MANDURIA. “Esprimo tutta la mia incredulità e il mio rammarico per il comunicato stampa che il sindaco di Sava ha recentemente diramato circa il recapito finale dei reflui del depuratore”
Nota stampa del Presidente del Circolo messapico di Legambiente, Giuseppe De Sario
Pur essendomi trovato spesso ad elogiare l’amministrazione savese per alcuni obiettivi raggiunti in altri settori non posso che guardare con massima criticità la posizione assunta circa la tutela ambientale così come contenuta nel comunicato del primo cittadino savese.
Essere “disponibili a prescindere dalla realizzazione della condotta sottomarina” è assolutamente insufficiente soprattutto se a dirlo è un primo cittadino del nostro territorio. La politica del tubo è errata a prescindere. E’ una scelta tecnica sbagliata e sono tutti i rappresentanti politici che devono sostenerlo ed in prima linea i sindaci.
E’ assolutamente necessario che anche il sindaco di Sava assuma una posizione di contrarietà al recapito dei reflui a mare che ci è stato imposto dall’amministrazione che per dieci anni ha governato la nostra regione; è inammissibile che il sindaco manifesti indifferenza L’indifferenza serve solo ad approvare la follia deliberata dall’amministrazione Vendola con la complicità di errori commessi in più occasioni dai politici locali.
Errori come quelli che oggi gravemente commette il primo cittadino savese. Ogni rappresentante politico, ciascuno per le proprie competenze derivanti dal ruolo ricoperto, deve individuare la linea di indirizzo politico da seguire – che tra l’altro democraticamente deve rispecchiare la volontà della maggioranza della popolazione che in questo caso è praticamente compatta e totalmente contraria allo scarico a mare – e deve portare le proprie istanze agli amministratori regionali.
Ritengo quindi un alibi quello di aver menzionato la tutela della falda che ovviamente va difesa al pari del mare e non certo a scapito del mare! Non dimentichiamo che la falda è protetta da chiare disposizioni normative e chi sversa in falda lo fa commettendo un illecito, mentre lo scarico dei reflui in mare così come deliberato sarebbe un inquinamento del mare legalizzato.
Insomma è di tutta evidenza che sia proprio l’amministrazione savese ad affrontare l’ambientalismo a temi alterni curandosi della falda e non del mare. E’ impensabile che rappresentanti politici che ricoprono importanti ruoli istituzionali possano pensare di riparare gravissimi errori commessi dai politici che li hanno preceduti con azioni errate e commettendo errori ancora più gravi.
Se le marine, Sava e parzialmente Manduria, non sono dotate di un depuratore a norma lo dobbiamo a errori commessi dai politici. Perchè perseverare con gli errori? Assolutamente inopportuna e intempestiva è stata la dichiarazione di Dario IAIA che dovrebbe invece rivedere la propria posizione atteso che gli attuali politici anche locali come il Presidente Emiliano, i Consiglieri regionali della provincia di Taranto, i Consiglieri regionali del movimento 5 stelle ed altri Consiglieri neoeletti hanno tutti dichiarato di volersi opporre allo scarico a mare dei reflui esprimendo una linea politica contraria a quella precedentemente assunta dalla amministrazione regionale dimostrando così – al contrario dell’amministrazione savese – grande interesse per la tutela ambientale ed in particolare per la salvaguardia del nostro mare.
Quella dell’acqua, del pari ed in totale analogia con quella dei rifiuti, è una delle grandi criticità nella politica della nostra Regione, fondamentalmente per la mancanza di un piano serio e coerente di gestione che nelle mani della precedente amministrazione regionale ha portato a risultati disastrosi. La quantità di impianti sotto sequestro e di dirigenti inquisiti non lascia spazio ad alcun alibi.
Con questo scenario Legambiente non può che incitare tutte le amministrazioni a non derogare a principi fermi: l’acqua è un bene sempre più raro e prezioso che non si spreca, lo impongono anche le direttive comunitarie e le disposizioni normative vigenti. L’utilizzo del mare come corpo idrico recettore in assenza di fiumi e laghi naturali è una forzatura della amministrazione regionale che ha governato nell’ultimo decennio che provoca desertificazione, impoverimento e salsificazione della falda, perdita di produttività dei suoli, perdita di paesaggio e biodiversità.
VA QUINDI SOSTENUTO CON FORZA, SEMPRE E COMUNQUE – SENZA SE E SENZA MA – L’OBBLIGO E NON LA FACOLTA’ DI TENERE L’ACQUA SULLA TERRAFERMA, SOTTO FORMA DI LAGUNAGGI O ALTRO CHE GARANTISCONO LA QUALITA’ DELL’ACQUA E RICOSTRUISCONO RETE ECOLOGICA E PAESAGGIO, COSTITUENDO UNA PREZIOSA RISERVA IDRICA PER L’AGRICOLTURA E L’ANTINCENDIO. QUALSIASI DEROGA A TALE OBBLIGO E’ UN CRIMINE AMBIENTALE, UN DANNO ECONOMICO A LUNGO TERMINE.
Sono pronto ad un confronto anche pubblico con il sindaco di Sava IAIA affinché anche egli stesso possa avere un quadro più completo della problematica che gli consenta di proporre ai suoi concittadini una migliore soluzione alla grave carenza a cui è sottoposto anche il suo territorio e possa in qualche modo farlo convergere con le posizioni assunte sull’ argomento dal circolo Legambiente Manduria
Il Presidente del Circolo Legambiente Manduria, Giuseppe De Sario