GIANFRANCO AMENDOLA: “DOV’ERANO LA CGIL, VENDOLA, BERSANI, MENTRE LA GENTE A TARANTO MORIVA?”

GIANFRANCO AMENDOLA: “DOV’ERANO LA CGIL, VENDOLA, BERSANI, MENTRE LA GENTE A TARANTO MORIVA?”

Gianfranco Amendola, oggi procuratore capo a Civitavecchia e per tanti anni pretore, ha combattuto dei colossi (Radio Vaticana, il San Camillo-Forlanini, il Policlinico Umberto I) contro l’inquinamento e per la salute pubblica. Scrisse pure un libro, «In nome del popolo inquinato», che divenne il manifesto dell’ambientalismo italiano. Ma erano gli anni Settanta e c’erano i «pretori d’assalto». Oggi parla con Fabrizio Caccia del Corriere della Sera di quanto accade all’Ilva e del Gip Todisco:
«Sicuramente. Posso dire di avere avuto la fortuna di vivere in un momento storico in cui la coscienza ambientalista era molto forte. C’erano tante associazioni di ogni tipo, c’erano le università verdi, le realtà locali che davano battaglia…».

Oggi, invece…
«Oggi purtroppo l’ambientalismo è ridotto ai minimi termini. Sull’Ilva, a parte Angelo Bonelli e qualche gruppo su Facebook, non vedo molto. Dov’erano la Cgil, Vendola, Bersani, mentre la gente a Taranto moriva? Evidentemente finora non se n’erano accorti».

Il gip Todisco in pochi giorni si è fatta molti nemici.

«E questo, se permettete, è davvero incomprensibile, anzi mi chiedo perché ancora nessuno all’interno del Csm abbia deciso di aprire una pratica a sua tutela. La Todisco ha applicato la legge, e basta. Obbligo del magistrato è far cessare una situazione antigiuridica e se centinaia di persone, com’è stato appurato, a Taranto sono morte o stanno morendo, lei che altro doveva fare? Ma sull’Ilva non doveva intervenire la magistratura: molto prima, piuttosto, sarebbero dovuti intervenire quelli che dovevano fare i controlli, cioè il potere amministrativo, politico e tecnico. Non l’hanno fatto. E adesso è inutile alzare polveroni».

viv@voce

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