TORRICELLA. Ex assessore solidale con i dipendenti comunali accusati di truffa e omissione di atti in ufficio

TORRICELLA. Ex assessore solidale con i dipendenti comunali accusati di truffa e omissione di atti in ufficio

Ma come si fa ad esprimere solidarietà a chi ha abusato delle leggi dello Stato e conseguito un vantaggio personale?

Siamo arrivati al punto di non doverci stupire più nulla. E della classica frittata che girata e rigirata torna sempre, come il gioco dell’oca, al punto di partenza. I fatti: sette dipendenti comunali indagati dal pm con accuse spaventose: truffa e omissione di atti in ufficio. Motivo? Hanno abusato, a vario titolo, della legge 104. Che dice questa legge?

La legge 5 febbraio 1992 n. 104, più nota come legge 104/92, è il riferimento legislativo “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Principali destinatari sono dunque i disabili, ma non mancano riferimenti anche a chi vive con loro. Da qui, chi vive con loro e nel caso in specie, sono i dipendenti comunali. Questi ultimi pare che hanno beneficiato di permessi lavorativi, retribuiti,  ma non dovuti dall’Ente torricillese.

O meglio, non avevano le classiche “carte” in regola per beneficiare di questa legge. La domanda, è un classico: chi doveva controllare, il capo del personale, perché non lo ha fatto? Anche in questo caso è stato indagato quest’ultimo. Sappiamo benissimo che i Comuni hanno il personale, pagato, al controllo di qualsiasi funzione dei propri dipendenti, oltre alla cura dei propri interessi. E perché, qui a Torricella, non lo ha fatto?

E’ bastata l’inchiesta della Procura tarantina a smascherare permessi autorizzati per non recarsi sul posto di lavoro. Infatti è sul tavolo del gup la proposta di rinvio a giudizio per i reati di truffa e omissione.  Quindi, il gip ha concluso le indagini e proposto il rinvio a giudizio dei sette dipendenti del Comune di Torricella.

Ora spetta al gup la valutazione dell’inchiesta portata avanti dal suo collega e decidere se rinviare a giudizio o meno i sette dipendenti comunali.

Addirittura risulta indagato il comandante di Polizia Municipale, ovvero colui che è pagato al rispetto delle regole. E sottolineo pagato! Fin qui, questo breve passo tecnico.

Ed ora andiamo alle affermazioni, dicasi dichiarazioni scritte su facebook.

L’ex assessore, recita così: Voglio esprimere la mia personale solidarietà ai dipendenti comunali di Torricella per la vicenda apparsa sui quotidiani locali. Il Comune di Torricella è sempre stato invidiato per il clima sereno, produttivo e trasparente creato nel corso degli anni dai suoi dipendenti. E questo indipendentemente dal colore politico di chi ne ricopriva il ruolo istituzionale!”

Quindi a voler decifrare, e che non ci vuole molto tra l’altro, si esprime l’infinita solidarietà. Ma solidarietà verso chi? Verso chi ha abusato dei diritti di chi ne aveva per davvero bisogno? Ma scherziamo? Ma per davvero. La vicinanza, o la solidarietà, si esprimono credo verso chi è stato vittima di un qualcosa di inspiegabile, e questo può succedere, ma qui parliamo di dipendenti dello Stato che a loro volta, leggendo le carte del gip, hanno avuto anche la compiacenza di chi doveva controllare e non lo ha fatto. E allora? Di che stiamo parlando?

In questi giorni, pare, che alcuni dipendenti indagati hanno già cominciato a restituire il “maltolto” dopo che l’attuale amministrazione con una delibera stabiliva le cifre del recupero del denaro avuto indebitamente (circa 50mila euro). Il tempo, della restituzione, è di 9 mesi.

E allora, che significa questo? Che il danno alle casse dello Stato viene riconosciuto dagli stessi dipendenti, altrimenti con il cavolo avrebbe cominciato a versare nelle casse del Comune la somma che a loro viene richiesta.

Ci spiace per l’ex assessore torricillese per quello che ha scritto. Ma la solidarietà va data ad altri soggetti.

Che sicuramente non sono coloro che devono rispondere dei reati di cui sopra vengono accusati e che, ai giorni nostri, con l’inizio della restituzione del denaro che il Comune ha chiesto loro, hanno  esplicitamente ammesso le loro colpe.

Giovanni Caforio

viv@voce

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