PULSANO. Con “VìTVìT! Storia di una pendolare” finisce la rassegna teatrale “mARGINI”

PULSANO. Con “VìTVìT! Storia di una pendolare” finisce la rassegna teatrale “mARGINI”

Si conclude con lo spettacolo “VìTVìT! Storia di una pendolare”, di e con Francesca Danese, la rassegna teatrale “mARGINI”, organizzata a Pulsano dalle associazioni Il Luogo dei Possibili e L’incrocio Delle Idee

Progetto si è avvalso del patrocinio del Comune di Pulsano ed è realizzato in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato di Taranto nell’ambito dell’Invito 2017.

“VìTVìT! Storia di una pendolare” è un dettagliato e realistico quadro, purtroppo agghiacciante, della nostra realtà contemporanea.

Quante ore durante la giornata riusciamo veramente a dedicare a noi? Quante volte ci sentiamo sopraffatti dagli impegni? Schiacciati dal tempo come se fosse un macigno pesante?

Interrogativi questi che, almeno una volta al giorno, appaiono nella mente di qualunque essere umano e a cui l’attrice cerca di dare una forma con il suo spettacolo.

Lo spettacolo si terrà, con sipario alle ore 21.00, venerdì 15 dicembre presso il teatro comunale Andrea De Marco (ex Palatrappitu), in via Luigi di Savoia n. 47 a Pulsano; l’ingresso agli spettacoli è con prenotazione obbligatoria ai numeri 3922335133 – 3297373147.

Cosa sono i margini? Sono limiti e confini, nella vita come nel teatro. Spesso sono muri che celano vissuti che meriterebbero di essere riscoperti, magari attraverso la loro rappresentazione su un palcoscenico.

A tal fine le associazioni di volontariato Il Luogo dei Possibili e L’incrocio Delle Idee hanno organizzato la rassegna teatrale “mARGINI”, un progetto ammesso all’Invito 2017 Proposte in collaborazione con il CSV Taranto, che si è articolata con tre rappresentazioni.

Il teatro de “Il Luogo dei Possibili” e “L’incrocio Delle Idee” è un luogo di cittadinanza di tutto ciò che è ai confini e sembra non avere spazio, sembra essere alla periferia. È lì si posa il loro sguardo, attento, sensibile, acuto. Al rimosso, al dimenticato. Alla memoria, che riemerge come vissuto prepotente e pretende il diritto di esserci. Il diritto al palcoscenico.

 

viv@voce

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