ZONE FRANCHE URBANE: DEFISCALIZZAZIONE PER LE IMPRESE

ZONE FRANCHE URBANE: DEFISCALIZZAZIONE PER LE IMPRESE

I comuni pugliesi coinvolti in questa iniziativa di rigenerazione economica sono: Andria, Barletta, Foggia, Lecce, Lucera, Manduria, Manfredonia, Molfetta, San Severo, Santeramo in Colle e Taranto

Finalmente viene attuato il piano di defiscalizzazione e di agevolazioni contributive in favore di imprese micro e di piccola dimensione, localizzate nelle Zone Franche Urbane di 11 comuni pugliesi. Le  zone franche sono delle aree infra-comunali la cui dimensione minima viene prestabilita ed in essa si concentrano dei programmi di defiscalizzazione.

Nel caso specifico dunque, secondo i valori stabiliti,  per  Zona Franca Urbana s’intende un quartiere o una circoscrizione con non più di 30.000 abitanti, a cui il governo ha deciso di concedere eccezionali risorse, per favorire la rivitalizzazione economica. I parametri a cui si fa riferimento sono di tipo socio-economico e dunque riguardano il tasso di disoccupazione, il degrado urbano, la scarsa scolarizzazione, il disagio sociale.

L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico Loredana Capone, dai sindaci e da altre figure istituzionali competenti e deriva da un provvedimento approvato con la Legge Finanziaria dello Stato nel 2006. Le agevolazioni saranno gestite dal Ministero dello Sviluppo Economico, ma il finanziamento di 60.000.000 di euro è dotazione della Regione Puglia, reperito dal Fondo Coesione e Sviluppo ex Fas.

Il bando è stato adottato con decreto direttoriale del 18 aprile 2014 per l’attuazione di interventi in favore delle imprese localizzate nelle Zone Franche Urbane (ZFU) della regione Puglia. L’intervento prevede il taglio di Irpef, Irap e dei contributi previdenziali per i dipendenti per i prossimi 14 anni e 4 anni per l’esenzione di imposte municipali.

Le imprese, micro e di piccola dimensione, devono essere già costituite ed iscritte nel Registro delle Imprese alla data di presentazione della domanda; possono accedere gli studi professionali purchè svolgano la propria attività come impresa e siano iscritti, dunque, al Registro delle Imprese. In alcuni  casi è possibile che rientrino anche le imprese di nuova costituzione o recente costituzione, le imprese femminili e le imprese sociali.

In definitiva ottengono questo esonero contributivo e fiscale, le aziende che hanno un massimo di 50 dipendenti e che sono insediate nella ZFU; in cambio il 30% dei dipendenti deve essere costituito da abitanti del quartiere o della circoscrizione catalogato come Zona Franca Urbana.

Dal 24 aprile ore 12.00 sino al 12 giugno ore 12.00 è possibile ritirare i bandi e presentare domanda per tutte le piccole e medie imprese che svolgono la propria attività nelle zone franche.

Le domande si effettuano esclusivamente on line con posta elettronica certificata.

I comuni pugliesi coinvolti in questa iniziativa di rigenerazione economica sono: Andria, Barletta, Foggia, Lecce, Lucera, Manduria, Manfredonia, Molfetta, San Severo, Santeramo in Colle e Taranto.

A Taranto sono state individuate tre Zone Franche Urbane: Tamburi-Croce; Isola- Porta Napoli; Paolo VI Ovest. La somma disponibile per gli sgravi è di 8.000.000 di euro. Maggiori informazioni sono reperibili nel sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

Ora è importante che le informazioni riescano a raggiungere tutti gli imprenditori, gli artigiani ed i professionisti coinvolti, che certamente subiscono una crisi, nell’innocenza delle proprie attività, pagando in prima persona, la completa incapacità della classe dirigente nel riavviare un’economia produttiva e non esclusivamente finanziaria.

Forse, una defiscalizzazione maggiormente amplificata, consentirebbe ai lavoratori autonomi e ai piccoli imprenditori, di recuperare ciò che uno stato, nelle mani di faccendieri, continua a togliere travolgendo anche la maggior parte dei lavoratori dipendenti. E la grande industria? Questa è un’altra storia: si chiama mancanza di un piano industriale. Si chiama Taranto o Piombino.

MARIA LASAPONARA

 

viv@voce

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