SAVA-MANDURIA-AVETRANA. Depuratori, i tre sindaci rissosi

SAVA-MANDURIA-AVETRANA. Depuratori, i tre sindaci rissosi

Tre posizioni diverse …

Dopo le contestazioni di popolo contro lo scarico a mare e i chiassosi tavoli tecnici sinora inconcludenti in Regione (si spera nel nuovo corso del governatore Emiliano e dei consiglieri eletti del territorio), la battaglia per il depuratore ora è tutta istituzionale. Nasce così un assurdo braccio di ferro tra gli enti comunali e i rispettivi sindaci di Manduria, Sava e Avetrana che non si trovano d’accordo su niente.

Quello di Manduria è contrario allo scarico a mare ma favorevole alla sede del depuratore individuata a Specchiarica, proprio a due passi dalla zona residenziale degli avetranesi, Urmo Belsito; l’amministrazione di Avetrana non vuole né la condotta e né l’impianto puzzolente sotto casa; il sindaco di Sava, infine, non ne può più e ne fa una questione di carattere igienico sanitario e si dice pronto ad accettare di tutto, condotta sottomarina inclusa, purchè si risolva l’annoso problema dei savesi che non sanno più dove scaricare la propria, consentitemelo, cacca.

Così a meno di un mese dalla ripresa dei lavori, provvidenzialmente rinviati grazie all’intervento dei due consiglieri regionali, Luigi Morgante e Peppo Turco, le tre amministrazioni locali che dovrebbero gestire e nel caso mediare tutta l’operazione, si trovano divisi su tre ipotesi differenti.

La posizione più oltranzista è quella espressa pubblicamente dal vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia che scrive: «Io non ci sto, cara Regione e caro Aqp, voi i lavori non li inizierete nè tra un mese nè tra un anno. Fino a quando non deciderete con atti di eliminare totalmente lo scarico a mare e di spostare il sito del depuratore». La posizione di Avetrana è chiara: «annullare totalmente il progetto e ricominciare da zero».

Roberto Massafra, da parte sua, sindaco del comune di Manduria le cui precedenti amministrazioni, è bene ricordarlo, hanno individuato il sito di Specchiarica quale recapito finale dei liquami di Manduria e Sava, si accontenta di opporsi allo scarico a mare accettando il sacrificio del depuratore sotto il naso degli avetranesi. Il sindaco di Sava, infine, è altrettanto deciso a guidare il carro dei possibilisti: «Condotta sottomarina o no, purchè si faccia», è il suo pensiero.

Forse anche per questo i sindaci litigiosi sono stati esclusi dal nuovo tavolo regionale che entro un mese dovrà trovare un’alternativa alla condotta. Fatto questo, ammesso che ci si riesca, si dovrà il modo di risolvere un altro problema: quello della ditta che si è aggiudicato l’appalto che prevedeva un impianto in tabella 2 e una condotta di un chilometro in mare.

Annullare quel progetto per un altro senza creare contenziosi (a carico di chi?) o ricorsi, sarà un bel tema per bravi giuristi.

                                        

Nazareno Dinoi 

Direttore de

lavocedimanduria.it

 

viv@voce

Lascia un commento