Taranto entra a far parte della rete MIOT (Myocardial Iron Overload in Thalasemmia)

Taranto entra a far parte della rete MIOT (Myocardial Iron Overload in Thalasemmia)

Taranto inaugura il primo centro di Risonanza Magnetica per la diagnosi e cura dell’Anemia Mediterranea 

L’Ospedale SS. Annunziata di Taranto, diventa uno dei nove centri della rete MIOT in Italia.

Inaugurato ieri stamattina, il primo centro validato in Puglia, vanta un’equipe medica giovane e attrezzature all’avanguardia. Trattasi di un macchinario per la risonanza magnetica, che individua mediante periodici monitoraggi la componente ferrosa presente negli organi di pazienti talassemici al fine di modulare la giusta terapia. Il paziente talassemico, a causa della sua patologia, deve sottoporsi periodicamente a trasfusioni di sangue, che non permettono una buona metabolizzazione dello stesso a livello fisiologico, e con il tempo, possono causare disfunzioni agli organi a causa degli accumuli di ferro.

MIOT nasce per questo, per individuare grazie ai suoi campi magnetici, i luoghi di maggiore concentrazione di componente ferrosa, al fine di prevenire complicazioni. Il macchinario, sviluppato dagli studi della Fondazione scientifica Monasterio, ente no profit, viene messo a disposizione a costo zero, e il lavoro di monitoraggio dei pazienti svolto dall’equipe medica, rientra nei loro ordinari turni di lavoro. Una risorsa in più per Taranto, che conta circa centonovanta pazienti talassemici, prima costretti a curarsi fuori città.

Tra i vantaggi di questa nuova metodologia diagnostica, abbiamo la non-invasività, poiché anziché eseguire una biopsia sul paziente, si può procedere all’esame con una risonanza magnetica; la velocità e l’accuratezza della diagnosi, che permettono di agire in tempo e modulare la terapia in base all’esigenza del situazione patologica del paziente.

A coordinare il progetto nell’Ospedale SS. Annunziata di Taranto, la Dottoressa, Dirigente medico radiologo, Maria Chiara Resta, con il supporto e la collaborazione della collega, Dottoressa Ada Riva.

“Questa è una macchina ad alto campo, possiamo dire che è una macchina che fa tutto. Calcola il valore che misura il benessere e il malessere degli organi. Fornisce in pochi e semplici passi, una valutazione morfologica, funzionale e quantitativa degli organi. E’ un progetto di radio-cardiologia molto avanzato” afferma la Dottoressa Resta.

A volere fortemente questo progetto a Taranto, il Dottor Peluso, ematologo. Un nuovo strumento, che permette di ottenere informazioni non ricavabile con un comune esame ematologico.

Presenti all’incontro, il responsabile scientifico della Fondazione Monasterio, Alessia Pepe che dichiara: “I pazienti con talassemia necessitano di regolari trasfusioni che causano sovraccarico di ferro negli organi, dando vita alle complicanze che sono poi causa di morte. Lo scopo di MIOT è verificare velocemente questo sovraccarico per ripulire gli organi interessati. Si tratta dell’ultima evidenza scientifica venuta fuori”. La ricerca si basa su un target di pazienti al di sotto dei dieci anni di età.

L’incontro ha goduto anche della presenza del Sindaco di Taranto Ippazio Stefano, del Dirigente Generale dell’Asl, e dell’assessore alla sanità Regione Puglia Elena Gentile.

“Tempo fa di talassemia si moriva a dieci anni. Si partiva per Napoli, Roma e Ferrara per una trasfusione di sangue, e all’epoca il sangue si comprava. Con la risonanza magnetica adesso abbiamo la possibilità di modulare la terapia. Mi sento di dire grazie a questi medici perché è a Taranto. Perché Taranto ha lottato per la Talassemia e merita questo macchinario. Taranto deve svolgere il suo ruolo di faro perché abbraccia una popolazione che va oltre la Puglia” dichiara il Sindaco Stefano.

Una conquista per la sanità pugliese spesso discussa dai media. “Bisogna guardare anche alle cose positive. Dobbiamo essere fieri di questa nuova conquista tarantina” afferma l’assessore alla salute Regione Puglia Elena Gentile, la quale annuncia un finanziamento di cinque milioni di euro pronto nelle prossime settimane per far fronte ad ulteriori ricerche nel campo epidemiologico. Un passo in avanti per Taranto e una possibilità in più per i talassemici tarantini.

Elena Ricci

viv@voce

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