IL MONDO DI ANTONIO SPADA / 9

IL MONDO DI ANTONIO SPADA / 9

L’ordine dei valori

Spesso quando intervistano “li piezzi cruessi” si assiste o si ascoltano le idiozie più grosse; mi riferisco alle risposte che si ascoltano alla domanda “In che valori si crede?”

Allora, il valore più gettonato è la libertà, senza aggettivi. Benedettu lu Patre Eternu!, provate a donare la libertà a un neonato! Appena nasce, ditegli: «Sei nato in Occidente, qua c’è la libertà: arrangiati» … quanto vivrebbe? Il fatto è che, se fino a una certa età ha bisogno di tutto, non significa che vive in un sistema di socialismo reale. Allora, scusate se mi permetto, vogliamo provare a riformulare la domanda in: “In che ordine vorreste che un individuo attingesse ai valori?” Io penso questo:

Appena si nasce si è comunisti perché la natura vuole questo; il problema è quanto deve durare questa assistenza… E qua anche la natura c’entra, perché ci sono individui che a quindici anni sono autosufficienti, conoscono bene il bene e il male e quindi non si può pretendere che il sistema pretenda di insegnar loro qualcosa –ammesso che sappia cosa insegnare! Ci sono poi individui che a 30 anni –magari il sistema gli ha dato un diploma o una laurea- se non leggono i giornali non sanno cosa dire e se non gli si dà un lavoro muoiono di fame. Se il discorso non si imposta in questi termini, si continuerà a sbandare fra destra e sinistra, come se da una parte o dall’altra ci sia la Verità. Mi sono permesso di fare quest’osservazione non per insegnare qualcosa a qualcuno, ma solo per invitare quelli che sono su questa lunghezza d’onda a uscire allo scoperto.

L’autore in questo brano ci tiene a sottolineare un particolare concetto secondo il quale, la libertà tanto professata da un Paese, non è e non potrà mai essere totale. Questo in quanto non si può pretendere che l’individuo cresca e maturi da solo, senza regole e senza limiti. La libertà tipica di un paese socialista deve essere concessa all’uomo solamente dopo un periodo che, per natura, è regolato da un sistema “comunista” dove sono altri a decidere per lui e lo aiutano a crescere e capire. Tuttavia, questo periodo durante il quale l’individuo non è totale padrone di se stesso, non ha una durata precisa in quanto gli esseri umani sono tutti diversi fra loro. C’è chi, autonomo e indipendente, lo diventa prima, in virtù di una certa educazione, di una certa mentalità e di un certo ambiente, e chi, abituato a fare ciò che gli veniva detto da altri, non sa capire, da solo, cosa fare di sé.

Alessandra Cuocci

viv@voce

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