SAVA. Discariche di rifitui speciali nella campagna “Freola” e “Fallenza”. Esposto ed immediato intervento del Corpo Forestale

SAVA. Discariche di rifitui speciali nella campagna “Freola” e “Fallenza”. Esposto ed immediato intervento del Corpo Forestale

Ma a chi spetta intervenire a bonificare l’amianto che si trova ancora nella ex Cantina di Sava crollata?

   

Non  sarebbe forse il caso di incominciare a pensare ad un piano d’azione comune mediante una stipula di un protocollo di intesa, come già avvenuto in altre realtà urbane del territorio nazionale, che coinvolga le forze dell’ordine, le associazioni ambientaliste e di volontariato sociale, gli enti istituzionali, al fine di garantire una attività continuativa di controllo del territorio volta a prevenire e/o reprimere ogni violazione di legge in tema di rifiuti?

La situazione sotto il profilo ambientale ed igienico sanitario derivante dall’abbandono di rifiuti speciali , pericolosi e non pericolosi sul territorio extraurbano rasenta il limite dell’emergenza alla quale l’amministrazione comunale dovrebbe incominciare a farsi carico per affrontare il dilagare di questo “incivile fenomeno” che oltre  a deturpare il paesaggio ambientale e a rappresentare gravissime forme di inquinamento creano  potenziali condizioni di pericolo per la salute e la tutela della pubblica e privata incolumità.

Giovedì u.s. a seguito di un mio Esposto (inviato tra gli altri al Sindaco, all’assessore all’Ambiente e al responsabile del Servizio Ecologia Ambiente) gli agenti del Corpo Forestale della Stazione di Manduria (da me accompagnati nei siti inquinati) hanno effettuato i rilievi di legge su DUE DISCARICHE di rifiuti speciali e speciali pericolosi (amianto, pneumatici, tubi in pvc, inerti di costruzioni, lana vetro, paletti in cemento, oggettistica ecc. ecc.). Constatate la violazione (da parte di ignoti) al D.lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”, depositato come da prassi il Rapporto di Sopralluogo al Comune, il Sindaco dovrebbe emettere Ordinanza sindacale nei confronti dei proprietari dei terreni inquinati affinché  venga effettuata la bonifica.

Trascorsi inutilmente i termini (30 giorni) il Comune deve provvedere d’ufficio alla rimozione dei rifiuti con  addebito delle spese ai proprietari dei terreni. Ma il Sindaco ha emesso le Ordinanze riferite alle tante discariche disseminate nelle campagne per le quali nel corso degli anni gli agenti del Corpo Forestale (e non solo) sono intervenuti a seguito dei miei Esposti?

L’amministrazione comunale ha stillato una mappatura del territorio oggetto di discariche abusive? Queste sono domande che meritano delle risposte da  di chi oltre a ricoprire la carica di sindaco è anche  “autorità sanitaria”. Fra l’altro, ai sensi degli artt. 50 – 54 del T.U. sugli Enti Locali, il “Sindaco ha il potere di emettere ordinanze contingibili ed urgenti ogni qualvolta accerti che nell’ambito del proprio territorio siano presenti situazioni di pericolo in grado di mettere a rischio la pubblica incolumità”. E situazioni di pericolo per la salute e la tutela della pubblica incolumità  non sono solo quelle rappresentate nel territorio extraurbano.

In quello urbano ve ne sono ben  altre ed anche molto più gravi che richiedono non nel tempo, ma  nell’IMMEDIATEZZA un urgente intervento!

A parte la “bomba ecologica” derivante dalla mancanza di una rete fognaria e dalla presenza di circa 7.000 pozzi neri che scaricano in falda (spesso usando l’acido solforico) e dai continui sversamenti dei liquami effettuati nelle campagne ad opera degli auto spurgo, vi è la problematica “scempio ambientale ed igienico sanitario” rinveniente dal cedimento strutturale di una parte del tetto della ex “Cantina vinicola Sava” dove nell’ ottobre del 2013 un’ operaio che si trovava all’interno morì  tragicamente. In quella circostanza, appena tre giorni dopo, presso gli uffici del Comune di Sava depositai  una nota indirizzata tra gli altri al Sindaco, nota con la quale mettevo in evidenza i rischi che potevano derivarne per la salute pubblica (in particolare per i residenti nell’ area circostante, ma anche per i ragazzi che continuavano ad utilizzare il terreno di gioco del Campo Sportivo) a causa della presenza dell’amianto che aveva ricoperto il tetto e che con il crollo si era depositato al suolo “sfibrato”.

Nell’esposto tra l’altro scrivevo: “Non si può minimizzare effettivamente una situazione pericolosa … è scientificamente dimostrato che il pericolo derivante dalla liberazione delle fibre di amianto e le polveri di asbesto se trasportate dal vento e inalate, possono indurre al mesotelioma (carcinoma della pleura), e quindi, si rende indispensabile rispondere nell’ambito delle rispettive competenze alle  URGENTI esigenze d’ordine sanitario e ambientale,adottando tutti quei provvedimenti necessari alla rimozione dell’amianto al fine di limitare i rischi sanitari in essere”. Sono trascorsi 6 mesi dal tragico crollo, e la “bomba ecologica” è ancora li senza che nessuno si sia almeno preoccupato di limitarne i danni tramite la realizzazione di opere provvisionali atte a garantire la salvaguardia della salute dei cittadini!

Mimmo CARRIERI

 

 

 

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