TARANTO. “200mila alberi per la città del 2025”

TARANTO. “200mila alberi per la città del 2025”

La proposta di Legambiente

Mentre proviamo a ripartire, segnati dall’emergenza coronavirus e dalle profonde e repentine modifiche dei nostri stili di vita che stiamo mettendo in campo per fronteggiarla, vogliamo invitare tutti a volgere uno sguardo al futuro, a quando questo momento critico sarà passato, e avanzare fin da ora una proposta per la nostra città che, ci auguriamo, sia discussa, accolta e fatta propria da tutta la comunità tarantina.

Lo scorso settembre la Comunità Laudato si’ (info al link https://comunitalaudatosi.org/il-progetto/ ), dopo la pubblicazione su Science di una ricerca che dimostra come una massiccia piantumazione globale abbatterebbe in modo significativo l’effetto serra, ha lanciato l’appello per piantare in Italia 60 milioni di alberi, uno per abitante.

Legambiente propone alla comunità tarantina di raccogliere questo appello e di darsi un obiettivo ambizioso: mettere a dimora nel territorio comunale duecentomila nuovi alberi entro il 2025 dando così un nuovo volto, davvero verde, alla città dei due mari, migliorando in maniera significativa la qualità della vita dei suoi abitanti e contribuendo in maniera concreta alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Taranto, secondo i dati riportati da Ecosistema Urbano 2019, il Rapporto annuale di Legambiente sulle performance ambientali delle città italiane, redatto con la collaborazione di Ambiente Italia e di Il Sole 24 ore, ci sono solo 8 alberi in aree di proprietà pubblica ogni 100 abitanti, contro una media di 20 delle città italiane, mentre i metri quadrati di verde fruibile in area urbana per abitante sono pari a soli 13,5 contro una media nazionale di 48,7.
Abbiamo quindi sicuramente bisogno, nei prossimi anni, di interventi di grande rilievo anche solo per raggiungere il dato medio delle città italiane, ma la sfida che la crisi climatica ha aperto richiede un impegno ancora più forte.

È un impegno necessario: secondo gli scienziati dell’IPCC è indispensabile azzerare le emissioni di anidride carbonica tra il 2050 e il 2060 e attualmente solo le piante, in particolare gli alberi e le foreste, sono in grado di assorbire CO2 con la fotosintesi. Si stima che un albero possa arrivare ad assorbire fino a 20 kg di CO2 l’anno. Inoltre la presenza di alberi può aiutare a combattere il consumo di suolo e, grazie all’ombreggiamento ed alla evapotraspirazione delle chiome, può abbassare la temperatura dell’aria dai 2 agli 8 gradi centigradi, contrastando le ondate di calore, particolarmente nelle città, dove la temperatura è in media di 2 gradi più elevata. Infine gli alberi e i boschi nelle città contribuiscono in modo sostanziale alla riduzione dell’inquinamento atmosferico che è causa del 24% dei decessi in età adulta per malattie cardiache, del 25% dei decessi da ictus, del 43% dei decessi da malattia polmonare ostruttiva cronica e del 29% dei decessi da cancro ai polmoni.

Piantare alberi appare perciò, indubitabilmente, una delle scelte da fare per contrastare la crisi climatica. Ovviamente non la sola: essa ha comunque un impatto limitato e deve accompagnarsi ad altri provvedimenti capaci di incidere sui nostri stili di vita, sui modelli di produzione e di consumo.

Piantare a Taranto duecentomila alberi entro il 2025 è una grande sfida, ma non partiamo da zero.

L’idea di creare a Taranto una foresta urbana risale al lontano 2004 ma è rimasta, per anni, lettera morta. È stata ricompresa nel CIS, il contratto istituzionale di sviluppo di Taranto, firmato il 30 dicembre 2015, con la previsione dell’intervento “Foresta Urbana Phitoremediation”, una barriera naturale e sperimentale tra lo stabilimento siderurgico e lo spazio urbano consolidato, da realizzare dopo un intervento di bonifica.
L’anno scorso è avvenuta la presentazione del progetto redatto dall’architetto Andreas Kipar
 e dallo studio ‘Land’ di Milano, vincitore della gara europea con la quale si è previsto l’avvio della progettazione della forestazione urbana, forte delle esperienze maturate nella rigenerazione ambientale di aree inquinate e nella bioremediation.

Ma, intanto che ne attendiamo la realizzazione, noi proponiamo di andare oltre.

Lo proponiamo al Governo nazionale cui chiediamo di finanziare da subito, già con il cosiddetto “Decreto Rilancio”, il progetto Green Belt Tarantopredisposto dal Comune di Taranto con l’obiettivo di mettere a dimora un milione tra alberi, arbusti e macchia mediterranea.

Lo proponiamo agli Enti Locali, dalla Regione alla Provincia, alla Amministrazione comunale di Taranto (cui diamo atto di aver dato attuazione alla legge 10/2013 che prevede la piantumazione di un nuovo albero per ogni bambino nato o adottato), a cui rivolgiamo l’appello a dare priorità a questa sfida sia con risorse proprie che chiedendo con forza al Governo che la Green Belt sia ricompresa tra gli interventi urgenti da attuare nei prossimi anni: noi crediamo che possa essere uno degli assi portanti di quell’Ecosistema Taranto presentato alla città all’inizio di quest’anno.

Lo proponiamo a tutti i diversi soggetti, sia pubblici che privati, che operano sul territorio di Taranto. A tutti i cittadini, a tutte le imprese, alla Marina ed all’Aereonautica Militare, alla Autorità Portuale, alla grande industria, a tutti coloro che sono possessori di suolo, ma anche a chi non lo è e che potrebbe dare un contributo adottando o regalando un albero.

Lo proponiamo alla comunità tarantina ed ai suoi corpi intermedi, dagli ordini professionali, alle associazioni, ai sindacati dei lavoratori, alle organizzazioni che raccolgono il mondo delle imprese, sapendo che per “piantare” duecentomila alberi non basta deciderlo, ma occorre una scelta collettiva condivisa, unita ad una attenta pianificazione territoriale, paesaggistica e ambientale e ad una progettazione di qualità che deve coinvolgere tecnici, dottori forestali, decisori, ricercatori, portatori di interesse, proprietari, cittadini.

L’emergenza coronavirus, grazie agli sforzi di tutti, passerà, speriamo presto.
L’emergenza climatica non andrà via da sola: anch’essa richiede di agire da subito, in maniera determinata e profonda, se abbiamo a cuore il futuro di tutti noi.

 

viv@voce

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