi antifungini, nelle strategie di lotta integrata .

Si adducono, inverosimilmente, anche ipotesi di svellimento delle piante, ospitanti l’innocuo batterio, per contenerne la presenza; lo svellimento delle piante, in questo caso specifico, non è obbligatorio né vincolante (d.l. 214/2005) e certo non andrebbe applicato su culture legnose, con piante plurisecolari, dunque resistenti, come nel caso dell’ulivo. Si potrebbe incorrere ad una violazione palese di principi costituzionali, comunitari ed internazionali, inerenti la tutela dell’ambiente, del paesaggio e dell’assetto idrogeologico. 

Si è previsto, inoltre, da parte degli organi competenti,  l’espianto di  migliaia di alberi d’ulivo, da 6.000 fino a 600.000-700.000 e più, su 8.000-10.000 ettari di territorio salentino.  Espianto di alberi  verdi o anche non del tutto secchi ma in ripresa, solo perché in essi potrebbe vivere il microorganismo,  esistendo, magari da sempre in quegli alberi, in maniera del tutto innocua.

  Nel frattempo le piante disseccate ed i semi, presentano una nuova rivegetazione  già precedente alle piogge autunnali,  rigogliosa, ed in fase di  accrescimento dopo diversi mesi;

 Moltissimi i sospetti che la questione Xylella abbia ben altri obiettivi: la distruzione di un economia agricola fondata su antiche culture, adattate da sempre al territorio, senza alcun brevetto, cercando invece di introdurre  nuove piante d’ulivo brevettate, o altre culture dichiarate resistenti al batterio geneticamente modificate.

 Attualmente, gli alberi perduti per questa patologia, sono una parte minima dei 9 milioni di ulivi, presenti in Salento, meno dell’1%.  L’ulivo è una pianta molto resistente e con grande capacità di ripresa.  Probabilmente gli alberi colpiti erano indeboliti da tecniche di coltura inadeguate, con potature che magari hanno provocato l’ingresso di patogeni. Risultano dunque emblematiche, forse violente, le  proposte istituzionali, così irreversibili verso quel patrimonio che più caratterizza la nostra terra.

Così, alla luce di questa confusa ed ancora studiata questione,  considerando invece, la velocità istituzionale nel voler prendere provvedimenti immediati su alcuna base solida, il  Forum Ambiente e Salute, con sede a Lecce  ed il Coordinamento Civico Apartitico per la Tutela del Territorio e della salute del cittadino, con sede a Maglie, hanno inviato una diffida a tutte le Commissioni del Parlamento europeo competenti ad affrontare la questione ulivi e Xylella, quali la Commissione Fitosanitaria UE, il Commissario Agricoltura UE, Commissario Salute UE, inoltre l’European Food Safety Autority_ Parma,  il Ministro dell’Agricoltura del Governo italiano, l’Assessore all’agricoltura della Regione Puglia e tutti gli altri organi competenti della provincia, le società di controllo e d’ispezione.

I due gruppi, coordinatori di movimenti, di comitati ed associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone, ritengono che siano da diffidare tutti quei provvedimenti pianificati, appena elencati e chiedono, anche in regime di autotutela, la sospensione ed il blocco dei finanziamenti pubblici, già eventualmente stanziati, verso delle pratiche chimico-eradicative, dannose al territorio e alla natura, contro le quali  si diffida. Parliamo dell’impiego dei 5 milioni di euro stanziati dall’attuale legge di stabilità dal Parlamento e dal Governo italiano, per opere di eradicazione degli alberi o per interventi chimici. Parliamo anche degli stanziamenti della Regione Puglia che ammontano a 2 milioni di euro.

Chiedono che invece vengano favorite, pratiche agricole, orientate a risanare i terreni olivetati contaminati dalla agrochimica industriale, “attraverso l’applicazione dei principi dell’agro-ecologia e le filosofie dell’agricoltura biologica per un naturale incremento delle popolazioni di insetti utili, degli uccelli insettivori, e per il raggiungimento di un dinamico equilibrio tra parassiti e predatori dei parassiti, rafforzando la salubrità delle piante e dei terreni,” arginando il più possibile i danni sulla chimicizzazione.

La diffida da parte del  Forum Ambiente e Salute  ed il Coordinamento Civico Apartitico per la Tutela del Territorio e della salute del cittadino  è scattata soprattutto alla luce di inammissibili interventi drastici prospettati, laddove eminenti studiosi, tra cui  il prof. Alexander Sandy Purcell dell’Università California,  affermano che la patogenicità della Xylella fastidiosa per l’olivo non è certa. Infatti non si è riusciti a causare la fitopatologia su ulivi partendo dal batterio in coltura, isolato. Il professor Purcell ritiene che  sia molto diffusa nel Mediterraneo e più volte rilevata in Europa; ma i casi  non sono conosciuti o non sono denunciati. Infatti la sua presenza è spesso asintomatica , senza danno alle piante che la ospitano.

Anche il prof. Giovanni Martelli dell’Università di Bari, ritiene che al momento, non vi siano elementi per ritenere che la Xylella sia l’agente primario del disseccamento dell’ulivo; la patologia è verosimilmente, invece,  il risultato dell’azione di tre diversi attori: il lepidottero Zeuzera pyrina (rodilegno giallo), le cui larve scavano delle gallerie nel tronco e nei rami dell’olivo che facilitano l’ingresso del secondo attore, un complesso di funghi microscopici del genere Phaeoacremonium. Il terzo attore è il batterio Xylella fastidiosa. Per il prof. L. De Bellis dell’Università del Salento, non si può escludere, a priori, che la Xylella,  riscontrata nel Salento, appartenga a ceppi endemici nel territorio e nell’area mediterranea presenti da tempo immemore.

Il 12 Dicembre 2013 è stata effettuata un’indagine, un sopralluogo con l’elicottero sulla località località Fondone, a Lecce dal comandante della forestale, dall’ispettore del Nipaf, e dal direttore dell’Osservatorio fitosanitario regionale in direzione Gallipoli. L’obiettivo è quello di verificare l’estensione dell’infezione da Xylella Fastidiosa.

La zona del  Salento è apparsa una foresta di ulivi, come sempre in natura e come nell’immaginario collettivo.  La cosiddetta  zona rossa è stata percorsa verso sud, arrivando fino a Torre Pali e lì,  il batterio, sembra essersi placato. Dopo Gallipoli sono apparse le prime distese di alberi rinsecchiti, in località Castellana e Sauli, il primo focolaio da cui si è propagata l’infezione; il disseccamento è a macchia d’olio fino a diventare più sporadico. Ad uno sguardo di buon senso, la malattia ha colpito soprattutto i terreni non arati,  meno seguiti.

Le associazioni ambientaliste, i comitati e molti cittadini si chiedono, come mai solo oggi si siano effettuati i sopralluoghi in elicottero. Con quali dati e documenti si sono tenute, sino ad ora, le tavole rotonde e le sedute in Commissione?

MARIA LASAPONARA

viv@voce

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