IL SILENZIO DEI COLPEVOLI

IL SILENZIO DEI COLPEVOLI

Non si può stare zitti, e tollerare chi ha trattato con le mafie specialmente se tali personaggi sono ancora lì al loro posto, continuando a impartire lezioni di etica e di morale politica. La vera Democrazia, non tollera alcuna ragione di Stato che possa pervenire a patti con la criminalità organizzata

In questi giorni c’è stata una intesa raccolta di firme per salvare l’operato dei magistrati della procura di Palermo che stanno indagando sulla trattativa Stato – Mafia le cui vicende hanno portato alle stragi di Via d’Amelio e di Capaci, in cui persero la vita i veri servitori della patria, i giudici Falcone e Borsellino. Nessun giornale, eccetto il “Fatto Quotidiano”, ne parla, i politici si tengono lontano dall’affrontare certi argomenti, nel frattempo sia a livello locale che nazionale si mobilitano tutti i politicanti, “da quattro soldi ed una lira”, per difendere l’Ilva. Purtroppo il PIL, lo Spread e gli interessi personali di pochi, prevalgono sulla salute e la vita dei cittadini.
Ma cosa è successo durante questo periodo di vacanza, che ha fatto mobilitare più di 100 mila persone ed autorevoli esponenti della cultura, dello spettacolo, dello sport, del giornalismo, delle associazioni di volontariato e di tutta la società civile?
E’ successo che il pool dell’antimafia siciliana, formato dai magistrati Roberto Scarpinato, Antonio Ingroia, Francesco Messineo e Nino Di Matteo, arrivati alla conclusione delle indagini, in cui la verità degli accordi sottobanco, tra pezzi dello Stato ed i mafiosi di “Cosa Nostra” stava per venire a galla, si è ritrovata a fare i conti con la politica del sabotaggio ovvero per cercare di rallentare ed insabbiare il tutto; i cosiddetti poteri occulti, nelle loro segrete stanze, hanno attivato tutti i canali a loro disposizione per far in modo che i magistrati che stanno conducendo queste delicate indagini, venissero, in qualche modo, sottoposti a provvedimenti disciplinari per aver rilasciato semplici interviste o addirittura per il giudice Ingroia, a seguito di una sua una richiesta di trasferimento in Guatemala, gli venisse concesso il nulla osta, come per dire “se te ne vai non ci piange il cuore!”, ecco cosa succede a chi rompe…!! le uova nel paniere, a chi invece di perseguire i ladri di galline si mette a ricercare la verità sulle malefatte dei politici corrotti e sulle stragi di Falcone e Borsellino.
E’, soprattutto, come obbligo di coscienza etica che i cittadini stanno raccogliendo le firme per cercare di rimanere accanto a quei giudici che, come a Milano durante tangentopoli, venivano accanitamente attaccati e vilipesi da coloro che avevano corrotto l’Italia intera e distrutto lo Stato di Diritto. Non si può stare zitti, e tollerare chi ha trattato con le mafie specialmente se tali personaggi sono ancora lì al loro posto, continuando a impartire lezioni di etica e di morale politica. La vera Democrazia, non tollera alcuna ragione di Stato che possa pervenire a patti con la criminalità organizzata. A meno che, questa non abbia in pugno lo stesso Stato e quelle Istituzioni che vorremmo difendere da ogni macchia e vergogna.
Ma tutto ciò non ci deve sorprende perché l’affarismo tra politica e delinquenti nasce e si sviluppa in tutte le realtà della penisola italiana, soprattutto in quelle locali. Non è importante il colore politico, quello che importa è andare avanti ed impossessarsi della poltrona di sindaco, assessore, consigliere ecc. anche se ciò comporta il doversi sporcare con pezzi della società incivile e criminale. Ormai sono all’ordine del giorno gli scioglimenti di comuni per infiltrazioni mafiose, è da queste riflessioni che il cittadino dovrebbe imparare a scindere tra cosa è giusto e cosa è sbagliato, tra la verità e la falsità tra l’onestà e la disonestà, solo in questo modo si potranno porre le basi per la creazione di una società civile basata sul rispetto della vita altrui; chissà se, raccogliendo le firme di solidarietà nei confronti di quelle persone che mettono a repentaglio la propria esistenza per un ideale comune di giustizia, si riuscirà, prima o poi, ad avere un società priva di corruzione e libera di poter esprimere le proprie idee.

Chissà se anche a livello di sistema locale i politicanti la pensano veramente come noi o se si sciacquano la bocca con la solita retorica politica, usando le solite frasi fatte, specialmente durante la commemorazione di coloro che hanno dato la vita per lo stato o di coloro che hanno subito ritorsioni per il solo fatto di impegnarsi ogni giorno per la ricerca della verità e della giustizia!
I cittadini onesti sanno bene dove sta la verità e la giustizia e lo dimostrano ogni giorno con i sacrifici, i nostri politicanti, purtroppo, sono ancorati al vecchio modo di fare politica basato su logiche affaristiche e clientelari, non ci resta che attendere che qualcosa o qualcuno possa portare al vero cambiamento.

Luca Lionetti

viv@voce

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